Il delitto di Garlasco: nuove prove e il nodo del Dna

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INTERNO

Il caso del delitto di Garlasco, che nel 2007 sconvolse l’opinione pubblica con la morte di Chiara Poggi, torna oggi al centro dell’attenzione grazie a nuove prove e sviluppi investigativi. La vicenda, che vide inizialmente coinvolto Alberto Stasi, fidanzato della vittima e poi assolto con formula dubitativa dal giudice Stefano Vitelli, si riapre in modo inaspettato. La Cassazione, infatti, ribaltò quella sentenza di 159 pagine, condannando Stasi a 16 anni di carcere. Ma ora, a distanza di anni, emergono elementi che potrebbero riscrivere ancora una volta questa complessa storia giudiziaria.

Andrea Sempio, figura finora rimasta ai margini delle indagini, è oggi sotto i riflettori. La sua posizione è stata rivalutata alla luce di nuove tracce biologiche e di un esame del Dna che potrebbe rivelarsi decisivo. Questa mattina, giovedì 13 marzo, Sempio si è sottoposto al prelievo per l’analisi genetica, un passaggio cruciale che potrebbe chiarire o complicare ulteriormente il quadro. Il suo avvocato, Massimo Lovati, ha dichiarato che l’uomo «sta male» e che lo accompagnerà personalmente durante il test. Un dettaglio non trascurabile, considerando il peso emotivo e giuridico di questo momento.

Le nuove indagini si concentrano su due tracce di Dna rinvenute sulle unghie di Chiara Poggi. Una di queste, denominata «Ignoto 2», sembrerebbe non corrispondere a quello di Stasi, mentre l’altra potrebbe essere collegata a Sempio. A ciò si aggiungono altre prove, come un’impronta trovata in bagno, quella sul dispenser del sapone e uno scontrino di parcheggio conservato per oltre un anno. Elementi che, sebbene apparentemente marginali, potrebbero ricomporre un puzzle ancora incompleto.

Il genetista incaricato delle analisi ha spiegato che il test del Dna è come un puzzle composto da 24 tessere. Se tutte sono chiare, l’identità dell’assassino emerge in modo inequivocabile. Tuttavia, se alcune risultano offuscate o il campione è degradato, l’interpretazione diventa più complessa e richiede cautela. Nel caso di Garlasco, la qualità delle tracce biologiche potrebbe giocare un ruolo determinante, soprattutto se si considera che alcuni reperti risalgono a oltre un decennio fa.

Le indagini stanno inoltre valutando l’ipotesi di un delitto in concorso, scenario che aprirebbe nuovi scenari e interrogativi. Le dimensioni delle scarpe trovate sulla scena del crimine, ad esempio, corrispondono a un 42 o un 44, misure che non coincidono con quelle di Stasi. Questo dettaglio, unito alle nuove tracce genetiche, potrebbe portare a una revisione delle conclusioni finora raggiunte.