Cecilia Sala libera, il ritorno in Italia dopo 21 giorni di prigionia in Iran
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Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata in Iran il 19 dicembre scorso, è finalmente tornata in Italia dopo 21 giorni di detenzione nel carcere di Evin. La sua liberazione, avvenuta l'8 gennaio, è stata resa possibile grazie a un'operazione congiunta del governo e della diplomazia italiana. Sala, che ha raccontato la sua esperienza nel podcast "Stories" insieme a Mario Calabresi, direttore di Chora Media, ha descritto il periodo di prigionia come un incubo, sottolineando le condizioni disumane a cui è stata sottoposta: isolamento, freddo e un faro puntato addosso durante il sonno.
L'arresto di Sala è avvenuto in un albergo di Teheran, dove si trovava per motivi di lavoro. La giornalista ha spiegato che, nonostante la sua liberazione, ci sono ancora molte cose che non può rivelare a causa di un'indagine in corso. Tuttavia, ha voluto condividere alcuni dettagli della sua prigionia, come il momento in cui ha visto il cielo per la prima volta dopo giorni di reclusione, un'esperienza che l'ha profondamente commossa.
Il generale Giovanni Caravelli, direttore dell'Aise, l'Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna, ha avuto un ruolo chiave nell'operazione di liberazione. Caravelli, con decenni di esperienza in Medio Oriente e una vasta rete di contatti in Paesi complessi, ha lavorato dietro le quinte per garantire il ritorno di Sala in Italia. La sua esperienza nell'intelligence, iniziata nel 2014, è stata determinante per il successo dell'operazione.
La vicenda di Cecilia Sala ha sollevato molte domande sulla situazione dei diritti umani in Iran e sulla necessità di un intervento più deciso da parte della comunità internazionale.