La stagione 2017/2018 di Emilia Romagna Teatro Fondazione: coinvolte 5 città e 7 sale con 19 allestimenti tra nuove produzioni, coproduzioni e riprese.

A Bologna, Castelfranco Emilia, Cesena, Modena e Vignola.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) 5 città, 7 sale, 19 allestimenti tra nuove produzioni, coproduzioni e riprese, un festival che esplora la scena contemporanea come VIE, un progetto europeo triennale - “Atlas of Transitions”-, una precisa attenzione alla drammaturgia, ai giovani artisti, alla formazione sia degli attori che degli spettatori. Tutto questo e molto altro accadrà nelle città di Emilia Romagna Teatro Fondazione: un sistema di “teatri senza mura” che lavorano in osmosi con il territorio che li esprime.


Bologna, Castelfranco Emilia, Cesena, Modena, Vignola: cinque poli di un unico orizzonte su cui si stagliano più individui, relazioni, comunità. Emilia Romagna Teatro Fondazione è questo: una realtà unica e molteplice declinata in una continuità di visioni, linguaggi, manifestazioni artistiche. Una struttura capace di esprimere un’identità forte e articolata che sa farsi ambiente e spazio di incontro. Un luogo privilegiato di dialogo generatore di idee, di azioni, di gesti e testi, un banco di prova di tradizioni e punti di vista, insomma un grande “teatro senza mura” a misura di città.
L'idea di un “teatro senza mura” diventa quindi un Leitmotiv, il segno che attraversa la stagione dal prossimo autunno; un teatro aperto, privo di separazioni ideologiche e punti fermi, come la realtà in cui siamo immersi. Un teatro che vuole essere in continua mutazione, da attraversare e vivere. Non semplice finestra sul mondo o specchio di esso, ma territorio espanso in cui porsi domande e cercare risposte insieme all'Altro.
E questo “teatro senza mura” è sostenuto da alcuni pilastri, da forti nuclei tematici, in un serrato intreccio di novità e tradizione, di continuità e discontinuità con ciò che è stato.
Si delinea così un cartellone ricco, frutto di un grande impegno produttivo, disegnato guardando gli archetipi, le utopie e le distopie della nostra modernità.
Una domanda al fondo di tutto, sintesi di tensioni del passato (presente o remoto) e di inquietudini dell’oggi: “che fine ha fatto il – nostro - futuro?”.
In tema di archetipi, Pietro Babina affronterà una sfida importante mettendo in scena Il libro di Giobbe (prima assoluta, Bologna, 13- 16 ottobre; Modena, 2-5 novembre), un viaggio inedito nel Vecchio Testamento intrapreso, per il lavoro drammaturgico, insieme a Emanuele Aldrovandi. Cesare Lievi, regista colto e autore raffinato, ci presenterà, invece, Il giorno di un Dio (prima nazionale, Bologna, 1-4 Modena 8-11; Cesena 13-14 febbraio), creazione che si interroga sull’eredità, nella nostra vita quotidiana di un accadimento di fondamentale importanza per l’Europa come la pubblicazione delle “95 tesi” contro le indulgenze papali da parte di Martin Lutero (1517). Lo spettacolo, che si avvale di un cast italiano e tedesco, debutterà a Klagenfurt il prossimo 5 ottobre.
Molti spettacoli saranno incentrati su universi futuribili, proiezioni allucinate, in positivo o in negativo, della realtà di ieri o di oggi. Potremo dunque vedere o rivedere L’esecuzione di Vittorio Franceschi per la regia di Marco Sciaccaluga, dialogo su uno sfondo post-apocalittico tra un disertore condannato a morte e la sua guardiana (Modena 7-19 novembre); Allarmi! di Davide Sacco e Agata Tomsic/ErosAntEros, un testo che mette a fuoco il ruolo dell’artista nella società contemporanea, e che ha al suo centro un gruppo di estremisti il cui scopo è il rovesciamento violento del potere costituito (Modena 5-17 dicembre) - della stessa compagnia Bologna ospiterà 1917 (23-24 gennaio), lavoro che debutterà al Ravenna Festival il 28 giugno prossimo, pensato da ErosAnteros per celebrare il centenario della rivoluzione d’Ottobre. Lo spettacolo si inserisce nel quadro di un più ampio programma di manifestazioni, che sarà annunciato nei prossimi mesi, immaginato per accompagnare la mostra Revolutija, ospite al Mambo. Inseguendo gli incubi del futuro, Matthew Lenton, pluripremiato regista britannico, già ospite allo Storchi con Interiors nel 2011, dirigerà un cast di attori italiani in 1984 da George Orwell (prima assoluta, Modena, 10-22 aprile); Paolo Billi, per la sua Compagnia del Pratello dirigerà Mère Ubu impresaria di Teatro Carcere (Bologna, 6-10 gennaio). Pippo Delbono, artista dotato di un senso profondo di umanità, coraggio, ironia e pathos, firmerà la regia della sua nuova creazione: La gioia, un viaggio a metà strada tra metafisica e storia, per indagare le grandi contraddizioni del nostro tempo (prima assoluta, Bologna, 1-4 marzo).
Ancora in tema di futuro alle spalle, ne La classe operaia va in paradiso, spettacolo adattato per la scena da Paolo Di Paolo e costruito intorno ai materiali di sceneggiatura di Petri e Pirro, Claudio Longhi, per comprendere il presente del nostro Paese, sceglie di tornare alla riflessione eterodossa e a tratti straniante sull’Italia degli anni ‘70 aperta dalla celeberrima pellicola (Modena, prima assoluta, 31 gennaio; Cesena, 8-11 febbraio; Bologna 14-18 febbraio; Vignola, 7 marzo). Di capriccio in capriccio, forti del bel consenso che ha accompagnato Assassina di Franco Scaldati, Enzo Vetrano e Stefano Randisi riportano in scena Totò e Vicé, ormai quasi un classico del loro repertorio dedicato a figure poste ai margini (Modena 26-29 ottobre; Castelfranco, 10 novembre; Bologna 2-7 dicembre). Di Nanni Garella, che prosegue il suo percorso creativo con gli attori di Arte e Salute, vedremo il nuovo lavoro Li buffoni, un canovaccio di esagerazioni comico-satiriche secentesco firmato da Margherita Costa, (Bologna, prima assoluta, 20 febbraio-4 marzo; Modena 6-18 marzo), e Fantasmi, lavoro tematicamente affine riallestito a quindici anni di distanza dal suo fortunato debutto (Modena, 21 novembre-3 dicembre). Di Levan Tsuladze vedremo, infine, Begalut – in esilio, spettacolo inserito nel palinsesto di VIE Festival 2017, che, mutuando tecniche del cinema muto, coniugherà i toni della commedia e quelli della tragedia (Modena, 21-22 ottobre) e rivedremo La tartaruga, spettacolo in cui il regista georgiano dirige attori italiani in una divertente pièce su follie dell'oggi ispirata ad un racconto di Pirandello (Modena, 3-8 ottobre).
Ancora pensando a un futuro da ritrovare, di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini ERT co-produce Il cielo non è un fondale (Modena, 31 ottobre-5 novembre, Bologna, 21-26 novembre,) lavoro in cui la coppia di artisti cerca un dialogo possibile tra mondo reale e spazio della finzione, interno ed esterno, muovendosi sul filo di una narrazione a più voci che tocca cadute, fallimenti e paure individuali del nostro presente. Dopo il grande successo della rassegna Hello Stranger che il Comune di Bologna ha dedicato a Motus, ospiteremo una nuova tappa del percorso artistico, in costante evoluzione del gruppo: a Bologna il 10 e 11 maggio andrà in scena PANORAMA, ulteriore snodo del processo inaugurato con MDLSX sul tema del ‘genere’, qui indagato insieme agli attori della Great Jones Repertory Company, gruppo interetnico di performers residenti al La Mama di New York, mitico teatro fondato da Ellen Stewart.
Due i giovani al centro dell’attenzione di ERT per la prossima stagione, sempre sul filo dell’inchiesta sul rapporto tra ieri e il domani: Nicola Borghesi e Teodoro Bonci del Bene. Il primo scrive e dirige una sua personale rilettura, tra finzione e documento, del capolavoro di Čechov: Il giardino dei ciliegi. Trent’anni di felicità in comodato d’uso (Bologna, 17-30 marzo). Il secondo firma la regia di un testo del drammaturgo portoghese Tiago Rodrigues, Gioie e dolori nella vita delle giraffe, racconto surreale su una bambina di 9 anni che vuole incontrare il Primo Ministro del Portogallo, sospeso tra favola e impegno politico (Modena, prima assoluta, 13-28 gennaio, Bologna, 30 gennaio-8 febbraio). Dello stesso Bonci del Bene, ERT ospiterà Ossigeno di Ivan Vyrypaev (Bologna, 16- 17 dicembre) - il lavoro fa parte di ‘Cantiere Vyrypaev’ progetto di ricerca sui testi e i film dell’artista russo ideato da L’Arboreto, Teatro Dimora di Mondaino e da Big Action Money, la compagnia di Bonci del Bene.
Forte del grande successo di Santa Estasi, progetto pedagogico di Antonio Latella che sarà al Festival di Avignone dal 19 al 26 luglio prossimi, ERT affida per il nuovo anno gli allievi del Corso di Alta Formazione a Gianina Cărbunariu, giovane regista rumena, tra i talenti più riconosciuti di un Paese in grande fermento creativo; Work in progress il titolo di questo percorso che, tra interviste a cittadini e improvvisazioni attoriali, racconterà sogni e disillusioni dei lavoratori di oggi (Modena, 17 maggio-1 giugno). Nato come opera-dibattito sulla legalità, Dieci storie proprio così, qui al suo terzo atto, ha debuttato nel 2011 al San Carlo di Napoli e da allora gira i palcoscenici di tutta Italia; ideato da Giulia Minoli e diretto da Emanuela Giordano, sviluppa una “ragionata” provocazione contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, così come la capacità di capire e reagire. (Bologna, 16 Aprile, Cesena, 17 aprile, Modena, 19 aprile). Tratta un argomento analogo Va pensiero, nuova creazione del Teatro delle Albe, coprodotta da ERT e diretta da Marco Martinelli (Modena, prima assoluta, 23 novembre in scena fino al 26 - Bologna, 22-25 febbraio - Cesena 1-4 marzo). Lo spettacolo indaga il fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna. Della stessa compagnia, nel corso della stagione vedremo pure Maryam, scritto da Luca Doninelli (18-19 aprile, Bologna), LUS (21 aprile, Bologna), e Slot Machine (17 febbraio, Modena), opera che indaga la piaga sociale della dipendenza dal gioco. Un’altra forma di disagio, quella della reclusione dal mondo esterno di cui sono vittime tanti giovani, è toccata dalla compagnia Domesticalchimia, di cui il 14 febbraio vedremo a Modena Il contouring perfetto – I contorni ideali in cui vivere.
Un omaggio a Umberto Eco è Il nome della rosa, celeberrimo giallo teologico sui destini dell’Occidente, la cui versione teatrale, curata da Stefano Massini, sarà portata in scena da Leo Muscato impegnato nella direzione di un cast importante di tredici interpreti (Bologna 13-18 marzo). Massini è anche l’autore di L’ora di ricevimento che vedremo a Vignola il 12 e a Modena dal 14 al 17 dicembre per la regia di Michele Placido. Il lavoro, di cui è protagonista Fabrizio Bentivoglio, porta in scena le vicende di un insegnante di lettere sullo squallido sfondo della periferia di Tolosa, luogo di abbandono, in cui la scuola è una sorta di ultima trincea contro il degrado.
La figura dell’artista è al centro di Più giù, un progetto in cui il disegnatore Stefano Ricci ci parla di sua madre grazie alle immagini, accompagnato da due musicisti (Modena, 21-25 febbraio).
Tre grandi archetipi femminili della tragedia greca - Antigone, Medea e Ifigenia - punteggiano la stagione dei teatri ERT. Antigone è al centro sia nel nuovo lavoro di Federico Tiezzi - Antigone (Bologna 5-8 aprile; Vignola, 10; Modena, 12-15 aprile) - che di quello di Antonio Piccolo Emone La traggedia de Antigone secondo lo cunto de lo innamurato (Bologna 17-22 aprile). testo vincitore della prima edizione del Premio Platea per la nuova drammaturgia. Di Medea vedremo il riallestimento di uno storico lavoro che Ronconi firmò nel 1996, con il suo protagonista di allora, Franco Branciaroli, diretto oggi da Daniele Salvo (Bologna, 14-17 dicembre; Modena, 15-18 febbraio). E ancora, sarà in scena una Ifigenia, Liberata contemporanea (Modena 5-6 maggio) per la regia di Carmelo Rifici, nella riscrittura proposta da Angela Demattè.
Segnano le stagioni dei teatri ERT alcuni dei grandi nomi della regia italiana ed europea: Antonio Latella, direttore della Biennale Teatro, porta sui nostri palcoscenici il suo lavoro più recente: Pinocchio (Bologna, 5-7 gennaio; Cesena 11-14 gennaio); Gabriele Lavia è protagonista de Il padre di Strindberg, (Bologna, 8-11 febbraio), dramma familiare in cui un padre, per l’appunto, si oppone alla moglie sul tema delicato dell’educazione della propria figlia; Mario Martone mette in scena Il sindaco del rione Sanità (Bologna, 27-30 marzo) confrontandosi per la prima volta con Eduardo De Filippo nell’ambito di un progetto culturale dal forte senso politico e civile in dialogo con Nest, (Napoli est di San Giovanni a Teduccio), giovane realtà teatrale operante in un uno dei quartieri più difficili del capoluogo campano. Elio De Capitani dirigerà Otello (Bologna, 22-25 marzo) insieme a Lisa Ferlazzo Natoli, Ferdinando Bruni e Francesco Frongia firmano Mr. Pùntila e il suo servo Matti di Brecht (Modena 1-4 marzo), mentre Marco Paolini sarà in ERT con il suo nuovo lavoro Le avventure di Numero Primo (Cesena, 27-28 marzo; Vignola, 29 marzo; Bologna, 12-15 aprile). Lo spagnolo Àlex Rigola, già direttore della Biennale Teatro di Venezia, dirige Giulio Cesare (Modena, 17-20 gennaio), Mauro Avogadro riprende un successo come Copenaghen (Vignola, 25 gennaio, Cesena, 26 e 27 gennaio, Modena, 23- 24 febbraio,) con tre attori d’eccezione quali Massimo Popolizio, Umberto Orsini e Giuliana Lojodice. Peter Stein presenterà a Cesena Richard II di Shakespeare (30 novembre- 3 dicembre), protagonista Maddalena Crippa. Giulia Lazzarini, di ritorno alle scene dopo anni di assenza, sarà protagonista di Emilia (Bologna, 8-12 novembre, Cesena, 16-19 novembre), opera di Claudio Tolcachir, stella della scena teatrale argentina. Fausto Paravidino scrive e dirige Il senso della vita di Emma in cui ci racconta la storia di una famiglia italiana dagli anni Sessanta ai giorni nostri (Cesena 1-4 febbraio), Marco Sciaccaluga firmerà la regia di Intrigo e amore (Cesena, 15-18 marzo), Valter Malosti è regista de Il berretto a Sonagli (Castelfranco Emilia, 9 marzo). Ancora: Roberto Bacci firma la regia de Il nullafacente di Michele Santeramo (Bologna, 14-19 novembre); Roberto Valerio sarà a Castelfranco il 26 gennaio con Casa di Bambola; sempre al Dadà Monica Conti presenterà il suo Il Misantropo (Castelfranco Emilia, 9 marzo), mentre Gabriele Russo dirigerà il Giocatore (Vignola, 7 febbraio-Modena, 15-18 marzo).
Nel segno dell’attenzione e della cura nei confronti per il “nuovo,” ERT dedicherà una settimana di programmazione agli Anagoor di cui vedremo a Modena Rivelazione. Sette meditazioni intorno a Giorgione (6-7 febbraio), L’italiano è ladro di Pier Paolo Pasolini (8-9 febbraio) e Magnificat (10-11 febbraio), tutti diretti da Simone Derai (sempre a Modena, il 1 dicembre gli Anagoor debutteranno nella regia lirica con il progetto scenico di Faust di Charles Gounod, lavoro che il Teatro Comunale di Modena produce insieme al Teatro Valli di Reggio Emilia e al Municipale di Piacenza). I Quotidiana.com saranno a Bologna dal 27 al 29 aprile con Tutto è bene quel che finisce, trilogia in cui indagano il delicato tema dell’eutanasia. Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari presentano il loro nuovo lavoro Amore Take Away (Bologna, 5-8 aprile) che gli stessi autori definiscono “una messinscena tragicomica” sul nostro presente; Ulduz Ashraf Gandomi e Cecilia Lorenzetti, saranno a Bologna il 30 novembre con Digito Ergo Sum che si interroga sui modi in cui la tecnologia può influenzare ciascuno di noi in alcuni aspetti della nostra personalità.
I cartelloni dei teatri ERT si aprono pure a spettacoli di danza e teatro musicale, così come alla musica classica.
Accanto alla proposta di riletture di titoli classici della danza - come quelle del Balletto di Roma (di cui vedremo Lo Schiaccianoci; Vignola, 19 dicembre -Cesena, 5-6 gennaio), di MM Contemporary Dance Company (Le Silfidi e Pulcinella; Cesena, 11 marzo) e del Balletto Yacobson di San Pietroburgo (con il suo Gala; Vignola, 16 marzo) - troviamo proposte di compagnie attente al contemporaneo come Aterballetto con Words and Space, Bliss (Cesena, 19 gennaio) e NoGravity Dance Company, con l'originale mix di danza aerea e illusioni di luce di Comix, (Cesena, 25 febbraio).
Forte impatto visivo, atleticità e danza aerea saranno la cifra stilistica di BodyTraffic (Cesena, 6 febbraio), compagnia di Los Angeles che nelle ultime stagioni ha conquistato il pubblico europeo, e dei Sonics, a Vignola con Toren il giorno 11 gennaio.
A Bologna il 30 e 31 dicembre arriva Smashed, interessante ricerca sul rapporto tra giocoleria, danza e teatro, in omaggio a Pina Bausch e al suo Tanztheater; Cristiana Morganti, storica danzatrice proprio della Bausch, firma poi la coreografia di un pas de deux al femminile in A Fury Tale (Bologna, 10 marzo). La notte di Capodanno a Cesena è in programma Humanoptère (28-31 dicembre, spettacolo inserito nell’abbonamento teatro), coreografia circense interpretata dai giocolieri francesi diretti da Clément Dazin (anche a Modena il 26 dicembre).
Emanuel Gat, coreografo israeliano ma francese d’adozione, annoverato fra i più lirici e rigorosi della sua generazione, presenta Gold e Sacre, due pièce costruite rispettivamente sulle celeberrime Variazioni Goldberg di Bach, nell’interpretazione pianistica di Glenn Gould, e sul capolavoro di Stravinskij Le Sacre du Printemps (Modena, 21 e 22 maggio). In pendant con il dittico di Gat, la riflessione sulle nuove prospettive della vita in comunità al centro del cartellone ERT 2017-2018 sarà coniugata nei modi della danza con la riproposizione a Bologna, dell’affascinate e misteriosa creazione della compagnia belga Peeping Tom 32, Rue Vandenbranden (Bologna, 25 e 26 maggio).


Ancora: gli appuntamenti con il teatro per musica. Il Conservatorio della città di Cesena ‘Bruno Maderna’ mette in scena: Don Giovanni (20-21 ottobre), Enoch Arden (27 ottobre) e La rivale (16 dicembre). Pierluigi Cassano dirige Il barbiere di Siviglia, in scena a Vignola il 17 novembre. Il consueto appuntamento con l’operetta è affidato alla solida esperienza della Compagnia Corrado Abbati di cui vedremo La principessa Sissi (Castelfranco, 16 dicembre) e Gigì – Innamorarsi a Parigi (Vignola, 18 gennaio-Cesena, 20 gennaio). Il Teatro Bonci di Cesena dedica un omaggio sinfonico a Giuseppe Verdi con l’Orchestra Corelli (Pianse ed amò per tutti, 25 marzo) e chiude la stagione con l’opera Un ballo in maschera allestita dall’Associazione La pomme-Coro Callas (25 aprile).

A Cesena una rassegna di otto appuntamenti conferma una collaudata formula che propone sia concerti di musica classica che di genere crossover. Apre l’Ukrainian Radio Symphony Orchestra con Stefan Milenkovich al violino (9 gennaio), in un concerto sinfonico dedicato interamente a composizioni di ispirazione iberica (musiche di Rimskij – Korsakov, de Sarasate, Granados e Glinka). Si passa al mix di jazz, musica cubana, Africa e world music proposto da Paolo Fresu e Omar Sosa (28 gennaio) e al jazz afro-cubano della cantante-violinista Yilian Cañizares (17 febbraio), per tornare alla musica classica interpretata da Saverio Tasca (vibrafono) e dai Percussionisti del Conservatorio “Maderna” (23 febbraio), che eseguono brani di Sollima, Bartok e una prima assoluta dello stesso Tasca. Filippo Gamba si esibisce in un piano solo su musiche di Beethoven e Debussy (7 aprile) e Domenico Nordio (violino) con Orazio Sciortino (pianoforte) si indirizzano su una composizione per violino e pianoforte tra le più celebri, la Sonata a Kreutzer di Beethoven, proseguendo con un viaggio insieme ai più interessanti compositori del Novecento: Stravinsky, Prokofiev e Ravel (21 aprile).
Il 14 aprile è in programma il recital Pochi avvenimenti, felicità assoluta - scene da un matrimonio interpretato da Sonia Bergamasco & Estrio.
Ladislau Petru Horvath e Susanna Bertuccioli, primo violino e prima arpa dell’Opera di Firenze, presentano infine (in data da definire) un programma di musica popolare, con composizioni di Bartok, Miyagi, Khatchaturian, Jones, Sant’alfonso De Liguori, Denza, Rizzo, Beaser, Villa-Lobos, Gil, Jobim e De Abreu.

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