Teatro CorTe di Coriano (RN): “LA SOMMA DI DUE” apre la Stagione 19/20

Con Marina Massironi e Nicoletta Fabbri, Giovedì 7 novembre 2019 (ore 21,15). CORIANO E’ “LA SOMMA DI DUE” INIZI: SI APRE IL SIPARIO SULLA PRIMA STAGIONALE DI COR.TE CON LA COPPIA MASSIRONI – FABBRI!
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 

Finalmente al via la nuova Stagione 19/20 del Teatro CorTe di Coriano. A far aprire per la prima volta il sipario sarà il nuovo riallestimento de “La somma di due” con le sontuose Marina Massironi e Nicoletta Fabbri che hanno preparato e provato l’intera messinscena proprio tra le mura del teatro che le accoglierà per il loro emozionante debutto davanti al grande pubblico. Elisabetta Ratti, regista dello spettacolo, porta sul palcoscenico romagnolo una storia tratta dal libro omonimo di Lidia Ravera, che ha come protagoniste due adolescenti, costrette a doversi dire addio per colpa del divorzio dei genitori.

Uno spettacolo umano, parola che forse al giorno d’oggi ha perso il suo vero valore: la storia di Angelica e Carlotta mette davanti agli occhi la sofferenza di dover lasciare andare una persona che si ama contro il proprio volere. Uno sguardo dolcemente critico pervaderà ogni parola delle due ragazze costrette a vivere una vita non scelta da loro a causa di errori commessi da altri.

 

Giovedì 7 novembre 2019 (ore 21,15) la prima serata della nuova stagione del Teatro CorTe è battezzata da una residenza che porterà al riallestimento de “La somma di due” con Marina Massironi e Nicoletta Fabbri, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Lidia Ravera con la regia di Elisabetta Ratti. Due sorelle adolescenti di 13 e 17 anni, Angelica e Carlotta, vengono separate dal divorzio dei genitori quarantenni decisi ad inseguire le loro necessità amorose a scapito delle figlie. Narcisi, distratti, ostinatamente giovani. Maturi mai. Una con la madre, l’altra con il padre in un’altra città. Si mancano, si accusano, si scrivono, si rincorrono per non perdersi. Perché le sorelle sono quelle che ti aiutano a misurare la strada, a comunicare con il resto del mondo in momenti di apparente o reale difficoltà, sono un complice o un ostacolo da spianare per diventare quello che sei, sono quel folletto che ti riprende quando sei smarrito, quel demone che implacabile ti spinge a fare i conti con te stesso e la vita.

Lidia Ravera disegna con linguaggio fresco, ironico e fortemente critico, come si addice alla sua penna, quel legame naturale eppure misterioso che unisce due esseri umani dalla nascita, collocandolo nella confusione esistenziale e sentimentale di un mondo sempre più segnato dalla mancanza di rapporti reali, e spingendoci inevitabilmente a indagare il nostro profondo e umano bisogno di “sorellanza”.

“Nessun essere umano che sia nato dopo il 1970 trova particolarmente inquietante o in qualche modo negativa la tendenza alla promiscuità dei genitori. Capita. Voglio dire: capita che ci si sposi e ci si stanchi, che ci si stanchi di sposarsi, che ci si accorga di aver sbagliato sposo e se ne sposi un altro. Siamo noi che non possiamo sceglierci loro, i nostri padri e le nostre madri, ma loro, fra loro, possono scegliersi e quindi licenziarsi vicendevolmente, scegliere da un’altra parte, e così via.”

Lidia Ravera

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