IL TERZO REICH installazione di Romeo Castellucci / Societas al Teatro Comandini, Cesena

Una rappresentazione febbrile e violenta dei sostantivi del vocabolario proiettati sempre più velocemente su uno schermo: chi legge (o tenta di leggere) trattiene solo (e forse) alcuni termini, spesso gli stessi che si ripetono, obbedisce allo schermo, oppresso dall'intensità del suono.
Comunicato Precedente

next
Comunicato Successivo

next
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)



Teatro Comandini, Cesena


IL TERZO REICH

installazione di Romeo Castellucci  
suoni Scott Gibbons  
realizzazione video di Luca Mattei
coreografia e interpretazione Gloria Dorliguzzo, Jessica D’Angelo.  

Produzione Societas

 

Al Teatro Comandini di Cesena la nuova installazione di Romeo Castellucci, nell’ambito della stagione Emilia Romagna Teatro  dopo mil debutto alla Triennale di Milano.

Una rappresentazione febbrile e violenta dei sostantivi del vocabolario proiettati sempre più velocemente su uno schermo: chi legge (o tenta di leggere) trattiene solo (e forse) alcuni termini, spesso gli stessi che si ripetono, obbedisce allo schermo, oppresso dall'intensità del suono.

 Ciascuno è solo, via via la capacità di reazione (o di fuga) diminuisce, e diminuisce la capacità di resistere e, men che meno, di opporsi.

Ma perchè "Il Terzo Reich"? O perchè " solo" Il Terzo Reich?

L'installazione potrebbe avere altri titoli ma, forse Castellucci esalta il limite massimo e terribile della violenza, la potenza della parola, in  quella che fu una vera e propria guerra  per il controllo della comunicazioine verbale e scritta.

Joseph Goebbels (che era stato anche giornalista) scrisse: "Qualunque persona che abbia ancora un briciolo di onore dovrà fare molta attenzione prima di scegliere la profesione di giornalista" (14 aprile 1941).

Al momento dell'ascesa di Hitler al  potere, nel 1933, la Germania possedeva un sistema di informazione molto sviluppato: oltre 4700 tra quotidiani e settimanali venivano pubblicati ogni anno nel paese, con una circolazione totale di 25 milioni di copie.  Anche l'industria cinematografica tedesca era tra le maggiori al mondo: i suoi film  avevano aperto la strada allo sviluppo della radio e della televisione.

Nel 1933 i Nazisti controllavano meno del tre per cento dei 4.700 giornali tedeschi, ma l'eliminazione del sistema multi-partitico portò, da un lato, alla chiusura di centinaia di quotidiani prodotti dai partiti, ormai fuori legge, e dall'altro all'appropriazione, da parte dello Stato, delle tipografie e delle attrezzature appartenute ai partiti Social Democratico e Comunista

Nel giro di pochi mesi, il regime nazista distrusse la stampa libera tedesca, così forte negli anni precedenti. In meno di dieci anni la casa editrice del Partito, la Eher, diventò la più grande mai esistita in Germania e il suo quotidiano principale, il Völkischer Beobachter raggiunse il milione di copie in circolazione.

La ripetizione spasmodica e martellante del verbo nazista divenne fatto costante ed incontrollabile: questo era Il frenetico  susseguirsi delle parole dette e scritte senza interruzione.

Allora "Il Terzo Reich è l’immagine storica limite di una comunicazione inculcata e obbligatoria, violenta, dove "il linguaggio-macchina esaurisce interi ambiti di realtà, là dove i nomi appaiono uguali nella loro serialità meccanica, come fossero i blocchi edilizi di una conoscenza che non lascia scampo. Ogni pausa è abolita, occupata. La pausa, cioè l’assenza delle parole, diventa il campo di battaglia per l’aggressione militare delle parole, e i nomi del vocabolario così proiettati, sono le bandiere piantate in una terra di conquista" (Romeo Castellucci). 



Romeo Castellucci

Regista, creatore di scene, luci e costumi, il cesenate Romeo Castellucci è conosciuto in tutto il mondo per aver dato vita a un teatro fondato sulla totalità delle arti e rivolto a una percezione integrale dell’opera. Il suo teatro propone una drammaturgia che ribalta il primato della letteratura, facendo della scena una complessa forma d’arte, fatta di immagini straordinariamente ricche. Le sue messe in scena sono regolarmente invitate e prodotte dai più prestigiosi teatri internazionali, festival e teatri d’Opera, in oltre sessanta paesi che coprono tutti i continenti. 

È stato direttore della sezione Teatro alla Biennale di Venezia, “Artiste Associé” al Festival di Avignone ed è attualmente “Grand Invitée” alla Triennale di Milano e regista ospite alla Schaubhüne di Berlino. Il Festival d’Automne di Parigi ha presentato per due anni consecutivi una antologica del suo lavoro. Insignito del titolo di Chevalier des Arts et des Lettres della Repubblica Francese e della Laurea honoris causa dell’Ateneo di Bologna, è membro dell’Accadémie Royale de Belgique e ha ricevuto, tra gli altri riconoscimenti internazionali, il Leone d’oro alla Biennale di Venezia e due Golden Mask per la lirica. 

Per la produzione operistica è atteso nel 2021 il Don Giovanni di Mozart a Salisburgo, e, per il teatro, il debutto di Buster initiating Bros al KunstenFestivaldesArts di Bruxelles e infine il debutto di Bros a Lugano.

Ufficio Stampa