MARIA PAIATO al Teatro Galli di Rimini con ‘MADRE COURAGE E I SUOI FIGLI’ di B. Brecht.

Dal 5 al 7 Novembre 2019 | ore 21. ‘Madre Courage e i suoi figli’ è considerata tra le opere teatrali leggendarie del Ventesimo secolo e forse il più grande testo contro la guerra di tutti i tempi: la pièce si svolge durante la Guerra dei Trent’anni, nel corso di 12 anni (1624 - 1636), rappresentati in 12 scene.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Maria Paiato  sul palco del Teatro Galli di Rimini con ‘Madre Courage e i suoi figli’, dramma scritto da Bertolt Brecht subito dopo l’invasione della Polonia da parte di Hitler.

SOCIETÀ PER ATTORI, FONDAZIONE TEATRO METASTASIO DI PRATO IN COLLABORAZIONE NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA

Maria Paiato

MADRE COURAGE E I SUOI FIGLI

di BERTOLT BRECHT.

Traduzione ROBERTO MENIN.

Scene LUIGI FERRIGNO.

Musiche PAUL DESSAU.

Regia e drammaturgia musicale PAOLO COLETTA.

 Dal 5 al 7 Novembre 2019 | ore 21.

Madre Courage e i suoi figli’ è considerata tra le opere teatrali leggendarie del Ventesimo secolo e forse il più grande testo contro la guerra di tutti i tempi: la pièce si svolge durante la Guerra dei Trent’anni, nel corso di 12 anni (1624 - 1636), rappresentati in 12 scene.

Recentemente premiata come migliore attrice protagonista al Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2019 per ‘Un nemico del popolo’ diretto da Massimo Popolizio, Paiato, nel ruolo di Anna Fierling, è il fulcro di uno spettacolo visionario, in cui i celebri songs di Brecht e la musica di Paul Dessau sono trasformati in una travolgente sequenza di brani dallo stile eclettico, dal suono classico-contemporaneo fino all'elettronica, con l'intento di non tradire la forza dirompente che quelle musiche ebbero in epoca espressionista.

Affiancata da 10 attori, la protagonista si muove in un presente al di là del tempo e dello spazio e attraversa la storia, oscillando ogni volta tra guerra e pace. Anna Fierling (Madre Courage) è una mercante al seguito degli eserciti in campo con il suo carro mensa di cibo e merci. Ha avuto tre figli da tre diversi uomini. Sebbene la sua passione sia quella di proteggerli e prendersi cura di loro, li perderà uno dopo l’altro, ogni volta per perseguire i propri interessi economici. Alla fine del dramma, pur rovinata dalla guerra, la donna non avrà imparato nulla.

Lo spettacolo, nella traduzione di Roberto Menin, si avvale della regia e drammaturgia musicale di Paolo Coletta. “La scelta di mettere in scena Madre Courage – si legge nelle sue note di regia - nasce dall’intenzione di impiegare le migliori energie creative nell’allestimento di un titolo brechtiano, che, pur offrendo un argomento di eterna attualità quale quello della vita e della morte ai tempi della guerra, prevedesse forti componenti musicali, e consentisse una potente risonanza scenica nella contemporaneità. Ma il progetto di portare in scena Madre Courage ha trovato da subito un solido sostegno in una serie di singolari coincidenze, alcune riguardanti anche il vissuto personale del sottoscritto, come quella di aver partecipato in veste di giovane attore alla versione storica di Antonio Calenda interpretata da Piera Degli Esposti nel 1991”.

Sottolineando che la forza dell’opera “risiede nella capacità di colpirci così fortemente con una densità raramente tanto alta di conflitti e paradossi”, Coletta ricorda che “Brecht scrisse il testo quando era già in esilio nel 1938 alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Ma l’opera – precisa - ha assunto il suo vero significato forse solo dopo la guerra, sottolineando implicitamente che l’umanità non riuscirà mai a imparare dai propri errori”. Opera di contraddizioni e antinomie, a partire dalla principale, secondo cui Madre Courage si sforza di proteggere i suoi figli dalla guerra, ma li perde inesorabilmente uno dopo l’altro. In che modo è responsabile di ciò? Anna Fierling si chiama Courage: ma è davvero una donna coraggiosa o, piuttosto, una codarda? Le risposte possibili in questo testo riguardano chi ha e chi non ha, chi prende le decisioni e chi deve eseguirle” conclude il regista.

Non a caso è lo stesso Brecht a precisare i punti essenziali che una rappresentazione di Madre Courage deve mettere in luce. Ovvero, scrive l’autore in una nota del 1949, “che in una guerra non sono i piccoli che fanno i grossi affari. Che la guerra, che non è altro che un tipo di commercio ma con altri mezzi, trasforma tutte le virtù umane in una forza di morte anche in chi le possiede. Che nessun sacrificio è troppo grande per combatterla comunque. Se Madre Courage non ricava nessun insegnamento da ciò che le succede, penso che il pubblico, invece, possa imparare qualcosa osservandola”.

 

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