Debutta in anteprima nazionale GAY PANIC di Riccardo De Torrebruna

Il testo è ispirato a un fatto realmente accaduto durante la guerra in Iraq (maggio 2004, base militare di Ad Dawr), tra un marine americano e una giovane recluta della rifondata Guardia Nazionale irachena.
, (informazione.it - comunicati stampa - spettacolo) 7 e 8 dicembre 2007
Teatro PICCOLO RE DI ROMA
Via Trebula 5, Roma
06/77591270 – 347 6801644
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www.piccolorediroma.it

Anteprima nazionale

Gay Panic
Testo e regia di Riccardo De Torrebruna
con Andrea Gherpelli e Simone Spirito
allestimento scenico Massimiliano Frumenti
musica Aida Nadeem
Ingresso € 8,00 +
€ 2,00 di iscrizione annuale associazione culturale
SinestesiaTeatro

Sponsor di riferimento: IMAIE - FANDANGO

GAY PANIC di Riccardo De Torrebruna già vincitore della seconda Edizione del Premio "Enrico Maria Salerno". Dopo dieci anni e molto lavoro alle spalle, la Giuria, ancora una volta, vuole riconoscere la qualità della sua scrittura teatrale. De Torrebruna ancora una volta annota un fatto di cronaca bellica, un fatto realmente accaduto e apparentemente marginale. Ma la sorpresa del finale è davvero imprevista e devastante quanto un attacco armato. L'esercito americano pare abbia identificato una sindrome, denominata appunto gay panic, che colpisce coloro che per errore si ritrovano a fare l'amore laddove dovrebbero limitarsi a fare la guerra (Motivazione Premio "Enrico Maria Salerno")

Il testo è ispirato a un fatto realmente accaduto durante la guerra in Iraq (maggio 2004, base militare di Ad Dawr), tra un marine americano e una giovane recluta della rifondata Guardia Nazionale irachena. Praticamente taciuta dagli organi di stampa, la notizia non ha trovato eco finché non è stata scoperta tra i carteggi della giustizia militare americana e pubblicata da un giornale del North Carolina, il "News & Observer". Il breve incontro tra Daniel e Zaggam in una torretta di sorveglianza è un frammento della guerra che include l'elemento decisivo della sessualità, nonché la sindrome, il "gay panic" appunto, che percorre e minaccia il sistema nervoso dell'esercito americano.

Questo accenno di conoscenza, di amicizia e infine di amore fisico, bruciato nel respiro di un turno di guardia, diventa suo malgrado tragedia, ma conserva l'ironia e lo stupore possibili solo per una vicenda sotterranea, fuori del controllo dell'onnivora macchina mediatica e dei suoi bollettini di guerra. Il linguaggio teatrale è intenzionalmente spoglio. Agli "attori – soldati" spetta quindi il compito di creare un comportamento attendibile, lasciando che sia il narratore a dare i brevi cenni capaci di alimentare la nostra immaginazione, ma soprattutto di risvegliare il nostro imbarazzo. Se ci troviamo a rimestare nel torbido, come sempre accade quando ci si ammazza da qualche parte, è per aver permesso ad altri, e non certo i migliori di noi, di condurre da più di tre anni il gioco di una guerra ideata ad arte. Daniel e Zaggam con le loro incertezze e i loro dubbi hanno la missione di ricondurci nello spazio mentale dove "quello che si vede non è quello che è". (Riccardo De Torrebruna)

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