Vino e benessere psicologico: una connessione dimostrata

Secondo la teoria dello Psichiatra e Filosofo Norvegese Rinn Skärderud gli esseri umani, per vivere meglio, dovrebbero mantenere una minima quantità di alcol nel sangue, perché consente di diminuire la percezione dei problemi e aumentare la creatività.
OME, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere)

Lo conferma la dottoressa Cristina Nesti Favelli, Medico chirurgo, esperta di Medicina Psicosomatica e fautrice della medicina narrativa che ha condotto uno studio, commissionato dalla Cantina Majolini, sugli effetti terapeutici del vino secondo il quale, se consumato con moderazione, è contemporaneamente un antidepressivo e un ansiolitico ed è quindi quel tipo di farmaco che un tempo veniva definito “un calmante” sicuramente più dosabile e controllabile rispetto ai superalcolici.

E’ molto difficile separare le cose che ‘fanno bene’ da quelle che fanno male, anche i farmaci e il cibo stesso sono preziosi o deleteri a seconda dell’uso che ne viene fatto e delle condizioni specifiche del soggetto.

Non vuol dire che possiamo bere quanto alcol vogliamo e restarne indenni, come del resto non resteremmo indenni a quintali di antidolorifici, cortisonici antidepressivi e immunosoppressori. Ci sono tuttavia una serie di virtù che possiamo attribuire all’alcol, riconosciute peraltro anche dalla medicina ufficiale, prima di tutto essere uno stabilizzatore dell’umore e avere funzioni stimolanti come la digestione, essere un vasodilatatore, avere una funzione ansiolitico-antidepressiva ed avere la funzione di induzione del sonno spiega la dottoressa Nesti.

Inoltre, continua la dottoressa, “io che sono una fervente psicosomatista e seguo i canoni della medicina narrativa, so bene che le
malattie e i disagi sono soltanto figli della vita che conduciamo e noi dobbiamo “alleggerire” i momenti difficili senza dover ricorrere a cose complesse
“.

E allora, cosa meglio di un calice del nostro vino preferito per sedare la nostra ansia, la nostra rabbia o, meglio ancora, un inutile ma dannoso attacco di panico che ci devasta?

Teniamo quindi a portata di mano una bottiglia del nostro vino preferito come se fosse un vecchio amico pronto a darci una mano al bisogno.

Abbiamo voluto finanziare questa ricerca per onorare il ricordo di mio nonno, Valentino Majolini, che dagli anni ’60 ha dimostrato che l’impegno filantropico dell’azienda vada ben oltre alla produzione di vini straordinari. La cantina è sempre stata un faro di sostenibilità sociale. Si è dedicata a sostenere iniziative di raccolta fondi per associazioni benefiche che si adoperano per il benessere fisico e psicologico”. Dichiara Simone Majolini.

Dai nostri studi risulta che il vino sia anche un grande amico delle donne grazie ai suoi potenti antiossidanti, come i flavonoidi, capaci di rendere la pelle più elastica e favorire il ricambio cellulare, e i polifenoli, in grado di contrastare i radicali liberi, principali responsabili dell’invecchiamento, il resveratrolo, presente nella buccia dell’uva rossa, è un antiossidante naturale e ha fatto guadagnare al vino la nomea di Elisir di lunga vita, grazie alle sue importanti proprietà antinfiammatorie e anti-invecchiamento”.

Nel 2023, la cantina ha esteso il suo sostegno alla Onlus Casa Delle Donne CaD-Brescia, un’organizzazione dedicata al contrasto di ogni forma di violenza di genere e alla promozione di iniziative volte al cambiamento culturale, alla sensibilizzazione e alla prevenzione del fenomeno della violenza di genere.

Majolini oggi persiste nel dimostrare che la dedizione alla qualità dei vini può armonizzarsi con un impegno per il benessere della comunità globale.

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