I pro e i contro.

Ricordo Mimmo Castellano (morto nel giugno del 2008), che è stato vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania e segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Lui era “contro” e noi giovani leve del giornalismo della Campania, al suo richiamo, quando si trattava di battersi per un miglioramento che riguardava “il mestiere”, accorrevamo, compatti.
Napoli, (informazione.it - comunicati stampa - società)
Molti anni fa (si era nel 1969/70), il mio stile pittorico veniva definito “pittura sociale”. Come quella di mio zio, il Maestro Carmine Moriniello. Un dipingere che voleva divenire parola, che si riallacciava alla vita reale e ne portava esempi.
“I pro e i contro”, di cui conservo una foto in banco e nero e null’altro, rappresentavano il modo con cui gli esseri umani possono approcciarsi a fatti, situazioni, politica, intendimenti, visioni del mondo.
Misi in secondo piano il dipingere perché, per mostrare il mio essere pro, o contro, il colore, la forma, non bastavano: ci volevano parole. Scritte.
Però resta sempre, di base, il modo con cui vogliamo realizzare gli ideali, la fede (anche politica), decidendo di porci pro o contro, di affiancare coloro che hanno potere (e lo usano in modo che a noi pare sconveniente), inserendoci nel novero e provando a cambiare le cose dall’interno, oppure “(…)prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, porre loro fine”. Non con il suicidio, alla Amleto, piuttosto combattendo “il mare di affanni” che la società procura ai deboli, a coloro che non hanno le mani in pasta (se non da panettieri, con la farina), per cui subiscono la sorte senza neanche comprendere quali mezzi abbia usato “il forte”, per passargli addosso.
Da giornalista, ho scelto sempre di pormi “contro”.
Ricordo Mimmo Castellano (morto nel giugno del 2008), che è stato vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania e segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Lui era “contro” e noi giovani leve del giornalismo della Campania, al suo richiamo, quando si trattava di battersi per un miglioramento che riguardava “il mestiere”, accorrevamo, compatti. Occorre dire che al suo nome sono legati numerosi riconoscimenti che la categoria dei giornalisti è riuscita a ottenere in momenti assai difficili della professione. Mimmo, con il suo mezzo sigaro in bocca e la barba . A suo nome c’è un premio.
Per chi ci credeva, tutto in salita: a fianco dei sindacati, se difendevano operai (nella fattispecie della superstrada a scorrimento Paestum/Policastro Bussentino), se ci si batteva per ottenere un centro trasfusionale Ospedaliero, facendoci molti nemici, per scardinare il potere di un “qualcuno” che lo usava per i suoi fini.
Non sceglievamo i nemici tra i deboli, no: ce li si faceva tra chi davvero poteva renderci la vita difficile, oppure, almeno, non facilitarcela.
I pro e i contro. Dunque? Cosa scegliere? Si sta più comodi tra i “pro”, riuscendo ad inserirsi nei gruppi di potere e diffondendo anche la cultura, il metodo, la possibilità di discutere sulle leggi, sui fatti, provando a migliorare le basi. Se te le permettono.
Oriana Fallaci scrisse ed amò “Un uomo” che personificava l’ideale greco di eroe: Alekos Panagulis, intellettuale della resistenza greca contro il regime dei Colonnelli. Ma un granello di sabbia non può che essere spazzato via dal potere e Panagulis morì in un sospetto incidente d’auto.
Infine: sarai contro se porterai con te un esercito che condivide le tue battaglie, da aizzare, come belve, contro “il potere”: Potrai minacciarlo (il potere), ottenere una fetta (di quel potere). Tenerla per te distribuire le briciole a chi ti ha reso forte.
Dunque? Pro o contro? Difficile rispondere: Questione di geni.
Bianca Fasano.
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