La giovane età è un valore aggiunto da investire

La giovane età va di pari passo con la fantasia, come dimostra "A caccia di idee" dei Piani giovani in zona Trento e Arcimaga. Abbiamo intervistato in argomento Giorgio Maggioni, docente di Web marketing per l’internazionalizzazione d’impresa, esperto e sviluppatore di modelli di business on line, specializzato nella Pmi.
Trento, (informazione.it - comunicati stampa - società) Co-progettare e finanziare i propri progetti, sostenendo i giovani è possibile. “A caccia di idee” dei Piani giovani, in zona Trento e Arcimaga è un’opportunità che riguarda i progetti rivolti al mondo giovanile. Il prossimo appuntamento con i workshop è lunedì 8 ottobre. Obiettivo interessante è l’acquisizione di competenze professionali dei giovani adulti. La giovane età è un valore aggiunto nel mondo del lavoro. Un valore aggiunto da investire, da convertire in progetto. Parliamo di coinvolgere i giovani in gruppi di pari. Parliamo, in generale, di inclusione sociale. Proprio mentre si registra, soprattutto in ambito universitario, la fuga dei cervelli. Al fine di discutere sull’argomento, abbiamo intervistato Giorgio Maggioni, docente di Web marketing per l’internazionalizzazione d’impresa, esperto e sviluppatore di modelli di business on line, specializzato nella Pmi. Si è espresso in questo modo.
Il settore nel quale si possa brillare è sempre più lontano, dislocato altrove, dove il lavoro costa meno, oppure dove più facilmente si investe sulla creatività. Le nostre aziende sono destinate a chiudere o c’è ancora un territorio in cui si può competere?
“Ci vuole coraggio e fantasia. Anche se il coraggio non è tutto e soprattutto non è un patrimonio in esclusiva. La fantasia però sì. Noi italiani siamo riconosciuti come i migliori problem solver al mondo, non si spiegherebbe altrimenti perché i nostri ragazzi sono così richiesti all’estero. Ma ci vuole che la classe dirigente delle aziende dia fiducia ai nuovi media, internet certo, ma anche i grandi web-retailer”.
Economia: abbiamo focalizzato il ruolo delle giovani generazioni. E’ inevitabile il protrarsi il periodo di crisi? Le leggo, da dizionario, la definizione di crisi: “Perturbazione o improvvisa modificazione nella vita di un individuo o di una collettività, con effetti più o meno gravi e duraturi”.
“Si vada a studiare i cicli di Kondratiev. Già alla fine del ‘800 l’economista sovietico aveva teorizzato il teorema dei cicli, o delle onde, come forse i più lo conoscono. Ecco, dopo una fase crescente, di sviluppo economico e accumulazione, ne arriva una decrescente. Ci vuole una nuova fase di accumulazione (Kondratiev aveva previsto questa fase già agli inizi del 900).
La fiducia nei nuovi media si coniuga insieme con le aspettative riposte nelle giovani generazioni?
“Le rispondo con una domanda. Che cosa succederà quando un ragazzo che oggi ha 15 anni e che è nato con uno smart phone in mano entrerà a far parte del mondo del lavoro? Se farà parte di un ufficio acquisti, dove pensa andrà a cercare i propri fornitori? Non ricordo bene chi l’ha detto ma, se voglio mangiare delle olive fra 5 anni, devo piantare l’albero oggi. Ecco, negli ultimi anni abbiamo aiutato decine di imprese, piccole imprese, ad avere un nuovo ciclo. Un nuovo mercato di sbocco. Solo dal 2013 a oggi, per cui in poco più di tre anni, siamo riusciti a creare anche qualche posto di lavoro. Basta crederci e studiare. A testa bassa”.
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