Memorandum Immigrazione UE: Analisi e Ipotesi a cura di Romeo Franco Tenuta (Sottotenente OF-1, Ris) - Reparti Speciali “Arma dei Carabinieri”

Il Rapporto sul fenomeno dell'immigrazione in Europa e lo studio degli scenari geopolitici, alla luce delle direttive e normative dell'Unione europea, rispetto alle Convenzioni internazionali sui diritti umani, in concomitanza con la legislazione italiana.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - editoria e media)

L'elaborato - fruibile in versione digitale (ebook) sui “canali web e social” dell'Agenzia Editoriale CLIODEA - fornisce al lettore, un approfondito complesso di informazioni sul tema “immigrazione”, partendo dai capisaldi delle Convenzioni internazionali, comprese le direttive e i trattati che riguardano, in particolare modo il Continente europeo, compresa la legislazione italiana aggiornata. Inoltre, vengono indicati gli strumenti operativi utilizzati, per affrontare il fenomeno, con il richiamo delle varie operazioni di aiuto, finora messe in campo in ambito UE, incluso il ruolo delle ONG impegnate nella ricerca e soccorso dei migranti, che sia via mare e sia via terra tentano di arrivare in Europa. Nel testo viene, anche, citato il delicato incarico della Guardia Costiera italiana impegnata nel difficile coordinamento del flusso immigratorio. Infine, vengono esposte le funzioni degli Hotspot e/o Centri di identificazione ed espulsione dislocati su tutto il territorio italiano.

Il rapporto sul fenomeno immigrazione, nasce dai fondamenti giuridici universali, delle varie Convenzioni internazionali, promulgati a partire dall'anno 1949, fino all'ultimo accordo dell'anno 2003, come quelle principali denominate: IMO, ILO, SOLAS, SAR, UNCLOS e SALVAGE, che dispongono il piano delle linee guida, sulle norme universali, per il rispetto dei diritti umani sul tema. Lo studio prosegue sugli scenari geopolitici che coinvolgono l'Europa. Dopodiché, alla luce delle suddette disposizioni ed osservanze delle stesse, sono state emanate negli anni diverse direttive in ambito UE, come nella fattispecie si ricordano i tre Trattati di Dublino degli anni 1990, 2003 e 2013, nonché il Trattato di Lisbona del 2009, in concomitanza del riconoscimento dei provvedimenti, nella legislazione italiana.

La relazione dal titolo “Memorandum sul fenomeno immigrazione” - redatto dal dr. Romeo Franco Tenuta - nello specifico, analizza, quindi, il fenomeno sociale e antropologico delle migrazioni di popolazioni diverse per etnia, in Europa, che a causa di problematiche economiche e politiche, si trasferiscono in un paese o luogo diverso, da quello di origine, generando, così, quei processi di regolamentazione e controllo, che stanno alla base della legittimità giuridica e governativa di ogni Stato e/o Nazione. L'immigrazione è uno di quei fenomeni sociali mondiali più problematici e controversi, in quanto, talora, produce effetti e conseguenze sul piano economico e politico. Oggi, proprio il territorio dell'Europa è diventato il punto di arrivo, per molti popoli del bacino del Mediterraneo e del Sud-est asiatico, che per motivi demografici e umanitari, a causa delle violazioni dei diritti umani e delle condizioni di povertà e miseria, dovuta alle guerre, ma anche al cambiamento climatico, sono attratti nel Continente europeo.

L'aumento vertiginoso, nell'ultimo decennio, dei flussi migratori verso l'Europa e soprattutto in Italia hanno avuto l'effetto di produrre una risposta politica e legislativa, non sempre coesa e compatta, da parte degli Organismi parlamentari europei. L'immigrazione, come suggerisce il nostro Autore, Romeo Franco Tenuta, rappresenta una sfida, dal punto di vista della sicurezza delle frontiere, ma anche una risorsa e un'opportunità, per tutti i paesi dell'Unione europea, che se programmata e controllata, possono trarre benefici da accordi bilaterali e/o multilaterali, per assolvere a specifiche esigenze lavorative di manodopera, nei Paesi di destinazione e nello stesso tempo risolvere il problema di sovrappopolazione dei Paesi d'origine, con la sottoscrizione di contratti governativi per l'uso e lo scambio di materie prime e/o fonti energetiche. In questo modo si possono prevedere e concertare provvedimenti normativi, nonché aiuti economici, per la fornitura di materie prime e manodopera in cambio di investimenti nel settore del manifatturiero, dell'industria e delle infrastrutture dei Paesi europei, nei territori sottoposti a migrazione. In questo scenario così complesso, la politica migratoria, implementata dal Parlamento europeo e da tutti gli Stati membri riuniti nel Consiglio, in quanto co-legislatori, sottolinea l'Autore, devono affrontare con fermezza e lungimiranza, le prossime sfide politiche, utilizzando specifici strumenti legislativi e normativi, nonché, attivando idonei strumenti operativi, per affrontare e gestire sia l'immigrazione regolare, che quella clandestina, soprattutto per operare una più equa e omogenea ridistribuzione dei migranti, nei territori di tutti i Paesi membri. In tal senso, come dice l'Autore, se all'Unione europea spetta l'onere della competenza di definire in autonomia, le condizioni e le prescrizioni per l'ingresso e il soggiorno, gli Stati membri, d'altronde, conservano la facoltà di stabilire i volumi e le quote di ammissione (quote cancellate dall'Italia, con l'ultima Legge 130 dell'anno 2020), per le persone provenienti da paesi terzi, in cerca di lavoro.

L'Unione europea affronta, anche, l'immigrazione clandestina, in particolare, attraverso una politica di rimpatrio, nel rispetto dei diritti fondamentali e in ottemperanza del diritto internazionale. All'uopo è opportuno citare l'art. 33, della Convenzione di Ginevra del 1951, sullo “status” dei rifugiati che stabilisce: “nessuno Stato contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori, in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche”.

Mentre, per quanto riguarda l'integrazione culturale di questi popoli, non è prevista alcuna armonizzazione degli ordinamenti normativi e delle regolamentazioni legislative degli Stati membri, ma ognuno agisce secondo un proprio piano di acquisizione e gestione. Il parlamento europeo, tuttavia, può offrire soprattutto un supporto di tipo finanziario. Secondo l'Autore, Romeo Franco Tenuta, dunque, affinché la macchina della diplomazia, nella cooperazione internazionale, per la salvaguardia dei diritti civili dei rifugiati politici e/o economici, possa davvero funzionare e produrre sinergie, nonché costituire un argine all'immigrazione incontrollata e contrastare il pericolo dell'infiltrazione di cellule terroristiche e/o di organizzazioni criminali, è necessario che gli Organismi esecutivi e governativi europei legiferino, in sintonia e in concerto con i legislatori dei singoli Stati membri, tra cui il Parlamento italiano, onde definire una comune e mirata azione di gestione e programmazione del fenomeno migratorio, che sia il fondamento giuridico di responsabilità civile e democratica, su cui edificare tutta la politica dell'Unione europea.

 

 

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