I Passaggi della Materia

I PASSAGGI DELLA MATERIA, mostra personale dell’artista Bruno Varacalli con gli scritti di Isabella Vincentini e dell’artista medesimo. L’esposizione a cura di Claudia Spada, presentata da Federico Palla assessore alla cultura e da Isabella Vincentini sarà inaugurata sabato 1° dicembre alle ore 18.00.
roma, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Disegno, colore e superficie, luci e ombre, variazioni di tono e di prospettiva, può la pittura dipingere lo spazio e il tempo?
Bruno Varacalli utilizza gli strumenti della pittura per creare vedute e illusioni prospettiche capaci di dare nuova forma allo spazio del dipinto. Immagini mutevoli, visioni, risonanze, sequenze, sovrapposizioni, costellazioni di memorie forgiano uno spazio non più euclideo o cartesiano, non più di vuoti e di pieni, di interni e di esterni, ma uno spazio in costante movimento, caotico, polimorfo, dove gli oggetti e le forme sono flussi di interazione dinamica, materia fluida e vivente. Dipinti in movimento verso un punto di fuga fuori dall’opera.

Nel lavoro di Bruno c’è un magma rutilante e incandescente che cerca in più direzioni: La turbolenza che frantuma lo sguardo, L’orizzonte del caos, L’eterno andare come indicano i titoli delle tele. C’è un movimento inarrestabile di infinite combinazioni: Geografie di mutazioni, Incidenze e coincidenze, sono alcuni dei nomi scelti dall’artista per queste tele.
I colori netti ed energici di Varacalli dipingono una tormentata erranza, un viaggio che è un eterno andare. Sono Riflessi in cammino, che riflettono, ripercorrendola, la genesi e la costruzione dell’opera. Sono schegge e tasselli di mutazioni, assenze, perdite che “riflettono”, sia nel senso di riverberare, come il mare riflette i raggi del sole, sia nell’accezione di riconsiderare la ricerca della propria strada artistica. Da questo “ri-flettere” volgendo la mente all’indietro verso uno ieri remoto, nasce l’emozione di un tutto di cui non ci restano che parti mutilate, brandelli, frammenti.

Di quale totalità en plein air fanno parte i neri e i viola di queste larghe e pastose pennellate, il violaceo e il violetto, i gialli e i verdi, i rossi e gli azzurri, il carminio e il cinabro, gli azzurri petrolio, cobalto, oltremare, il bianco zinco, il bianco calce e il bianco fumo? Di quale vuoto e di quale infinito sono gli emblemi? Da quale energia densa e oscura si diramano per diventare quintessenze di un moto e principio di vita che si protende verso l’infinito? Terra, acqua, aria e fuoco, gli elementi della fisica greca diventano i valori tonali di sfondi, paesaggi, memorie pagane da custodire. Sullo sfondo di queste reliquie di strade, città, uomini e case proiettati nel campo delle più recenti scoperte scientifiche della relatività, delle onde gravitazionali e dei buchi neri, c’è l’eco delle curvature della storia.

Cosa ritraggono, quali sono i soggetti di queste opere?
«Più che dalla forma, la mia opera scaturisce da una composizione di euritmie spaziali, dove pieni e vuoti tendono a creare una visione temporale, che nulla ha di determinato» ci dice Bruno Varacalli. Linee, tratti, ombre, luci e superfici aprono infatti inattese metamorfosi, si trasformano in rifrazioni di un fuoco primigenio, in un percorso figurativo dinamico attraversato da squarci, tracce e lacerti.
Sono innumerevoli le suggestioni e le domande che ci pongono questi dipinti. È la loro animazione interna che ci parla, l’irraggiarsi dei contrasti cromatici fino a creare improbabili parvenze oggettuali depositatesi come tracce nella memoria. Globi, sfere, volumi, riquadri, sezioni, sbavature, segni, figure, piccole macchie. Il colore imita le spigolature, i rilievi e i diversi gradi della luce e dell’ombra.
Quella di Varacalli è una pittura che si espande nel tempo e nello spazio provocando uno shock spaziale, uno spiazzamento di tensioni visive ed emozionali.

Quel tracciato oggi è sotto il nostro sguardo e ci obbliga, come l’illuminazione del diorama che crea l’illusione di una veduta reale, a focalizzare ogni volta un punto diverso dentro il quadro e a seguirlo. Il centro dell’opera infatti non è solo dislocato, è soprattutto un punto cinetico, in movimento continuo, che crea mutevoli e sempre diverse visioni a seconda di dove si posa lo sguardo
Isabella Vincentini

INFO:
I Passaggi della Materia di Bruno Varacalli
A cura Claudia Spada
Palazzo Chigi – Sala Orsini
Inaugurazione 1 dicembre 2018 ore 18.00
Piazza San Lorenzo 2 Formello – Roma
Dal 1° dicembre al 7 dicembre
Orari: dalle ore 16.00 alle 19.00 o su appuntamento

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