Storie e avventure di montagna. Marco Camandona e François Cazzanelli. Viaggio al centro del terzo polo. Everest 8.848m - Lhotse 8.816m

“L’obiettivo è la condivisione dell’amore e della passione per la montagna; e il vivere e condurre la spedizione nel pieno rispetto delle regole e della sicurezza”
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - sport) Cinquanta giorni in Nepal in cammino verso le vette dell’Everest e del Lhotse degli alpinisti e guide alpine valdostane Marco Camandona e François Cazzanelli che saranno raccontati in prima persona con la proiezione delle immagini e i commenti dal vivo sabato 4 agosto (ore 21.00) presso il Palazzetto dello Sport di Ponte di Legno, grazie ad un incontro organizzato dalla Pro Loco. Il montaggio delle immagini è a cura del fotografo Stefano Jeantet.

Una spedizione, che si è svolta la primavera scorsa, che ha visto prevalere l’“anima” di soccorritori alpini su tutto il resto, dove si sono dovute prendere delle decisioni inaspettate che hanno cambiato i programmi della cordata. Protagonisti sono stati Marco Camandona, che ha preparato ed allenato per due anni l’astronauta Maurizio Cheli e che lo ha poi accompagnato all’inseguimento del suo sogno di raggiungere la vetta dell’Everest; e François Cazzanelli con il suo cliente e amico, l’imprenditore Sergio Cirio, che anche lui sarà presente alla serata di Ponte di Legno. «L’obiettivo – dichiara Marco Camandona prima della partenza - è la condivisione dell’amore e della passione per la montagna e il vivere e condurre la spedizione nel pieno rispetto delle regole e della sicurezza».
Partiti lo scorso 10 aprile destinazione Kathmandu, Nepal, gli alpinisti italiani hanno trascorso la fase di allenamento e acclimatamento, di circa un mese, tra Namche Bazar, il campo Base dell’Everest - raggiunto a piedi percorrendo immense valli e ghiacciai immacolati - e i campi intermedi, in attesa della finestra di bel tempo per raggiungere la vetta a 8848 metri.
La montagna è una livella, azzera tutto. Quindi può succedere di soccorrere a 7400mt chi non ti aspetteresti mai, come uno Sherpa in edema polmonare dopo essere stato a 8000 metri, accompagnandolo (assieme ad altri Sherpa) a 6200 mt, al Campo 2 e fatto elitrasportare a Lukla dall’elicotterista italiano Maurizio Folini.

Può anche succedere di non poter raggiungere la vetta dell’Everest perché le bombole dell’ossigeno trasportate dallo Sherpa incaricato non sono arrivate per tempo e perdere così l’attimo per la salita. Perché una spedizione si vive negli attimi, si organizza con precisione maniacale: gli oggetti da portare, la distribuzione del carico dei pesi, le razioni di cibo e di acqua. E l’imprevisto può essere dietro l’angolo ed incalcolabile: purtroppo uno Sherpa che doveva portare delle bombole di ossigeno essendo stato male ha ritardato l’arrivo al Campo 4 rispetto agli orari stabili per la salita alla vetta; non essendoci abbastanza ossigeno per tutte e due le squadre una squadra ha dovuto necessariamente desistere, questo proprio per garantire la piena e totale sicurezza di tutta la cordata. Sergio Cirio ha così deciso di rinunciare alla salita nonostante le sue buone condizioni fisiche e Marco Camandona di cedere il passo a François Cazzanelli che non era mai salito sull’Everest.

Ma solo una settimana dopo, il 23 maggio alle 5 (ora italiana), le due guide alpine esperte, Camandona e Cazzanelli, raggiungevano la vetta del Lhotse, 8516 mt, la quarta montagna della Terra, senza l’ausilio dell’ossigeno, in puro stile alpino. La coppia valdostana è stata l’unica cordata italiana a raggiungerne la vetta nel 2018. Per Camandona il Lhotse è stato l’ottavo ottomila senza ossigeno supplementare. Marco è tra i pochi eletti al mondo ad aver salito le sei montagne più alte del terra: la prima, l'Everest (8848 m) nel 2010; la seconda, il k2 (8610 m) nel 2000; la terza, il Kangchenjunga (8586 m) nel 2014; la quarta, il Lhotse (8516 m) nel 2018; la quinta, il Makalu (8463 m) nel 2016; e la sesta, il Cho Oyu (8201 m). Quest’ultima si concretizza assieme con la vetta del ShiSha Pangma (8027 m) nel 1998, con la salita in velocità dei due ottomila a pochi giorni di distanza. A queste, per dovizia di cronaca, si aggiunge l’Annapurna (8091 m) nel 2006.

Per Cazzanelli il traguardo è altresì importante perché si tratta del suo primo ottomila senza l’ausilio di ossigeno supplementare, dopo la scalata dell’Everest della settimana precedente, dove il giovane alpinista di Cervinia è salito con l’ausilio delle bombole di ossigeno per garantire la sicurezza del cliente che era con lui. Il Lhotse è altrettanto importante per entrambi gli alpinisti, in quanto Cazzanelli, classe ’90, ha mosso i suoi primi passi sulle montagne, in giovane età, proprio con Camandona. Tra le numerose spedizioni fatte dai due alpinisti valdostani, di particolare rilievo è quella del 2012, assieme anche ad Emrick Favre sul Churen Himal (che consta di 3 cime, Centrale 7385 m, Est 7371 m, Ovest 7371 m) che fa parte del massiccio del Dhaulagiri, e dove aprirono una nuova via (certificata da Elizabeth Hawley) chiamandola “Princess Cecile Line”, sul Churen West quota 7000 metri, che si sviluppa su un dislivello di circa 2900 metri di cui 1200 di parete.

Il Nepal per i due alpinisti valdostani, non è solo Everest, Lhotse, spedizioni e scalate, ma è anche solidarietà e volontariato. Camandona, assieme alla moglie Barbara - sostenuti da numerosi volontari, amici e benefattori - gestiscono la Casa Famiglia Sanonani (che in Nepalese significa Piccolo Bambino), nella periferia di Kathmandu (dove le condizioni di vita sono più precarie), nata nel 2015 e dove alloggiano 25 bambini orfani e bisognosi, che hanno la possibilità di frequentare la scuola pubblica e continuare a vivere con le loro abitudini, perché l’intento principale è quello di aiutare queste persone nel rispetto e difesa della loro cultura, della loro lingua, religione e pensiero. Un modo concreto per ringraziare di quanto fa il popolo nepalese nei confronti degli alpinisti rispettosi della natura e dell’ambiente.

Il team per tutto il periodo della spedizione, è stato collegato ad internet grazie a telefoni satellitari di ultima generazione e seguito sui social: Instagram e FB. Numerosi anche i partner che hanno voluto accompagnare Marco Camandona in questa sua nuova spedizione, tra questi Millet, Grivel, Ferrino, Salice, Named Sport, Garmin e Top1 Communication.

Web: www.camandonamarco.com
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Web: www.sanonani.house
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