FIN Sardegna: apre uno sportello di psicologia dello sport

“Alla base ci sono valori imprescindibili nel perseguimento della salute psico-sociale dei cittadini – spiega Cattari - come per esempio la valorizzazione dell’amicizia e della diversità, l’essere onesti con sé stessi e gli altri senza tralasciare la componente divertimento che aiuta comunque a fare squadra e a coltivare la fiducia personale e all’esterno.
Cagliari, (informazione.it - comunicati stampa - sport)

 

La vita rivoluzionata in men che non si dica. Routine da rivedere, tabelle di marcia che assecondano dinamiche di tutt’altra matrice. Lo si deduce dalle testimonianze rilasciate allo psicologo dello sport Manolo Cattari da quattro talenti sardi del nuoto femminile: Francesca Sechi, Alice Maggioni, Anna Conti e Francesca Zucca (vedere in basso). Si soffre, in maniera diversa l’una dall’altra, ma con un massimo comun divisore che si chiama privazione.

Provando a mettersi nei panni di un’atleta è facile comprendere come la mancanza di allenamento uniforme e costante comporta delle dinamiche mentali, da salvaguardare in vista di quei momenti migliori che faranno il paio con la parola normalità. Ma il calvario è ancora lungo da percorrere e nel suo piccolo anche la FIN Sardegna non vuol lasciare i suoi tesserati in preda allo sconforto e alle inevitabili crisi di smarrimento che la pandemia sta scatenando.

E l’idea di uno sportello gratuito di psicologia dello sport, gestito dallo stesso Cattari, per alleviare questo momento di difficoltà del movimento, appare la più azzeccata tra quelle meditate di recente dal consiglio regionale FIN. “Gli atleti sfrutterebbero quest'occasione per avere una consulenza psicologica tramite le conference call anche di gruppo – illustra il presidente regionale FIN Danilo Russu – in un particolare momento in cui la dipendenza dal cloro inizia a farsi sentire. Purtroppo non sono tante le iniziative che la nostra Federazione sarda può fare, nonostante i nostri atleti continuino ad allenarsi a secco. La verità è che non possono sostituire l'acqua e accumulare tanto tempo inoperoso rende tutto più complicato. Abbiamo pensato di coinvolgere le nostre atlete più rappresentative al fine di capire come il nostro ambiente se la sta passando. Spero che le loro sensazioni ottimistiche siano recepite nel miglior modo possibile”.

L’ indiscutibile professionalità di Manolo Cattari non conosce confini sportivi. Lo abbiamo visto interagire con gli atleti paralimpici nel corso del famigerato progetto Agitamus. Ha avuto a che fare con gli specialisti di tiro a piattello, tennistavolo e tiro con l’arco. Non poteva trascurare la sua disciplina preferita, il nuoto: l’ha accompagnato negli anni della adolescenza e ancora adesso rappresenta un punto fermo della sua forma mentis. Attualmente collabora (come psicologo dello sport, ovviamente) con la FIN Sardegna e l’idea dello sportello non può che giovare all’intero movimento.

Ma come funziona? “Alla base ci sono valori imprescindibili nel perseguimento della salute psico-sociale dei cittadini – spiega Cattari - come per esempio la valorizzazione dell’amicizia e della diversità, l’essere onesti con sé stessi e gli altri senza tralasciare la componente divertimento che aiuta comunque a fare squadra e a coltivare la fiducia personale e all’esterno. Nella fattispecie lo sportello è rivolto a dirigenti, tecnici, atleti agonisti e non, ma possono accedere anche le federazioni che intendano lavorare e progettare interventi di carattere sociale, educativo, riabilitativo e rieducativo attraverso lo sport. Le finalità di questo strumento sono molteplici: si va dal sostegno emotivo all’alleviamento del disagio. Grazie all’aiuto specialistico, il fruitore può scoprire le proprie risorse psicosociali o recuperare capacità decisionali e di azione nelle situazioni di vita quotidiana”.

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