Sclerosi Multipla: a proposito dello studio Brave Dreams del prof. Zamboni

Non c’è stato alcun spreco di denaro pubblico e la vicenda della CCSVI è tutt’altro che conclusa, piaccia o non piaccia.
Trieste, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Sul Piccolo del 21 novembre l’articolo del prof. Giacca intitolato “La scienza dei social media e il metodo Zamboni”, dove ha seccamente commentato i risultati dello studio “Brave Dreams” per la sclerosi multipla. (http://m.ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2017/11/21/news/la-scienza-dei-social-media-e-il-metodo-zamboni-1.16146127 )

Verrebbe subito da chiedersi se il professore abbia letto per intero la pubblicazione (uscita solo il 18 novembre...) oppure si sia limitato alla lettura del riassunto (Abstract) e/o di alcuni comunicati stampa che sono seguiti alla pubblicazione.

Nel primo caso, avendo anch’io qualche rudimento scientifico sulla sclerosi multipla, dopo oltre 15 anni di malattia, avrà letto che nello studio sono state invece fatte delle scoperte importanti: ad esempio è stato riscontrato che il 74% dei malati di SM ha la CCSVI, come documentato sia dall'ecodoppler che dalla flebografia di follow-up, e che l’angioplastica non è affatto pericolosa, come indicato nello stessso Abstract dello studio.

Non c’è stato dunque alcun spreco di denaro pubblico e la vicenda della CCSVI è tutt’altro che conclusa, piaccia o non piaccia.
Ufficio Stampa