Costantino Ruggeri, Il linguaggio delle cose. Nella terra delle bollicine un’esposizione delle opere inedite del frate francescano

Mancano ancora poco più di due anni al centenario della nascita di Costantino Ruggeri, ma Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura è un’occasione troppo importante per non ricordare un personaggio che ad Adro è nato, e che Adro ha sempre portato nel cuore.
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Mancano ancora poco più di due anni al centenario della nascita di Costantino Ruggeri, ma Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura è un’occasione troppo importante per non ricordare un personaggio che ad Adro è nato, e che Adro ha sempre portato nel cuore.

«Con la mostra ‘Padre Costantino. Il linguaggio delle cose’ – spiega il sindaco di Adro, Paolo Rosa – l’Amministrazione Comunale di Adro intende, nell’anno in cui Bergamo e Brescia sono Capitale Italiana della Cultura, rendere omaggio ad un frate francescano di Adro che nella sua vita ha saputo coniugare il lato religioso a quello artistico».

«Padre Costantino – prosegue Rosa nel presentare la mostra – è riuscito nella sua vita a rappresentare tramite quadri, vetrate e arte sacra, quello che è il concetto religioso portandolo ad un livello terreno. Questa mostra vedrà l’esposizione di una ottantina di opere inedite, gentilmente concessi dalla Fondazione Frate Sole di Pavia, che sono frutto della prima parte della sua vita artistica. Opere che riprendono un concetto, quello del riuso, che oggi è sulla bocca di tutti. A dimostrazione di quanto Padre Costantino riuscisse già a guardare oltre».

«Siamo molto soddisfatti del cammino compiuto da questa mostra durante la fase della sua realizzazione – conclude Rosa –, sia per le collaborazioni che sono nate, sia per le prime risposte arrivate dal nostro territorio che non ospitava una mostra su Padre Costantino da oramai 17 anni. E l’anno della cultura ci è sembrata l’occasione giusta per far conoscere non solo ai nostri concittadini, un personaggio che ha portato in alto il nome della sua terra d’origine, sia a livello nazionale, che a livello internazionale».

Tra i sostenitori della mostra non poteva mancare Patrizia Galli, Assessore alla Cultura del comune franciacortino, che da sempre sostiene come le sale di Palazzo Dandolo siano la cornice naturale per le opere di ogni artista.

«Con questa esposizione dedicata a Costantino Ruggeri – sottolinea Patrizia Galli –, il Comune di Adro vede compiersi un’importante tappa che si auspica possa portare Palazzo Bargnani Dandolo a diventare un centro dedicato alla cultura e all’arte. L’auspicio è quindi che la mostra possa essere visitata da un numero significativo di appassionati o anche semplici curiosi, che avranno quindi modo di apprezzare l’artista poliedrico e ammirare anche il Palazzo in cui è ospitata e il paesaggio che ci circonda».

Tra gli appuntamenti in calendario, dopo l’inaugurazione di sabato 23 settembre, il convegno sull’arte di Costantino Ruggeri, sabato 11 novembre, dalle 9 alle 12, presso la Sala Consiliare di Palazzo Bargnani Dandolo, alla presenza tra gli altri del Prof. Ferdinando Zanzottera, Docente di Storia dell’Architettura presso il Politecnico di Milano, e lo spettacolo di mercoledì 25 ottobre (Palazzo Bargnani Dandolo, Sala Consiliare, ore 21).

«Questa mostra propone un nuovo sguardo critico, sull’arte di Costantino Ruggeri”. Così Giuseppe Marchetti, il curatore della mostra, introduce quello che per Adro e la sua gente è l’ultimo, ma soprattutto il più importante appuntamento in questo 2023 che vede Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura. “L’esposizione – prosegue Marchetti – individua, all’interno dell’immensa produzione di Costantino Ruggeri, un percorso che inizia nella prima metà degli anni Quaranta del secolo scorso dove, data la scarsità di mezzi a sua disposizione, l’artista dipinge su tutto ciò che incontra; carta, cartone, tavole di legno in disuso. E proprio all’interno di questa sua prima produzione troviamo delle opere su tavole di legno in cui la pittura si ritira in favore del supporto su cui è stesa; opere che mi permettono di supporre come lo stesso artista rimase estasiato dinnanzi alla capacità espressiva di queste tavole. Un rapporto, quello con i materiali, che cambierà a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta dove abbandonerà la figurazione, mai tradizionale, naturalista e realista, per diventare il cantore dei materiali da recupero. Materiali che non piegherà alla sua volontà di artista, ma ai quali riconoscerà un linguaggio ed ai quali adatterà il suo modo di lavorarli».

«Se devo azzardare un paragone – conclude Marchetti – possiamo vedere in Costantino Ruggeri un moderno San Francesco. Entrambi, per seguire la loro vocazione, hanno imparato a dialogare; San Francesco, con gli animali. Costantino Ruggeri, con le cose. L’aver imparato ad ascoltare e dialogare con gli oggetti porta Costantino Ruggeri a dover fare una scelta; rinunciare all’istinto dell’artista, trattenendo forse a fatica la mano pronta a creare, che da un lato lo ha limitato nella produzione delle sue opere, ma che dall’altro gli ha permesso di creare opere uniche con un loro linguaggio comunicativo».

Una mostra, quella in programma ad Adro dal 23 settembre al 31 dicembre, di cui si parlerà anche in Europa grazie all’on. Oscar Lancini, già primo cittadino di Adro durante la mostra del 2005. «Se la prima mostra su Padre Costantino ha posto l’accento sulla scultura del frate francescano – ha commentato l’Europarlamentare – in questa si potranno ammirare le opere giovanili in cui l’utilizzo dei più svariati materiali ha dato vita ad un’ampia produzione».

«Significativo – prosegue l’On. Lancini parlando dell’esposizione – è il fatto che la più felice dimostrazione del legame di Padre Costantino con la sua terra è anche l’ultima sua opera, il Volto della Franciacorta, la scultura collocata proprio ad Adro, che accoglie e da il benvenuto nella terra di Franciacorta».

«Ritengo importante sottolineare – ha concluso l’On. Lancini – che la mostra ha ottenuto il Patrocinio di Regione Lombardia e Provincia di Brescia. Ringrazio la Fondazione Frate Sole, dalla quale provengono tutte le opere esposte, e il Museo Diocesano di Brescia che ha gentilmente concesso la grande vetrata che i visitatori potranno ammirare. Infine un sentito ringraziamento va alla famiglia di Giancarlo Rubagotti che ha gentilmente messo a disposizione la propria collezione privata».

Dal 24 settembre la mostra sarà aperta al pubblico con i seguenti orari:

  • Venerdì, sabato e domenica, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 22.00;
  • Durante la settimana è possibile anche la visita guidata al mattino su prenotazione.

L’ultimo giorno utile per visitare la mostra è domenica 31 dicembre.

 

Per informazioni:

Comune di Adro

Via Tullio Dandolo, 55

Tel. 030.74 54 311

Biblioteca Comunale di Adro

Via Tullio Dandolo, 55

Tel. 030.74 54 344

mail: [email protected]

 

Costantino Ruggeri. Costantino Ruggeri, nato ad Adro (Brescia) nel 1925, da giovane frate è amico di due grandi maestri del Novecento: Lucio Fontana e Mario Sironi. Due geniali pittori lontanissimi del modo di fare e intendere l’arte, dai quali il giovane Costantino ha accolto ciò di cui il suo ingegno aveva bi-sogno. Da Mario Sironi (1885 -1961) accoglie un modo di fare pittura costruito attorno alla sintesi e all’essenzialità, alla sostituzione della descrizione con la costruzione di una forma spoglia, e a un modo di dipingere per via di levare e non di aggiungere. Infatti, l’amicizia con Mario Sironi gli ha permesso di abbandonare una pittura dal linguaggio descrittivo, realistico per una pittura espressa con scatti quasi furenti, tocchi veloci, sciabolate di pennello e forti contrasti di luce e ombre che costruiscono potentemente l’immagine.

 

Costantino Ruggeri, la vita. P. Costantino Ruggeri, nato ad Adro (Brescia) nel 1925, compie gli studi classici nei conventi francescani di Saiano e di Sabbioncello e quelli teologici nel convento di Busto Arsizio, ove realizza un ciclo di affreschi. Alla pittura dedica la sua giovinezza, sotto la guida e la stima di Mario Sironi, che in Lui riconosce il talento e ne ammira la dedizione. Nel 1951, terminati gli studi di teologia, è ordinato sacerdote nel Duomo di Milano dal cardinal Schuster e dello stesso anno è la sua prima mostra di pittura alla Galleria “S. Fedele” di Milano presentata da Mario Sironi. Nel Convento di S. Antonio in Milano svolge il suo ministero sacerdotale e si dedica alla pittura.

Nel 1954 riceve il 1° Premio di pittura “S. Fedele” e il 3° Premio “Marzotto”. Si accosta alla scultura alla fine degli anni 50. Dal 1958 al 1962 frequenta l’Accademia di Brera e riceve al termine degli studi il diploma di scultura con una tesi sui simboli epigrafici cristiani delle catacombe – relatore Luciano Minguzzi.

Coltiva incontri con artisti e architetti tra cui: Fontana, Dova, Capogrossi, Crippa, Le Corbusier, Alvar Aalto.

Nel 1959 lascia Milano e stabilisce il suo studio d’arte nel Convento di Canepanova in Pavia, ove prosegue nell’attività di pittore e scultore con la realizzazione di terrecotte e ceramiche per dedicarsi successivamente allo studio dello spazio sacro con il progetto di cappelle e la ricerca di nuove forme per l’arredo e la suppellettile sacra nonché dei paramenti sacri. Degli anni ’60 sono le esperienze di vetrate con cristalli colorati di Murano incastonati in pannelli di cemento e dal 1966 inizia la serie di vetrate artistiche in vetro antico soffiato legate in piombo.

Collabora con alcuni architetti italiani, tra cui Figini e Pollini, Giò Ponti, Gardella, Vaccaro, Gresleri, Trebbi e Nervi, per la costruzione di nuove chiese e, appassionatosi al tema, affronta, assieme all’architetto Luigi Leoni, la realizzazione di propri progetti di architettura sacra: chiese e complessi parrocchiali, santuari, cappelle e cenacoli di preghiera di istituti religiosi.

Del 1977 è la prima chiesa di Santa Maria della Gioia a Varese, successiva-mente le chiese del Tabernacolo e della Madonna della Provvidenza a Ge-nova, la chiesa di San Paolo a Rho, di Santo Spirito a Pavia, di San Bernardo a Roma e tre chiese nel Burundi.

Nel 1986 è incaricato dei lavori alla Cappella Feriale nel Duomo di Milano, realizzando in bronzo patinato tutti gli elementi del nuovo spazio liturgico. Nel 1987 riceve la commissione della costruzione del nuovo Santuario della Madonna del Divino Amore a Roma, consacrato il 4 luglio del 1999 da Papa Giovanni Paolo II.

Nel 1993, dopo alcuni viaggi di studio in Giappone, progetta, per la città di Yamaguchi, il nuovo santuario di San Francesco Saverio, che viene solennemente inaugurato il 29 aprile 1998.

Dal 1993 promuove, grazie alla Fondazione Frate Sole da lui creata, la valorizzazione dell’arte sacra istituendo il premio quadriennale “Frate Sole”.

Dal 1993 al 2004 assegna i premi internazionali a Tadao Ando, Alvaro Siza e Richard Meier.

Alla fine del 2006 è consacrata a Betlemme la nuova cappella della Theotokos, Madre di Dio, accanto al Santuario della Grotta del Latte di cui viene eseguito il restauro.

Il 24 giugno 2007, ad Adro, suo paese di origine, si inaugura l’ultima sua opera scultorea raffigurante il “Volto della Franciacorta”.

Il giorno seguente, il 25 giugno 2007, Padre Costantino si spegne all’ospedale di Merate, nei pressi del Convento di Sabbioncello, dove ha trascorso le sue ultime settimane di vita.

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