La prima GUIDA CONTRO IL GENDER GAP SUL LAVORO

A cura di Elisabetta Pieragostini, imprenditrice e scrittrice marchigiana
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - società)

 

 E' uscito il primo saggio italiano interamente dedicato alle politicy contro il divario di genere nelle aziende. L’autrice è Elisabetta Pieragostini imprenditrice e scrittrice marchigiana che ha subito sulla propria pelle la discriminazione sul lavoro e si batte per un modello d’impresa umano-centrico. 

 Nella classifica del Global Gender Gap Index che misura il divario di genere in termini di partecipazione economica e politica, salute e livello di istruzione, l’Italia si colloca al sessantanovesimo posto nel mondo su 146 nazioni. Se consideriamo gli stessi parametri declinandoli nel contesto europeo,  individuiamo il Belpaese alla venticinquesima posizione su trentacinque con punteggi non certo incoraggianti. Nel panorama delle opportunità professionali e all’interno dei più disparati contesti lavorativi, la forbice tra i due sessi si allarga ancora di più. Dalle  perenni distinzioni salariali, alla tutela del ruolo genitoriale,  sino all’accesso iniquo al welfare, in tutti i settori economici, le donne, al netto delle dichiarazioni ufficiali, non godono ancora di un’effettiva equità di trattamento rispetto ai propri colleghi uomini. Eppure, da alcuni anni, gli operatori e i soggetti  del nostro tessuto produttivo più all’avanguardia, stanno adottando policy fortunatamente in controtendenza.

 Merito di nuove linee comunitarie e ministeriali per la certificazione Uni 125:2022 riguardante la gender equality nei luoghi di lavoro,  recepite  da  aziende e organizzazioni. “Non siamo mica uguali! Verso l’uguaglianza di genere”  è la prima agile guida  aggiornata riguardante i principali indicatori per un’impresa all’insegna di una parità concreta. Un valore benefico per l’etica, per la giustizia sociale, per l’economia. Interviste, saggi, analisi e trattazioni sistematiche compongono un  mosaico completo di soluzioni da adottare per un futuro finalmente inclusivo.  Oltre a rappresentare un’acuta e a tratti spietata indagine su stereotipi antichi e duri a morire, il testo offre strumenti solidi per guardarli finalmente in faccia e provare a sconfiggerli. L’autrice è Elisabetta Pieragostini, già vincitrice del Premio Rosanna Santarelli per il suo contributo all’innovazione.  La scrittrice marchigiana è attivista ed interprete di un modello d’impresa umano-centrico, orientato ad uno  sviluppo al servizio degli individui  e avanzato sul fronte della transizione ecologica e della responsabilità sociale. Ritenuta, da anni, un punto di riferimento per l’imprenditoria all’avanguardia, partecipa a convegni nazionali sul gender gap, e coinvolge scuole e università in percorsi volti ad annodare saldamente il legame tra industria, progresso e giustizia. “La mia opera”-spiega la Pieragostini- che racconta di aver patito discriminazioni in un ambiente di lavoro "quasi esclusivamente maschile e maschilista" “prova ad offrire un compito culturale nuovo alle aziende per sottrarle alla loro identificazione esclusiva con il profitto. Stabilire legami con il circostante, relazionarsi con le comunità dei territori in cui operano, formare e crescere figure professionali, contribuire all’elaborazione di identità collettive, promuovere relazioni paritarie sono funzioni altrettanto vitali di una qualsivoglia traiettoria d’impresa.

 Misurano la capacità di un’organizzazione economica  di realizzare l’umano e la sua dignità”. Il primo lavoro saggistico dedicato alla certificazione anti-gender gap è pubblicato da Fall in Lov, la nuova linea editoriale italiana, firmata da Lov, interamente dedicata alla passione per le persone, le imprese, le conoscenze  concepite da donne e  uomini in grado di innamorarsi di una causa giusta.

Nelle foto  la copertina del testo

Ufficio Stampa
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