Anomalie di Deflusso Venoso Cerebrale per i pazienti con SM confermate da uno studio senese

Un nuovo interessante studio è stato pubblicato sul numero di settembre della rivista Plos One a conferma dell’esistenza di anomalie di deflusso venoso cerebrale nei malati di Sclerosi Multipla. Significativo è che lo studio sia stato condotto da un gruppo di neurologi facenti capo alla Azienda Ospedaliera Universitaria e all’Univarsità di Siena.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Un nuovo interessante studio è stato pubblicato sul numero di settembre della rivista Plos One a conferma dell’esistenza di anomalie di deflusso venoso cerebrale nei malati di Sclerosi Multipla. Significativo è che lo studio sia stato condotto da un gruppo di neurologi facenti capo alla Azienda Ospedaliera Universitaria e all’Univarsità di Siena.

La ricerca “Valutazione quantitativa con Sonografia Color Doppler del deflusso venoso cerebrale: uno studio comparativo tra pazienti con sclerosi multipla e controlli ” propone un metodo di valutazione quantitativa del deflusso venoso dato dalla differenza tra la quantità di sangue che defluisce dalle vene giugulari e vertebrali misurata in posizione orizzontale e quella misurata in posizione seduta (ΔCVF).

Lo studio evidenzia che esiste una significativa differenza della capacità di deflusso sanguigno dal cervello tra il gruppo dei malati di SM e il gruppo di controllo dei sani, essendo Il valore di ΔCVF risultato negativo nel 59,6% dei pazienti con SM e positivo nel 96,3% dei soggetti sani.

La ricerca conferma dunque che i malati di SM soffrono, in percentuale statisticamente significativa rispetto ai sani, di problemi di deflusso venoso dal sistema nervoso centrale.

Nella discussione conclusiva gli autori affermano:

“Lo scopo del nostro studio non era verificare la presenza della CCSVI e i suoi parametri sonografici, ma dimostrare se esiste un diverso valore quantitativo delle alterazioni emodinamiche tra pazienti con sclerosi multipla e controlli sani. Studi in corso aggiungeranno se valori negativi del ΔCVF sono in relazione con le lesioni cerebrali misurate con risonanza magnetica, l’ipoperfusione cerebrale, e la CCSVI.

In conclusione la valutazione quantitativa della gran parte del flusso venoso cerebrale può essere riproducibile come per il flusso sanguigno arterioso. Il nostro studio ha dimostrato che la valutazione quantitativa del flusso venoso cerebrale e la sua dipendenza posturale può avere una rilevante importanza emodinamica. ”

L’articolo è disponibile integralmente in:
http://www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0025012
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Ufficio Stampa
Gisella Pandolfo
Associazione CCSVI nella Sclerosi Multipla Onlus
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