Continua la repressione dell'Esercito di Algeri nei campi di Tinduf

Sul piano morale dobbiamo domandarci se gli abitanti o migranti di questi campi sono effettivamente liberi di godere le garanzie consacrate nei documenti delle Nazioni Unite? Domande legittime visto che spesso , troppo spesso in questi campi in territorio algerino le libertà fondamentali delle persone sembrano essere calpestati. Se non vi fossero problemi come mai né l’unione europea, ne le Nazioni Unite possono accedere?
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - servizi)

Alcune fonti di stampa stanno rilanciando la notizia che "  nella notte dal 20 al 21 novembre 2021, 5 km a ovest dei campi di Tindouf, elementi dell'esercito algerino hanno aperto il fuoco su Lakbir Ould Mohamed Ould sid Ahmed Ould El Markhi e Ould Mohamed Fadel Ould Laman Ould Chghibin. Il primo è stato ucciso sul posto e il secondo è stato gravemente ferito. Noti per essere contrabbandieri di carburante, i due sahrawi presi di mira provengono entrambi dalla tribù Sellam - Rguibat. Stavano viaggiando su un veicolo 4x4 quando i soldati algerini hanno sparato loro. Alle ultime notizie, i membri della famiglia di Lakbir Ould Mohamed Ould sid Ahmed Ould El Markhi si rifiutano di recuperare il suo cadavere. Questo è stato depositato da un deposito che funge da obitorio nel cosiddetto ospedale cittadino di Tindouf. Questo nuovo micidiale attacco armato infiammerà ulteriormente la situazione nei campi della vergogna. I rapiti a Tindouf continuano a protestare contro le condizioni disumane della loro vita e la privazione delle libertà più elementari, compresa quella di poter esprimere la propria indignazione" (https://lobservateur.info/article/101321/actualites/larmee-algerienne-tue-un-sahraoui-des-camps-de-tindouf-et-blesse-un-autre).

Questo episodio non è nuovo a Tinduf e mostra anche la situazione in cui versa la popolazione dei campi . Dove troppo spesso l'esercito interviene contro i rifugiati anche causando la morte di essi. Non possiamo dimenticare che all'inzio dell'anno , e precisamente il Il 7 Gennaio 2021, I Signori Felipe Gonzalez Morales, responsabile per diritti umani, la Signora Agnes Callamand, responsabile sulle problematiche relative alle esecuzioni sommarie e il Signor Nils Melzer , responsabile sulle questioni relative alle torture per le hanno notificato, a nome delle Nazioni Unite alla Repubblica di Algeria la nota AL DZA 7/2020.

“Questo atto composto da una parte principale e da allegati . In particolare i rappresentati delle nazioni unite nel documento citato chiedono di fare luce su “ esecuzioni extragiudiziali di due rifugiati saharawi da parte delle forze di sicurezza algerine in un sito minerario a sud della città algerina di Auinet Balakraa. Si dice che queste violazioni facciano parte di una tendenza più generale di violazioni sistematiche presumibilmente commesse dalle forze di sicurezza algerine contro rifugiati saharawi e minori migranti (….) Queste violazioni sembrano far parte di una tendenza più generale di violazioni sistematiche presumibilmente commesse dalle forze di sicurezza algerine contro rifugiati saharawi e minori migranti. Episodi simili di presunti abusi su minori migranti da parte delle forze di sicurezza algerine sono stati segnalati a gennaio e maggio 2020 vicino al confine algerino-Niger. Il 1 ° gennaio 2020, secondo quanto riferito, le forze di sicurezza algerine hanno ucciso tre minori migranti che cercavano di attraversare il confine”.

Inoltre prosegue il documento “i rifugiati del Sahara occidentale che vivono nei campi di Tindouf sono considerati rifugiati a prima vista dal 1975. Si stima che 173.600 sahrawi vivono nei campi di Tindouf, di cui circa 90.000 vivono in condizioni precarie, secondo il rapporto. per le stime sui rifugiati.2 La popolazione dei rifugiati rimane estremamente vulnerabile e completamente dipendente dall’assistenza internazionale per i propri bisogni primari e la sopravvivenza. La malnutrizione e l’anemia sono problemi comuni tra i saharawi nei campi di Tindouf, secondo il rapporto del Segretario generale (S / 2020/938). Le limitate opportunità economiche, legate al clima rigido e alla lontananza, hanno lasciato ai profughi saharawi pochissime fonti di reddito. In assenza di un quadro giuridico adeguato all’asilo, i rifugiati non beneficiano di alcuna protezione, poiché sono considerati persone in situazione irregolare”.

Dalla lettura di tutto il documento consultabile al sito (ttps://spcommreports.ohchr.org/TMResultsBase/DownLoadPublicCommunicationFile?gId=25805) emerge un quadro veramente drammatico che se provato pone diversi problemi sul piano etico e morale .

Sul piano etico , perché l’uso sistematico della forza sia contro coloro che vivono nei campi di Tinduf e le ripercussioni sociali che le famiglie dei malcapitati è un fatto che merita chiarezza e una risposta che sia soddisfacente.

Sul piano morale dobbiamo domandarci se gli abitanti o migranti  di questi campi sono effettivamente liberi di godere le garanzie consacrate nei documenti delle Nazioni Unite? Domande legittime visto che spesso , troppo spesso in questi campi in territorio algerino le libertà fondamentali delle persone sembrano essere calpestati. Se non vi fossero problemi come mai né l’unione europea, ne le Nazioni Unite possono accedere?

Viviamo in mondo che non può più tollerare aree dove non si possano verificare le condizioni dei profughi. Se si fa parte delle Nazioni Unite occorre applicare sempre i principi di questa organizzazione. La società ed il mondo di oggi non può avere solo il sospetto di aree prive di uno stato di diritto.

I campi di Tinduf sono in territorio algerino e per la trasparenza che ogni nazione deve dare non è possibile avere sospetti di mancanza di una corretta applicazione dei principi di legalità che si deve ad ogni Nazione.

Anche questi sono elementi che coloro che hanno a cuore i diritti umani dovrebbero valutare. Ma non solo. Queste zone grige presenti in Algeria possono a lungo pesare sulla popolazione algerina stessa.

Infatti, sempre più spesso le economie degli stati vengono valutate non solo in termini di risorse che dispongono nel proprio sottosuolo ma anche in termini di risvolti etici, morali o economici.

In altre parole, l’affidabilità sociale , la garanzia della salvaguardia dei diritti dell’uomo e dei migranti, l’assenza di uso massiccio della forza hanno sempre più peso nelle valutazioni di affidabilità economica delle nazioni . Il bilancio etico di una Nazione quindi riveste , non solo questioni di coscienza ma anche di natura economica .

Mi domando se fosse provato quanto affermato dalle Nazioni Unite non sarebbe il caso per l’Algeria porvi rimedio? Sarebbe un bene per l’intera umanità e per certi versi anche la riaffermazione di quei principi di libertà ed eguaglianza per i quali il popolo algerino ha lottato nella conquista della meritata indipendenza.

In conclusione dissipare le nubi conviene a tutti in primo luogo al mondo arabo ed algerino nel caso concreto.

Marco Baratto

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