1 aprile 2019, Nello Vegezzi, la rivolta e l'incanto

Nello Vegezzi, un poeta, uno scultore, un'amante del cinema. tam tam la vita, tam tam la morte, tam tam l'amore, Nello Vegezzi. In tre nudi versetti una sintesi del mistero di questo unica vita, che è stato nucleo fondante ed ispiratori di tutta la grande poesia, letteratura,, arte, musica ed diversa espressione dell'umanità.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Penso che molti rischi si presenterebbero davanti a coloro che vorrebbero occuparsi di un regista cinematografico, di un poeta, di un pittore e scultore, qual’è stato Nello Vegezzi.
Il più grande rischio, accentuato ancora di più in questo caso dalla vita ma sopratutto dalla sua complessa vicenda artistica di Nello Vegezzi, sarebbe quello della superficialità, dell’approssimazione con scarsa profondità, del mancato rispetto dei fondamentali e imprescindibili legami tra tutta l’opera e il suo contesto.
Contesto che nei lavori artistici di Nello Vegezzi, tanto legati all’ambito territoriale con una cultura della terra, finisce per costituire “Le radici dell’esserci” e “La terra ed Io”; la linfa vitale e l’essenza delle cose con tutta la sua “intima purezza”.
“Essere e tempo”, dato anche che il filosofo tedesco Heiddeger fu il pensatore che più appassionò e studiò Nello Vegezzi.
Ad un certo punto Nello Vegezzi ha sentito la necessità di studiare cinema, lasciandosi trasportare, con tutto il suo “atto d’amore” verso la “settima arte” (Dziga Vertov, Dreyer, Ejzenstein) a Parigi all”Istituto di Alti Studi Cinematografici per prendere e imparare qualcosa da chi il cinema l’ha inventato, conseguendo il diploma di regia e drammaturgia filmica.
Tutto il “sapere filmico” di Nello Vegezzi con il suo pensiero che il film deve essere “opera d’arte”, e non un altra cosa, con trasformazione della realtà con immagini in movimento ma fatto con la vita accanto sempre all’uomo, lo ha portato ad entrare nell’arena filmica già dal suo primo e unico film “Kartasis”, e a combattere contro i “manipolatori e contaminatori” di immagini e a tentare di ripararsi dai loro colpi.
Nello Vegezzi fu emarginato dal suo stesso lavoro filmico che divenne tutt’altra cosa, e il suo “cinema da fare” si scontró con il “cinema già fatto”, e a “Katarsis” gli venne pure cambiato titolo e divenne “Sfida al diavolo”.
“Il cinema malato, e il capitalismo non gli gettò neanche negli occhi una manciata d’oro” di Majakovskiana memoria, perché Nello Vegezzi non percepirà mai le novecentomila lire che gli sarebbe spettati da contratto come regista del film (notizia tratta dallo splendido articolo su Nello Vegezzi di Roberto Curti apparso sulla rivista “Blow Up.”, che sul film “Katarsis” ci ha scritto anche un libro, al momento purtroppo solo in lingua Inglese).
Il suo operare cinematografico di lavorare il film col film gli fu poi negato e caduto in una profonda depressione non si interessó più al linguaggio cinematografico e la sua lotta per immagini in movimento al di fuori della logica del sistema culturale imperante portò Nello Vegezzi ad attraversare altri “campi di battaglie” con “concentrazione e dedizione assolute”: la poesia e la pittura e la scultura definita da lui stesso accattoplastica.
Nello Vegezzi ha segnato tutto il suo tempo con le opere e pensieri, fu sempre presente alle lotte artistiche, al dibattito e al confronto, con militanza politica attiva con scelta marxista-leninista nel “Partito Comunista d’Italia (marxista-leninista)”.
Il “Circolo Itinerante Proletario Georges Politzer”, con il fondamentale contributo di Camillo Vegezzi (“Archivio Nello Vegezzi), cercherà di “illuminare”, alzando nuovamente il sipario, la figura artistica (“una delle più oscure, marginali e sofferte dell’Italia del dopoguerra” sempre Roberto Curti) di Nello Vegezzi e piantare questa volta un albero e non segarlo come fece lo stesso Nello Vegezzi, testimoniato dal suo cortometraggio, nell’attentato al pero, della “miracolosa fioritura” in pieno inverno, di “Mamma Rosa”.
Piantare un albero perché a volte il cinema e un film e una tela e una scultura e l’umanità di una figura artistica prende forma come la lentezza di una pianta che cresce.

Lunedì 1 aprile 2019
Ore 21:00
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