Asia (agosto 2007) analisi dell’ufficio studi di Union Investment

I mercati azionari asiatici nel mese di agosto hanno risentito pesantemente dell’aggravamento della crisi dei mutui subprime americani che ha minacciato di coinvolgere tutte le Borse a livello mondiale provocando una grossa crisi di liquidità
, (informazione.it - comunicati stampa - varie) I mercati azionari asiatici nel mese di agosto hanno risentito pesantemente dell’aggravamento della crisi dei mutui subprime americani che ha minacciato di coinvolgere tutte le Borse a livello mondiale provocando una grossa crisi di liquidità. Le ragioni sostanziali di questi forti contraccolpi sono dovute ai forti legami economici dei Paesi dell’area asiatica con gli USA. La gran parte della produzione asiatica è destinata all’esportazione verso gli Stati Uniti ed è quindi inevitabile un rallentamento della crescita in atto. La domanda degli USA verso l’Asia potrebbe diminuire e frenare così lo sviluppo economico dell’Estremo Oriente.

I mercati emergenti asiatici hanno perso la fiducia degli investitori meno propensi ora a rischiare. In alcune occasioni la pressione a vendere è stata talmente forte da far registrare perdite giornaliere molto elevate. L’ MSCI Far East (ex Japan) Index ha toccato un ribasso di quasi il 5 per cento, il punto più basso dagli attacchi terroristici al World Trade Center di New York dell’11 settembre 2001. La riduzione del tasso di sconto da parte della FED ha rimesso in moto i mercati dell’Estremo Oriente. Già in ribasso l’indice ha ripreso a salire e ha guadagnato nel giro di una settimana un buon 11 per cento, il maggior balzo in avanti degli ultimi 19 anni. La chiusura mensile però alla fine è stata caratterizzata da segno negativo.

In questo scenario sono passati un po’ in secondo piani gli ottimi risultati di bilancio presentati dalle aziende per la prima metà dell’anno. Solo le Borse di Hong Kong e Cina si sono distinte contrapponendosi a questa tendenza negativa. Hong Kong si è avvantaggiata di nuove misure prese dal governo cinese per cui ora è possibile agli operatori economici di una certa regione della Cina acquistare titoli quotati alla Borse di Hong Kong. Grande richiesta si è avuta soprattutto per gli h-Shares che fanno parte dell’indice Seng, in vista dello sconto degli A-Shares. In una prospettiva a lungo termine la situazione resta favorevole, mentre a breve si dovrà fare ancora in conti con una crescente volatilità. Dato che riteniamo che la pur profonda crisi delle Borse americane per i mutui subprime non dovrebbe danneggiare consistentemente la situazione economica americana nel suo complesso, riteniamo ancora una volta che i mercati asiatici siano un buon settore d’investimento. Lo scenario macroeconomico di contorno resta buono, con Cina e India che continuano a essere i motori trainanti della regione.

Anche dal fronte delle imprese arrivano segnali che fanno ben sperare con utili in crescita. Nel corso dei prossimi mesi però la sviluppo dei mercati emergenti asiatici potrebbe però subire nuove battute d’arresto. Fattori di rischio, oltre al perdurare della crisi dei mutui subprime, sono rappresentati tra l’altro dall’aumento dei costi, dovuti soprattutto all’aumento delle retribuzioni. Anche le valutazioni attuali, un po’ troppo ambiziose, potrebbbero portare a un ulteriore nervosismo dei mercati. Un altro fattore di rischio per i mercati asiatici è rappresentato dall’alto o addirittura sempre più alto costo del greggio, senza dimenticare poi le turbolenze derivate dal problema degli A-Shares della Borsa cinese. Anche se il governo sta cercando di adottare misure moderate per risolvere la questione finora si sono avute risposte scomposte e spaventate da parte degli operatori e le ripercussioni hanno colpito l’intera area asiatica.

A breve e medio termine dovremo quindi continuare a fare i conti con una crescente volatilità accompagnata da pesanti correzioni che potrebbero però essere presto superate in buona parte grazie all’attuale liquidità. A lungo termine perciò i mercati emergenti dell’Estremo Oriente mantengono la loro caratteristica di interessanti obiettivi per le buone potenzialità che dimostrano, attirando flussi globali di capitali alla ricerca di promettenti occasioni d’investimento.
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