Marco Carra: le nostre proposte per la riforma delle aree protette

Intanto la Giunta Maroni litiga.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - agricoltura) Sedici ambiti regionali di sviluppo sostenibile, dove fare l’e-commerce dei prodotti tipici, non solo agricoli, e poter recuperare borghi storici o intervenire sui corsi d’acqua, sulla qualità dell’aria, sulla protezione del suolo. È l’idea di riforma dei parchi regionali del Gruppo regionale del Pd e del Patto civico per Ambrosoli che lo hanno presentato oggi, sabato 15 ottobre 2016.
Questa riforma era attesa da tempo, soprattutto dai soggetti interessati. Ma oggi ci troviamo con due idee opposte: quella del presidente Maroni che vorrebbe far coincidere i nuovi parchi con i ‘suoi’ otto Cantoni; e quella dell’assessore all’Ambiente Terzi che vuole genericamente razionalizzare, ma di fatto sta demandando alle stesse aree protette il compito di decidere o non decidere.
Pur avendo presentato 90 emendamenti, ci siamo accorti che rispetto alle idee e ai testi che circolano, non bastano, bisogna dare una scossa, sia per accelerare i tempi, sia perché gran parte dei concetti che vengono avanti non sono emendabili e non c’è possibilità di mediazioni. Invece, noi abbiamo lavorato molto per arrivare a una proposta precisa che valorizzi le nostre aree protette. Siamo convinti che si possa fare e in questo chiediamo il conforto delle associazioni ambientaliste e dei parchi stessi.

E infatti la nostra proposta di legge viene proprio dal basso, da chi è veramente interessato. La nostra proposta si basa su un sistema regionale della biodiversità fondato sulla Rer, la Rete ecologia regionale, organizzato sulla base di Ambiti regionali di Sviluppo sostenibile, definiti su base territorialmente omogenea.
Ecco, dunque, l’idea di 16 ambiti: Alta Valtellina e Livignese; Adda prelacuale e Orobie Valtellinesi; Sistema del Lario; Insubria, laghi varesini e lago Maggiore; Sistema del Ticino; Sistema Metropolitano Milanese; Valle dell’Olona; Valle del Lambro e Brianza; Adda–Serio; Colline bergamasche e Sebino; Valle dell’Oglio sub-lacuale; Orobie Bergamasche; Valle Camonica; Sistema del Garda e Valli Trompia e Sabbia; Sistema del Mincio–Oltrepò Mantovano; Oltrepò Pavese e Sistema del Po.
In questo progetto, sono organi dell’Aress il presidente, il consiglio di gestione, la comunità dell’Aress, il collegio regionale unico dei revisori dei conti. La Regione partecipa alla Comunità dell’Aress con una quota pari al 25%, passando da mero controllore a protagonista attivo. Quali saranno i compiti di questi nuovi ambiti? Avranno un ampio ventaglio di possibilità di intervento: dall’educazione ambientale alla promozione turistica, dalla conservazione e innovazione del paesaggio allo sviluppo sostenibile e al sostegno alle attività economiche, agricole e produttive, dalla promozione della vendita on line dei prodotti delle aree tutelate fino al restauro dei centri storici e dei nuclei abitati rurali o alle opere di risanamento dell’acqua, dell’aria e del suolo.
La legge che presentiamo cerca di mettere insieme ambiti omogenei dentro i quali non vi sono solo le aree protette e quindi già tutelate, ma tutto il territorio regionale. Quindi è una proposta che cerca di far dialogare l’intera Lombardia: è questa la vera novità. E la sfida è mettere insieme le molte diversità della nostra regione affinché si passi da una mera politica di tutela a una di valorizzazione territoriale, che produca benefici economici attraverso i servizi ecosistemici. In sostanza, dal nostro punto di vista, l’ambiente non va ingessato, ma valorizzato come una vera, importante, imperdibile risorsa”
Ufficio Stampa