EXPO2015: IL PROGETTO ARCHITETTONICO DEL PADIGLIONE CASA DON BOSCO

L’occasione di essere presenti ad EXPO 2015 con un proprio padiglione ha messo in luce l’opportunità di riflettere su un particolare tema progettuale: quello della casa o, per meglio dire, del fronte della casa.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - non profit) L’occasione di essere presenti ad EXPO 2015 con un proprio padiglione ha messo in luce l’opportunità di riflettere su un particolare tema progettuale: quello della casa o, per meglio dire, del fronte della casa. Il tema generale di EXPO è stato coniugato all’educazione, all’importanza di questo nutrimento per i giovani, alla “missione” di educare la gioventù, tanto da pensare CASA DON BOSCO come uno spazio che, a manifestazione conclusa, continuerà a vivere come centro educativo dedicato ai giovani. L’esposizione universale è sempre un’occasione importante per poter mettere in relazione, in rete, i pensieri e i desideri di ognuno. La committenza ha pensato, con un atto di modestia, di immaginare il padiglione come una casa. Da questo input è nato il progetto architettonico. CASA DON BOSCO vuole mostrare di essere un luogo rassicurante, un posto dove stare, anche solo per riposare, una sorta di rifugio.

La forma e l’idea del padiglione nascono sintetizzando la semplicità di un disegno di un bambino, nella grandezza di una villa di Palladio. E’ stata creata un’immagine asciutta, quasi primordiale alla ricerca dell’archetipo di casa, al fine di dare vita ad un progetto fortemente identitario e riconoscibile, quasi iconico, qualcosa che fosse subito leggibile dalle esperienze di ciascuno come casa, facilmente memorizzabile e interpretabile in quanto immagine già radicata, sedimentata nella memoria di tutti. Della casa vengono proposti i concetti principali: il tetto a capanna e il portico. Il tema del portico è tema caro alla casa perché si pone come elemento con funzioni miste: un po’ pubblico, un po’ privato e allo stesso tempo uno spazio di accoglienza, riparo, riposo e incontro. La forma del padiglione è molto tradizionale, un rettangolo con due fronti importanti sui lati corti e con lati lunghi trattati con due superfici rigorosamente chiuse perché la gerarchia è data dalla presenza del decumano e di una piazzetta. Lo spazio interno è costituito da un unico grande vano con il tetto in legno a vista (oltre ai locali di servizio posti sulle teste) che sarà modulato con l’allestimento in modo differente, a seconda degli eventi che si svolgeranno.

Il padiglione è stato pensato per essere costruito tenendo presente il criterio della sostenibilità, per essere facilmente smontato e rimontato e per diventare una scuola e un centro per i giovani; ideato con materiali che abbattano la produzione dei rifiuti e che possano essere riutilizzati. La struttura è in acciaio e legno lamellare, la coibentazione è in pannelli sandwich rivestiti all’interno con pannelli in OSB e pirotite, e all’esterno con pannelli in OSB sui quali è stato montato un successivo strato di finitura in canapa (anche sul tetto). Con quest’ultimo accorgimento si è creata una superficie omogenea che offrisse ed esaltasse quel senso di sobrietà ricercato.







Il volume, a parte le teste scavate dei portici, realizzate in modo quasi scultoreo attraverso l’impiego di pannelli in legno multistrato a vista e verniciato, doveva mostrarsi quasi come un sacco. E’ stata utilizzata una fibra naturale per restare nel segno della sostenibilità, ma anche per offrire un messaggio diverso. In una rassegna dove si parla di cibo non si poteva non pensare che il riso, i fagioli, il grano, il mais, per secoli sono stati conservati nei sacchi.

L’educazione, la cosa più preziosa per la gioventù viene quindi alimentata, fatta crescere e conservata con tutta la cura possibile. L’allestimento interno è pensato per creare, attraverso degli appositi totem, ambienti legati all’accoglienza e ad una informazione rapida, spazi di approfondimento tematico, luoghi per gli eventi; il tutto modulabile secondo anche altre esigenze. Gran parte dell’esterno è pavimentato in legno, alcune parti residuali seminate a prato. L’esterno sul lato del decumano è arredato con delle panche fisse che, relazionandosi con il portico, ricreano l’idea del cortile, tema fondamentale nel sistema educativo di Don Bosco.

CREDITI
Localizzazione del progetto: Expo Milano 2015- Lotto N36 “CASA DON BOSCO”
Committente: Don Bosco Network- VIS
Responsabile dei Lavori: Don Claudio Belfiore
Project Management: dott. Ercole Lucchini
Partecipant Technical Supervisor: arch. Vittorio Giacomin
Progetto architettonico: architetti Vittorio Giacomin, Maurizio Boldrin, Ilaria Saugo
Progetto delle strutture: ing. Federico Zago
Progetto impianti meccanici, idrici, antincendio: p.i. Fidenzio Benedetti
Progetto impianti elettrici, speciali: p.i. Carlo Deganello
Progetto illuminotecnico: Telmotor s.p.a.- consulente Nicola Bortolaso
Direzione Lavori: arch. Maurizio Boldrin, arch. Ilaria Saugo
Coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione: arch. Vittorio Giacomin
Collaudatore: ing. Luigi Rebonato
Superficie del lotto: 747 mq
Superficie del Padiglione: 350 mq
Inizio lavori: 04 febbraio 2015
Fine lavori: 26 aprile 2015
Impresa affidataria: Impresa Rigamonti s.p.a.
Carpenteria in legno e ferro: Fratelli Borromini s.n.c.
Impianti elettrici: Bertoldo Impianti s.r.l.
Impianti idrici, meccanici: CTP Perozzo Impianti s.r.l.
Esecuzione allestimento: Bonetto Artlegno s.r.l., Calligaris s.p.a.
Contenuti digitali: Missioni Don Bosco, Neide

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