Riparte il Gran Salone Margherita a Napoli

Successo e speranze per il ristrutturato locale.
Napoli, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Inaugurato dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha preso il via il rinascere del “Gran Salone Margherita”, un ristorante, con all’entrata una caffetteria con forno a legna per le pizze. Così è stato trasformato, con la volontà di Susi De Rosa e Fabio Corpo che l’hanno rilevato, quel locale sede dello storico e sportivo “Bar Pippone”, dove si era soliti seguire lunghe file per l’acquisto di un biglietto della squadra di calcio del Napoli e dove scendendo la scalinata si raggiungevano dapprima le sale biliardo per poi giungere a quella parte che costituiva il foyeur del Gran Salone Margherita. Con l’attuale ristrutturazione della parte inferiore, come anche tutta la zona bar superiore, si è cercato di lasciare più o meno intatti quelli che erano i tratti storici di quello che restava. Oltre al primo cittadino, sono intervenute altre autorità politiche come il sindaco di Melito, Antonio Amente, l’on. Luciano Schifone e tanti giornalisti come Diego Paura responsabile delle pagine di Spettacolo e Notte & Giorno del quotidiano ROMA, il più storico dell’Italia meridionale, Dino Piacenti con le telecamere di “We Can Dance”. Tantissimi gli artisti e campioni dello sport intervenuti, molti dei quali per rivolgere un augurio di successo alla nascente rinnovata location sono saliti anche su quel palco che ricordiamo essere stato lo stesso di Raffaele Viviani, Totò e tantissimi artisti straordinari, personaggi, che furono il vanto dello spettacolo e cultura partenopea, anche negli ultimi anni di spettacolo vissuti in questo locale con compagnie come quella di Trottolino. C’erano Pino Mauro, Monica Sarnelli, la cantante – attrice Anna Capasso, Enzo Gragnaniello, Valentina Stella, Ciccio Merolla, il campione mondiale di pugilato (medaglia d'oro nella categoria Superleggeri nelle olimpiadi di Mosca del 1980) ed attore Patrizio Oliva, la cantante Emiliana Cantone e Cinzia Capuozzo. Partecipe alla serata con i suoi appassionati ed appassionanti scatti fotografici anche Gennaro D’Aria, meglio conosciuto come 'O Masto d' 'a Pizza, che ha ricordato anche i suoi anni giovanili quando viveva in prima persona la vita dello spettacolo che era il fulcro di Napoli. La speranza è certamente quella che Napoli torni a vivere almeno una piccola parte dei fasti vissuti con spettacolo, arte e musica. Quei periodi storici, che chi li ha vissuti, ricorda con orgoglio e passione perchè ci rendeva famosi nel mondo con feste come la Piedigrotta, con gli storici e maestosi carri allegorici che sfilavano dalle grotte sotto Materdei, dove venivano realizzati con carta pesta abilmente lavorata (come anche in comuni vicino Napoli che li facevano giungere nel capoluogo), per piazza Dante, via Toledo, piazza Del Plebiscito, villa comunale, Mergellina (la Basilica di Santa Maria di Piedigrotta), per poi salire al Vomero da dove riscendevano al punto di partenza, seguiti da tante persone con vestiti artigianali di carta. Accompagnati da tradizioni suggestive, come il coppolone (un grande cilindro di carta, sorretto da uno spago ad una lunga canna che si usava far scendere, per qualche istante, sino a coprire il volto di uno dei due elementi, maschile o femminile che stavano godendosi il passaggio dei carri), gli scopettini (strisce di giornale legate alla punta di un’asta) che si usavano scherzosamente agitare davanti ai visi dei passanti, o le palle con la segatura legate ad un elastico con le quali si colpiva sempre con gran gioiosità le persone. Poi c’erano i suoni del triccaballacche, dello scetavajasse, della caccavella, d’‘o putipù, della tofa, un orcio tipo "mmummarella" nel quale si soffiava emettendo un suono cupo e profondo simile a quello del corno e il tamburrello, strumenti musicali che ne costituivano altra attrattiva. Un gioco di vita, di vitalità, di spensieratezza, nonostante i problemi che sempre ognuno di noi ha vissuto, in ogni momento storico, che però a quell’epoca dava felicità, gioia, appagamento d’ogni necessità che ci circondava e che necessariamente andava affrontata, e che ora invece con la tecnologia sono momenti dimenticati e resi avulsi in un mondo dove la solitudine viene appagata da ciò che apparentemente ci rende più uniti, ma in concreto umanamente distanti fra noi. Oppure i tempi del Festival della Canzone Napoletana, noto sin dal 1952 nel mondo come Festival di Napoli, trasmesso per anni dalla Rai, che con il maestro Giuseppe Anepeta portava nel mondo quelle note e quella musica tanto melodiosa che probabilmente resterà solo un ricordo del vinile e neppure quindi con alte incisioni. Gli artisti presenti hanno comunque espresso un grido di risveglio con la loro partecipazione alla serata, lanciando un input agli attuali titolari del Gran Salone Margherita, perché rinasca e si richiami il turismo e l’interesse per Napoli, attraverso proprio questa struttura che con spettacoli di Cafè Chantant ed altre melodie e rappresentazioni, potrebbe programmare eventi di accoglienza ai turisti che con navi da crociera o altri mezzi giungono nella nostra città. Un plauso, va comunque già fatto a questi imprenditori napoletani che hanno voluto ricordare il fasti della bella epoque napoletana, creando un locale accogliente, che come nelle loro aspirazioni mira a divenire il salotto della Napoli centrale tra piazza Municipio e piazza del Plebiscito, di fronte al Teatro di San Carlo, sotto la galleria Umberto I, con accesso da via Santa Brigida anziché come all’epoca di attrazione dello storico Salone, da Via Verdi. La grande Miss Lady Chef Lisa Buonocore, parente dei titolari, ha nella serata inaugurale affascinato tutti con i sapori della sua cucina e con le sue torte e dolci vari, con gran collaborazione della sua figliola. Una strada intrapresa da Fabio Corpo e sua moglie Susi De Rosa, ai quali gridiamo: Ad maiora!.... per la loro impresa e per sempre maggiori successi a Napoli.
Giuseppe De Girolamo
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