Esodo Estivo Primo Weekend Agosto 2016; 10 milioni di turisti in viaggio

Fonte: Giornale Informazione Quotidiana
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Istituto Europa Asia IEA EUROPASIA Europe Asia Institute

Esodo Estivo Primo Weekend Agosto 2016 – Prospettive turistiche della stagione estiva – IEA Istituto Europa Asia e Cescat Centro Studi Casa e Territorio
10 milioni di turisti in viaggio

Milano, Roma 29 luglio 2016

L’estate turistica 2016 nelle elaborazioni di Cescat-Centro studi ambiente e territorio

RIPRESA, PIU’ ITALIANI E STRANIERI IN VACANZA, RISCATTO DEL SUD

Da oggi venerdì 29 a domenica 30 su strade e autostrade 9-10 milioni di viaggiatori.

A Milano, aeroporti e stazioni ferroviarie con quasi un milione di passeggeri

E’ una conferma. Come già previsto da Cescat-Centro studi casa ambiente e territorio di Assoedilizia, elaborando dati propri e di altre fonti, per stilare previsioni attendibili (se non si verificano imprevedibili e catastrofici eventi capaci di incidere sull’andamento turistico), l’estate 2016, da giugno a settembre, è la migliore dal 2008, inizio della crisi. Con alcune notevoli ombre.

Cominciamo con le previsioni del prossimo weekend, il primo dei cinque che per consuetudine si definiscono di esodo e controesodo: sulle strade da oggi venerdì 29 a domenica 30 luglio si conteranno circa 9/10 milioni di viaggiatori (le cifre più alte della stagione si toccheranno nei giorni 5-7 agosto con 11/12 milioni). Aeroporti e stazioni ferroviarie milanesi registreranno circa 1 milione di passeggeri.

Le previsioni nazionali.

Quasi ovunque i segni positivi: più italiani in vacanza, mentre è continuata la crescita dell’afflusso dei turisti stranieri che comunque da sempre, anche negli anni di vacche magre del turismo interno, hanno limitato il bilancio negativo.

Tenendo sempre presente che parliamo dei mesi centrali dell’anno durante i quali l’Italia, che è al terzo posto in Europa dopo Francia e Spagna per movimento turistico complessivo, conquista il primato continentale.

Però per inquadrare adeguatamente la nostra affermazione nel contesto internazionale, bisogna dire che, mentre in Italia si prevede nel 2016 l’arrivo di quasi 55 milioni di turisti stranieri (oltre 190 milioni le presenze giorni-turista, attorno ai 385 milioni di presenze compresi gli italiani) provenienti principalmente da Germania, Usa, Francia, Regno Unito, Svizzera, nella classifica mondiale non andiamo al di là del 5° posto per arrivi – preceduti da Francia, Usa, Spagna e Cina, nel 1970 eravamo al primo posto – e del 7° posto per introiti valutari (prima di noi Usa, Cina, Spagna, Francia, Thailandia, Regno Unito, dati 2015 dell’Omt-Osservatorio mondiale del turismo).
Per citare: la Gran Bretagna, all’ottavo posto per arrivi, ci supera per introiti valutari: la spesa pro-capite in termini reali è passata dal 2001 al 2015 da 1035 euro a 670 euro; una diminuzione del 35%.

E gli impieghi diretti nel turismo che in Italia sono di 1.120.000 posti di lavoro (2.600.000 con l’indotto), nel Regno Unito sono 1.800.000 e addirittura oltre 3 milioni in Germania.

Sostanzialmente, pur nel positivo, poco o nulla è cambiato. Sempre considerando il periodo 2001 – 2015 gli arrivi in Italia sono cresciuti del 50%, ma nel mondo sono cresciuti del 75% (lo scorso anno i turisti sono stati 1 miliardo e 186 milioni con un giro d’affari di oltre 7.900 miliardi di dollari).

Comunque c’è una bella conferma già segnalata lo scorso anno: il settore si è rafforzato anche al Sud, dove si registra una presenza di quasi metà degli italiani assieme a una forte crescita del turismo internazionale.

Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna, Sicilia dovrebbero registrare quest’anno incrementi dal 9 al 20% rispondendo al sogno di Mediterraneo di italiani e stranieri che per motivi di sicurezza rinunciano a Tunisia, Egitto, Turchia.

Vedere metà degli italiani scegliere per le proprie ferie soprattutto il Sud quale punto nevralgico del riscatto di un’intera area, rafforza nel convincimento che l’Italia ha ancora tante doti turistiche da valorizzare. Il Mezzogiorno ha 18 “patrimoni dell’umanità” e cioè più di tutta l’Inghilterra ma nel 2014 ha incassato 3,238 miliardi di dollari contro i 45,5 del Regno Unito. E nel 2015, dice il dossier Ciset e Confturismo, ha accolto in totale il 12,2% dei turisti stranieri. Poco più della metà del solo Veneto (20,5%) che con Lombardia, 14,1% compreso il cosiddetto turismo d’affari), Toscana (13,2%), Lazio (13,1%) ha coperto il 60,9% del totale.

Le mete. Venezia si appresta a superare il record 2015 dei 27 milioni di arrivi. L’affollamento soprattutto nei week-end, così come avviene nelle Cinque Terre, a Pompei, Roma, Firenze eccetera induce a proporre un regolamento degli afflussi.

Analizzando le tipologie di soggiorno scelte, resta l’hotel il leader incontrastato: il 24,5% continua a preferirlo (ma nel 2014 era il 27%) seguito, nell’ordine, dalla casa di parenti o amici con il 21,7% (rispetto al 20,1% del 2014), dall’appartamento in affitto con il 12,1% (10,2% nel 2014), dalla casa di proprietà con il 10,6% (rispetto al 16,9% del 2014) e, infine, dal villaggio turistico col 7,6% (7,2% nel 2014). Alberghi ed esercizi complementari totalizzano circa 160.000 unità con 4.900.000 posti letto.

Secondo l’indagine sui consumi turistici estivi (che riguarda tutti i tipi di vacanza, non solo quella in albergo) il 79% degli italiani preferisce la spiaggia. Segue in classifica generale la montagna con l’8% delle preferenze, le località d’arte maggiori e minori con quasi il 6%, le località termali e del benessere con il 2,7% della domanda e in leggera risalita le località lacuali dove si attesta il 3% della domanda complessiva italiana.

Considerazioni conclusive. Il contributo che turismo e cultura possono dare alla crescita del Paese e alla creazione di posti di lavoro trova nei dati suesposti una conferma e insieme l’impulso per continuare a sviluppare il settore. Però, perché il Paese possa non solo mantenere ma conquistare posizioni nella classifica dell’”industria invisibile” occorre che si realizzino alcune condizioni che Achille Colombo Clerici, presidente di IEA e di Cescat così riassume: “Mancano grandi tours operators italiani che lavorino nei mercati emergenti, Cina e India in particolare, per conquistere i nuovi flussi del turismo; mancano investimenti cospicui per una adeguata rete/attrezzature di trasporto ( esempio treni speciali ) ed una rete di strutture ricettive di medio livello destinate alle masse turistiche, e prezzi contenuti come denunciano 4 turisti stranieri su 10. Il turismo e’ prevalentemente stagionale e la sua promozione è dispersiva e frammentata perché affidata alle singole Regioni. Occorre, lo diciamo da tempo, una vera politica turistica, senza la quale ci limiteremo, come abbiamo fatto finora, semplicemente ad accogliere chi arriva.”

Qualcosa si muove. Con la riforma costituzionale il turismo tornerà di competenza dello Stato; mentre proprio in “zona Cesarini”, a pochi giorni dalla scadenza imposta dall’Europa, si è approvato un Fondo di garanzia privato per rimborsare i turisti vittime di inadempienze da parte degli operatori turistici.
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