TeatrOltre, quattordicesima edizione: 32 spettacoli e 34 serate nei 9 Comuni della Provincia di Pesaro Urbino

17 GENNAIO, PESARO | TEATRO ROSSINI: ANAGOOR presenta "VIRGILIO BRUCIA"
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Comune di Pesaro.
Fondazione Teatro della Fortuna – Fano.
Comune di Urbino.
Comune di Corinaldo
Comune di Mondavio.
Comune di San Costanzo.
Comune di San Lorenzo in Campo.
Comune di Senigallia.
Comune di Urbania.
AMAT
con il contributo di:
Regione Marche.
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

32 spettacoli _ 34 serate

PROGRAMMA

17 GENNAIO
PESARO | TEATRO ROSSINI
ANAGOOR
VIRGILIO BRUCIA

26 GENNAIO
SAN COSTANZO | TEATRO DELLA CONCORDIA
ANDREA LASZLO DE SIMONE
IN CONCERTO
in collaborazione con Klang altri suoni, altri spazi

27 E 28 GENNAIO
MONDAVIO | TEATRO APOLLO
TIDA – TEATRO INSTABILE D’AOSTA
QUINTETTO
in collaborazione con Associazione Asini Bardasci
per Anche questo è teatro

30 GENNAIO
PESARO | TEATRO SPERIMENTALE
AGRUPACIÓN SEÑOR SERRANO
A HOUSE IN ASIA

3 FEBBRAIO
PESARO | TEATRO ROSSINI
MAURO ERMANNO GIOVANARDI
LA MIA GENERAZIONE TOUR
special guest
RACHELE BASTREGHI, GINEVRA DI MARCO
CRISTINA DONÀ, MARA REDEGHIERI
in collaborazione con Klang altri suoni, altri spazi

7 FEBBRAIO
URBINO | TEATRO SANZIO
MASSIMO VOLUME
LA CADUTA DELLA CASA USHER [FRANCIA 1928]
sonorizzazione dal vivo del film diretto da Jean Epstein
in collaborazione con Klang altri suoni, altri spazi

15 FEBBRAIO
PESARO | CHIESA DELL’ANNUNZIATA
GABRIELLA MARTINELLI + ANDREA NABEL
GLOCAL SOUND / GIOVANE MUSICA D’AUTORE IN CIRCUITO

17 E 18 FEBBRAIO
MONDAVIO | TEATRO APOLLO
VICO QUARTO MAZZINI
AMLETO FX
in collaborazione con Associazione Asini Bardasci
per Anche questo è teatro

20 FEBBRAIO
URBINO | TEATRO SANZIO
ELIO GERMANO
LA MIA BATTAGLIA studio

21 FEBBRAIO
URBANIA | TEATRO BRAMANTE
ASCANIO CELESTINI
PUEBLO

24 FEBBRAIO
SAN LORENZO IN CAMPO | TEATRO TIBERINI
DON ANTONIO
IN CONCERTO
in collaborazione con Klang altri suoni, altri spazi

28 FEBBRAIO
URBINO | TEATRO SANZIO
COMPAGNIA STALKER_DANIELE ALBANESE
VON

3 MARZO
MONDAVIO | TEATRO APOLLO
DEFLORIAN/TAGLIARINI
RZECZY/COSE
in collaborazione con Associazione Asini Bardasci
per Anche questo è teatro

17 MARZO
PESARO | TEATRO ROSSINI
CRISTIANA MORGANTI
A FURY TALE

21 MARZO
URBINO | TEATRO SANZIO
COMPAGNIA ABBONDANZA BERTONI
LA MORTE E LA FANCIULLA

23 MARZO
PESARO | CHIESA DELL’ANNUNZIATA
JOAN THIELE
IN CONCERTO
in collaborazione con Klang altri suoni, altri spazi
24 E 25 MARZO
MONDAVIO | TEATRO APOLLO
ANDREA COSENTINO
PRIMI PASSI SULLA LUNA
in collaborazione con Associazione Asini Bardasci
per Anche questo è teatro

28 MARZO
PESARO |TEATRO SPERIMENTALE
NUOVA DANZA ITALIANA
ANTICORPI EXPLO

5 APRILE
PESARO | TEATRO SPERIMENTALE
LUCIA CALAMARO
LA VITA FERMA
sguardi sul dolore del ricordo

12 APRILE
URBINO | TEATRO SANZIO
GIORGIO MONTANINI
ELOQUIO DI UN PERDENTE
[18+]

15 APRILE
SENIGALLIA | ROTONDA A MARE
NUOVA DANZA ITALIANA
ANTICORPI EXPLO

19 APRILE
URBINO | TEATRO SANZIO
IRENE GRANDI & PASTIS
LUNGOVIAGGIO

21 APRILE
FANO | TEATRO DELLA FORTUNA
COMPAGNIA XE
ERODIADE - FAME DI VENTO 1993>2017
JULIE ANN ANZILOTTI

28 APRILE
PESARO | CHIESA DELL’ANNUNZIATA
AMY LEON
IN CONCERTO
in collaborazione con Klang altri suoni, altri spazi

3 MAGGIO
PESARO | TEATRO SPERIMENTALE
THE BABY WALK THEATER COMPANY
UN ESCHIMESE IN AMAZZONIA

4 MAGGIO
CORINALDO | TEATRO GOLDONI
RITA GOBI / FEDERICA GALIMBERTI
ALESSANDRO SCINTU
ESPERIMENTI LIVE
in collaborazione con ilGDO Gruppo Danza Oggi

9 MAGGIO
PESARO | TEATRO ROSSINI
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO
SCUOLA DI SCENOGRAFIA
IMPREPARATI

10 MAGGIO
URBINO | TEATRO SANZIO
FRANCESCA BENEDETTI
L’INDECENZA E LA FORMA
Pasolini nella stanza della tortura

12 MAGGIO
PESARO | TEATRO SPERIMENTALE
MARIA ANTONIETTA
IN CONCERTO
in collaborazione con Klang altri suoni, altri spazi

17 MAGGIO
PESARO | TEATRO SPERIMENTALE
MASAKO MATSUSHITA
TAIKOKIAT SHINDŌ

24 MAGGIO
FANO | TEATRO DELLA FORTUNA
EMMA DANTE
LA SCORTECATA

1 GIUGNO
PESARO | CHIESA DELL’ANNUNZIATA
TEATRO REBIS
IL PAPÀ DI DIO
[progetto di residenza]


Trentadue spettacoli per trentaquattro serate: è un’esplosione di teatro, musica e danza la quattordicesima edizione di TeatrOltre, un palcoscenico per le più importanti esperienze dei linguaggi contemporanei promosso dal 17 gennaio al 1 giugno dall’AMAT, dalla Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, dai Comuni di Pesaro, Urbino, Corinaldo (in collaborazione con ilGDO Gruppo Danza Oggi), Mondavio (in collaborazione con Associazione Asini Bardasci), San Costanzo, San Lorenzo in Campo, Senigallia e Urbania, dalla Regione Marche e dal MiBACT.

Poesia e potere, bellezza e violenza, memoria e consenso: con Virgilio Brucia la poetica compagnia Anagoor affronta il 17 gennaio al Teatro Rossini di Pesaro questi temi in una prospettiva spiazzante, entrando nel laboratorio dell’intellettuale che ha cantato l’avvento della Roma imperiale. Spazio alla musica il 26 gennaio al Teatro della Concordia di San Costanzo con Andrea Laszlo De Simone, artista originale che si bagna nella tradizione, nuota nel pop e nella psichedelia. Giunge il 27 e 28 gennaio al Teatro Apollo di Mondavio Marco Chenevier, regista, coreografo, attore e danzatore con Quintetto, uno spettacolo che parla del presente in maniera intelligente e approfondita. Agrupación Señor Serrano - gruppo catalano vincitore del Leone d’argento per l’innovazione teatrale alla Biennale di Venezia 2015 – presenta il 30 gennaio al Teatro Sperimentale di Pesaro A house in Asia, un dispositivo esplosivo fatto di modellini in scala, proiezioni video, regia in presa diretta e performance per raccontare la caccia all’uomo più importante del XXI secolo: la localizzazione e la cattura di Osama Bin Laden. Mauro Ermanno Giovanardi (Joe), storico leader del gruppo La Crus, arriva a Pesaro il 3 febbraio al Teatro Rossini con il tour che prende il nome dal suo ultimo disco La mia generazione, un racconto degli anni 90 che ripercorre alcuni brani storici di Afterhours, Marlene Kunz, Subsonica, Neffa, Casinò Royal e tanti altri. Con lui sul palco tre ospiti femminili di grande talento: Rachele Bastreghi, voce dei Baustelle, Ginevra Di Marco, Cristina Donà e Mara Redeghieri ex frontwoman degli Üstmamò. I Massimo Volume giungono a TeatrOltre il 7 febbraio al Sanzio di Urbino con la sonorizzazione di La caduta della casa Usher, performance live del gruppo di Emidio Clementi sulle immagini del film di Jean Epstein tratto da Edgar Allan Poe. Una generazione di artisti rende vivace lo scenario dei giovani autori e produttori di musica indipendenti: Glocal sound / giovane musica d’autore in circuito il 15 febbraio alla Chiesa dell’Annunziata di Pesaro presenta il lavoro di due artisti, Gabriella Martinelli e Andrea Nabel, emersi dalla omonima vetrina promossa da Fondazione Piemonte dal Vivo, Fondazione Toscana Spettacolo onlus e AMAT che hanno deciso di promuovere la musica originale e inedita in tutte le sue forme. Il 17 e 18 febbraio Amleto Fx di Vico Quarto Mazzini al Teatro Apollo di Mondavio offre un’indagine sulla moda del deprimersi dei nostri tempi; uno spettacolo esilarante e sofferto che parla di castrazioni tecnologiche, della mancanza dei padri, dell’attrazione verso la dissoluzione e dell’eco assillante che tutto questo causa nelle nostre coscienze. Un grande beniamino del pubblico, Elio Germano, giunge a Urbino (Teatro Sanzio) il 20 febbraio con La mia battaglia nel quale l’attore si cimenta per la prima volta con la scrittura di un testo teatrale a quattro mani con Chiara Lagani. Di beniamino in beniamino, è Ascano Celestini ad attendere il pubblico di TeatrOltre il 21 febbraio (Urbania, Teatro Bramante) con la sua capacità narrativa che in Pueblo attraversa vicende di personaggi che vivono ai margini della narrazione. Dopo il trionfale tour europeo con Alejandro Escovedo e forte dei lusinghieri riscontri sui media nazionali e internazionali, Don Antonio presenta il 24 febbraio al Teatro Tiberini di San Lorenzo in Campo la sua musica evocativa, calda e meticcia. È la danza di Daniele Albanese la protagonista di Von in scena il 28 febbraio al Sanzio di Urbino, una indagine nella zona di confine e di passaggio tra ciò che è chiaro e leggibile e ciò che è oscuro e misterioso. Spettacolo/performance ispirato e dedicato a Janina Turek casalinga di Cracovia e ai suoi diari privati, Rzeczy/Cose di Deflorian e Tagliarini giunge al Teatro Apollo di Mondavio il 3 marzo. Ancora danza il 17 marzo al Rossini di Pesaro con A fury tale di Cristiana Morganti, storica collaboratrice di Pina Bausch nel ruolo di coreografa e regista che affida ai corpi e alle personalità di due donne, alte, pallide, dai capelli rossi, uguali ma diverse, il compito di restituire la sua riflessione sensibile, ironica e in parte autobiografica sul femminile e il 21 marzo al Sanzio di Urbino con La morte e la fanciulla della storica e talentuosa Compagnia Abbondanza Bertoni che partendo dal capolavoro musicale di Schubert mescola coreografia e video. Nome (d’arte) un po’ esotico, viso latino e misterioso, Joan Thiele, talento emergente della musica italiana che canta però in inglese è ospite della Chiesa dell’Annunziata di Pesaro il 23 marzo. Il lavoro di Andrea Cosentino Primi passi sulla luna, al Teatro Apollo di Mondavio il 24 e 25 marzo, inquadra immagini del futuro ormai passate, prendendo spunto dal quarantennale del primo allunaggio, passando per il centenario del manifesto futurista, il cinquantenario della creazione della prima Barbie e i dieci anni dalla morte di Stanley Kubrick. Due gli appuntamenti con la nuova danza italiana il 28 marzo a Pesaro (Teatro Sperimentale) e il 15 aprile a Senigallia (Rotonda a mare): le serate presentano alcune delle più interessanti e originali performance emerse dalla Vetrina della giovane danza d’autore promossa dal Network Anticorpi XL (di cui AMAT è partner per le Marche), a Pesaro quelle di Matteo Marfoglia, Olimpia Fortuni e Davide Valrosso e a Senigallia quelle di Luna Cenere, Francesco Colaleo e Barbara Berti. Si torna al Teatro Sperimentale di Pesaro il 5 aprile con La vita ferma di Lucia Calamaro, uno spazio mentale dove si inscena uno squarcio di vita di tre vivi qualunque - padre, madre, figlia - attraverso l’incidente e la perdita. Il 12 aprile la scena del Teatro Sanzio di Urbino è per Eloquio di un perdente nuovo live di Giorgio Montanini (consigliato a un pubblico adulto), autore e attore, uno dei pochi rappresentanti della stand up comedy in Italia, noto e apprezzato da pubblico e critica per le sue frequentazioni teatrali e televisive dal carattere sempre “graffiante”. È un Lungoviaggio in cui video, musica, fotografia e voce concorrono a creare un’opera visionaria quello che offrono Irene Grandi e Pastis al Sanzio il 19 aprile in cui le immagini “si suonano e si cantano”, una sorta di “fotoconcerto” dove ogni opera messa in scena rappresenta un viaggio, concorrendo così a delineare il tema portante voluto dagli artisti e da cui nasce il titolo. Torna la danza il 21 aprile al Teatro della Fortuna di Fano con Erodiade – Fame di Vento 1993>2017 di Julie Ann Anzilotti, proposto nell’ambito del Progetto RIC.CI - Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/’90, dedicato alla memoria della danza contemporanea italiana e alla nostra “tradizione coreutica del nuovo” ideato e diretto da Marinella Guatterini. Il 28 aprile è la Chiesa dell’Annunziata di Pesaro ad accogliere Amy León, musicista, poeta ed educatrice newyorchese che si è esibita in moltissimi spettacoli negli States e in tutto il Regno Unito, collaborando con realtà del calibro di BBC, Roundhouse, Amnesty International e tanti altri. Premio Scenario 2017, Un eschimese in Amazzonia di The Baby Walk Theater Company giunge a Pesaro (Teatro Sperimentale) il 3 maggio con tutta la sua forza comunicativa ed evocativa di parola, danza e video. Il 4 maggio al Teatro Goldoni di Corinaldo Esperimenti Live – in collaborazione con ilGDO – propone il fascino della performance dal vivo: il musicista sperimentale Alessandro Scintu, le creazioni di Rita Gobi, giovane coreografa ungherese, e di Federica Galimberti, anima di E.sperimenti gdo Dance Company si fondono in una sorta di jam session ricca e inaspettata nella quale i danzatori danno corpo alla musica diventando essi stessi strumenti musicali come il musicista parte della scena coreografica. Il 9 maggio al Teatro Rossini di Pesaro la Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Urbino elabora in Impreparati l’inquietudine sulla morte di Aldo Moro e sul gran varietà che si sovrappone alla realtà di questa tragedia e il 10 maggio una “signora della scena” di grande maestria, Francesca Benedetti, interpreta al Teatro Sanzio di Urbino L’indecenza e la forma. Pasolini nella stanza della tortura, nuovo testo scritto da Giuseppe Manfridi, per la regia di Marco Carniti. Ancora musica il 12 maggio allo Sperimentale di Pesaro con l’anteprima del nuovo tour di Maria Antonietta che segue l’uscita del nuovo album previsto nei primi mesi del 2018. Taikokiat ancora allo Sperimentale di Pesaro il 17 maggio è uno spettacolo che coniuga tradizione giapponese, taiko, danza e musica elettronica; nasce da due autori italo-giapponesi, Masako Matsushita e Mugen Yahiro, lei danzatrice-coreografa e lui artista del taiko. Una favola popolare, raccolta da Giambattista Basile nel Cunto de li Cunti, è la base da cui parte Emma Dante per la sua nuova creazione, La Scortecata al Teatro della Fortuna di Fano il 24 maggio, un affresco umano dove si mescolano Shakespeare e Commedia dell’Arte. Il ricco e articolato programma di TeatrOltre volge al termine il 1 giugno a Pesaro con Il papà di Dio proposto da Teatro Rebis al termine di una residenza di allestimento alla Chiesa dell’Annunziata, spettacolo finalista del Premio In-Box 2017 che nasce dalla collaborazione con maicol&mirco, tra i più importanti autori del fumetto italiano.

Info su www.amatmarche.net, 071 2072439.

ufficio stampa
AMAT Barbara Mancia 335 7756368 | [email protected]
17 GENNAIO
PESARO
TEATRO
ROSSINI
ANAGOOR
VIRGILIO BRUCIA


con Marco Menegoni, Gayanée Movsisyan, Massimiliano Briarava
Moreno Callegari, Brigita Marko, Mateja Gorjup
Paola Dallan / Aglaia Zannetti, Monica Tonietto
Artemio Tosello, Emanuela Guizzon
con la partecipazione straordinaria di Marco Cavalcoli
regia Simone Derai
video Simone Derai, Giulio Favotto
costumi Serena Bussolaro, Simone Derai
accessori Silvia Bragagnolo
scene Simone Derai, Luisa Fabris
musiche Mauro Martinuz
drammaturgia Simone Derai, Patrizia Vercesi
produzione Anagoor 2014
coproduzione Festival delle Colline Torinesi, Centrale Fies
Operaestate Festival Veneto, University of Zagreb
Student Centre in Zagreb-Culture of Change
Anagoor è parte di Fies Factory e APAP-Performing Europe

Poesia e potere, bellezza e violenza, memoria e consenso: con Virgilio Brucia la compagnia Anagoor affronta questi temi in una prospettiva spiazzante, entrando nel laboratorio dell’intellettuale che ha cantato l’avvento della Roma imperiale. Sulla figura di Publio Virgilio Marone infatti grava il pregiudizio di essere stato il cantore di Ottaviano Augusto che spense ogni residua speranza di ristabilire una repubblica nell’Antica Roma. Un poeta al servizio dell’ideologia imperiale, in cui Anagoor però individua delle incrinature: punto d’attacco due libri proprio dell’Eneide, quelli che Virgilio lesse ad Augusto, e dove sono narrati la violenza della distruzione di Ilio e del regno troiano, il viaggio nell’oltretomba, cesura definitiva con il passato relegato a memoria. Così Virgilio Brucia diventa l’occasione per squadernare quel rapporto tra arte e potere, la funzione della cultura e della memoria, la guerra imperiale, la violenza e il rapporto di Virgilio, figlio di contadini mantovani, con la natura, elemento che spesso appare, in primo piano o di sfondo, sia nelle opere del poeta latino che nelle creazioni della compagnia. Una identificazione di Virgilio con Enea, cadenzata sia da musiche corali eseguite dal vivo che da antichissime tradizioni europee ed extraeuropee, che racchiudono la magia di quegli aedi che per primi cantarono l’epopea di Troia e dei troiani, fino al minimalismo contemporaneo di John Tavener.

Sono tra le compagnie più radicali che hanno percorso la storia del nuovo teatro degli anni doppio zero. […] Gli Anagoor […] approdano a un teatro che non è racconto o rappresentazione, ma è rituale, ancestrale ma contemporaneo, fatto di canti, recitazione, video e attori in carne e ossa e fonti letterarie diverse. La riprova di questa fase felice è l'ultimo lavoro Virgilio Brucia […] che non è costruito intorno ad una storia, ma sulla figura di un Virgilio schivo e mite, un piccolo uomo che poco ha a che vedere con il poeta del potere, dell'imperatore Ottaviano Augusto. [Anna Bandettini, “la Repubblica”]

26 GENNAIO
SAN COSTANZO
TEATRO
DELLA CONCORDIA
ANDREA LASZLO
DE SIMONE
IN CONCERTO
in collaborazione con
Klang altri suoni, altri spazi


Andrea Laszlo De Simone è un’anomalia. È un solista, prima di tutto. Ma è anche una band di sei elementi. È un cantautore, ma cosa significa nel 2017 essere un cantautore?
Uomo Donna, il suo primo vero e proprio album, uscito il 9 giugno per 42 Records, anticipato dai singoli Uomo Donna, Vieni a salvarmi e La guerra dei baci, tutti e tre anticipati da tre videoclip particolarissimi ed evocativi seppur nella loro semplicità.
Uomo Donna è un disco particolarissimo e che vive di contrasti: c’è la canzone d’autore italiana e la psichedelia, Battisti e i Radiohead, i Verdena e Modugno, l’influenza di quella che negli anni ’70 veniva chiamata Library music e un tocco post-moderno che lo rende nuovo anche nel suo essere volutamente classico.
Uomo Donna è un disco d’amore; dodici canzoni unite fra di loro in un percorso in cui vengono affrontate le differenti fasi del sentimento amoroso e le sue implicazioni esistenziali. L’illusorietà della realtà ci seduce e ci accieca e l’amore ci rende forti, fragili, uniti e soli.
Il disco è stato autoprodotto e registrato in presa diretta nell’ottobre 2014 in collaborazione con il fonico bolognese Giuseppe Lo Bue, successivamente post-prodotto e mixato utilizzando tecniche sperimentali a cavallo tra l’analogico e il digitale fino a creare un paradosso sonoro che ricorda la canzone italiana anni ’70, masterizzato da Andrea Suriani.
In questo percorso di circa due anni è nata spontaneamente l’esigenza di lavorare a lungo alla ricerca di una coerenza tra il prodotto discografico e l’anima sperimentale della live performance per la quale il progetto si è sempre distinto.

27 E 28 GENNAIO
MONDAVIO
TEATRO
APOLLO
TIDA
TEATRO INSTABILE
D’AOSTA
QUINTETTO
in collaborazione con
Associazione Asini Bardasci
per Anche questo è teatro


interprete Marco Chenevier
regia e coreografia Marco Chenevier
assistente alla regia Smeralda Capizzi
con il sostegno di MiBACT
e Assessorato Istruzione e Cultura della Regione Valle d'Aosta

spettacolo vincitore del secondo premio del pubblico al Mess Festival 2015 di Sarajevo
e del primo premio come miglior spettacolo del Be Festival 2015 di Birmingham

Il progetto artistico del Teatro instabile d’Aosta si identifica con una concezione critica della società e dello spettacolo, partendo dall'analisi di sfaccettature delle relazioni umane, sociali e politiche si crea il terreno per la traduzione in danza. Lo strumento principale è il corpo; esso infatti, in quanto veicolo terreno e temporale, è l'ambito favorito per esplorare l'arte del presente e la contemporaneità, proprio per la sua natura effimera.

Marco Chenevier è regista, coreografo, attore e danzatore. Il suo lavoro è semplice e immediato, tuttavia utilizzando linguaggi diversi, dal grottesco alla danza, dalla poesia alla recitazione, conquista l’attenzione e la complicità del pubblico. Quintetto è uno di quegli spettacoli che parla del presente, inteso come il tempo ordinario ed il periodo storico in cui viviamo, in maniera intelligente ed approfondita, per nulla banale.

30 GENNAIO
PESARO
TEATRO
SPERIMENTALE
AGRUPACIÓN
SEÑOR SERRANO
A HOUSE IN ASIA

spettacolo in italiano e inglese
con sopratitoli in italiano


creazione Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal
interpreti Àlex Serrano, Pau Palacios e David Muñiz
voci James Phillips e Joe Lewis
project manager Barbara Bloin
disegno luci e video Alberto Barberá
creazione video Jordi Soler
sound design e colonna sonora Roger Costa Vendrell
modellini in scala Nuria Manzano
costumi Alexandra Laudo
produzione GREC 2014 Festival de Barcelona
Hexagone Scène Nationale Arts et Sciences – Meylan
Festival TNT - Terrassa Noves Tendències, Monty Kultuurfaktorij
La Fabrique du Théâtre - Province de Hainaut
con il supporto di Departament de Cultura de la Generalitat, INAEM
Festival Hybrides de Montpellier, Festival Differenti Sensazioni, Institut Ramon Llull
si ringrazia Montserrat Bou, Emma Argilés, Olga Tormo
Carmen Zamora, Àngels Soria e Cristina Mora
cube.bz, Max Glaenzel, Marta Baran, Berta Díaz Laudo, Ro Esguerra
Henar Rodríguez (Escola de maquillatge Montserrat Fajardo), Carine Perrin, Matis Guillem
Rosa Pozuelo, Àngela Ribera, Valérie Cordy, Denis Van Laeken e Iván Gómez García

Agrupación Señor Serrano - gruppo catalano vincitore del Leone d’argento per l’innovazione teatrale alla Biennale di Venezia 2015 - presenta A House in Asia, un dispositivo esplosivo fatto di modellini in scala, proiezioni video, regia in presa diretta e performance, un miracoloso incontro tra teatro e cinema, tra videogioco e artigianato, tra satira ed estetica, una sorta di western teatrale che mescola mondi virtuali e performance per raccontare la caccia all’uomo più importante del XXI secolo: la localizzazione e la cattura di Osama Bin Laden. Tre abitazioni sono al centro della narrazione: la casa in cui “Geronimo” (soprannome dato a Bin Laden dall’esercito statunitense) si nasconde in Pakistan, una copia esatta di quella casa in una base militare del North Carolina, una terza casa, sempre identica, ricostruita su un set in Giordania, dove si sta girando un film. Tra di esse si muovono uno sceriffo ossessionato da una balena bianca, cowboy e indiani. Aerei e birre. Copie, strategie, riproduzioni e cheeseburger.

Fondata da Àlex Serrano a Barcellona nel 2006, Agrupación Señor Serrano è una compagnia teatrale che produce i propri spettacoli basandosi su materiali tratti dalla realtà contemporanea. Utilizza mezzi tecnici tra i più innovativi e strumenti tradizionali per ridisegnare costantemente i confini del proprio teatro. Si avvale di numerose collaborazioni artistiche per mettere in scena storie capaci di raccontare le contraddizioni dell’esperienza umana contemporanea.
3 FEBBRAIO
PESARO
TEATRO
ROSSINI
MAURO ERMANNO
GIOVANARDI
LA MIA GENERAZIONE TOUR
special guest
RACHELE BASTREGHI / GINEVRA DI MARCO
CRISTINA DONÀ / MARA REDEGHIERI
in collaborazione con
Klang altri suoni, altri spazi

La mia generazione è il racconto degli anni 90 firmato da Giovanardi, un pegno d’amore con cui l’artista vuole celebrare una stagione musicale irripetibile, quando sia l’industria discografica che il pubblico recepì il messaggio che l’idea di un rock cantato finalmente italiano, originale, libero da imitazioni di omologhe esperienze straniere, non fosse più un’eresia ma una realtà. In questo disco Giovanardi ripercorre, evitando qualunque accenno nostalgico a quei tempi e con l’aiuto di ottimi musicisti (tra cui Davide Rossi), alcuni brani storici di Afterhours, Marlene Kuntz, Subsonica, Neffa, Casinò Royal e tanti altri, accompagnandosi anche ad alcuni protagonisti di quella stagione: Manuel Agnelli, Rachele Bastreghi, Emidio Clementi e Cristiano Godano e Samuel. Ognuno chiamato a interpretare un pezzo iconico della scena di quegli anni, in un gioco di specchi in cui nessun artista canta il proprio brano. E così dal vivo sarà accompagnato in questo viaggio musicale dai suoi musicisti Marco Carusino (chitarre), Lele Battista (tastiere), Alessandro Gabini (basso) e Leziero Rescigno (batteria) e da alcuni ospiti che hanno duettato nel disco o hanno scritto i pezzi che ne fanno parte. La data di Pesaro sarà un omaggio alle cantautrici femminili che più hanno fatto la storia di quella generazione o che sono legate ad essa nel presente come Mara Redeghieri (Ustmamò) e Rachele Bastreghi (Baustelle), la prima è autrice di Baby Dull e la seconda l’ha reintepretata assieme a Giovanardi sia nel disco che nel video ispirato a Blow Up di Antonioni, Ginevra Di Marco e infine Cristina Donà presente nel disco come autrice di Stelle Buone.

Aspettando il sole, la canzone di Neffa del 1996 in una nuova versione tinta di venature blues e di atmosfere dense, corpose, è il primo singolo che ha anticipato la pubblicazione di La mia generazione, uscito il 22 settembre, un racconto degli anni 90 firmato da Giovanardi, un pegno d’amore con cui l’artista vuole celebrare una stagione musicale irripetibile, quando sia l’industria discografica sia il pubblico recepì il messaggio che l’idea di un rock cantato finalmente italiano, originale, libero da imitazioni di omologhe esperienze straniere, non fosse più un’eresia ma una realtà. In questo disco Giovanardi ripercorre, evitando qualunque accenno nostalgico a quei tempi e con l’aiuto di ottimi musicisti (tra cui Davide Rossi), alcuni brani storici di Afterhours, Marlene Kunz, Subsonica, Neffa, Casinò Royal e tanti altri, accompagnandosi anche ad alcuni protagonisti di quella stagione: Manuel Agnelli, Rachele Bastreghi, Emidio Clementi e Cristiano Godano e Samuel. Ognuno chiamato a interpretare un pezzo iconico della scena di quegli anni, in un gioco di specchi in cui nessun artista canta il proprio brano.

Quando pensai la track list definitiva, Aspettando il sole rappresentava la vera incognita: non ero certo di essere in grado di farne qualcosa di bello e credibile perché rappare è un altro mestiere che cantare. È proprio un'altra partita. Ma l'intuizione che avevo avuto di spostare un pezzo hip hop da un immaginario urbano, a qualcosa che avesse a che fare con le sue radici, cioè il blues, mi intrigava molto, mi dava la possibilità di cucirmi addosso un'atmosfera sonora a me più familiare. Portarlo da New York a Memphis. Dalla metropoli agli spazi aperti. È stata questa la sfida che ho lanciato ai miei musicisti/produttori: ne è nata una versione acustica, senza chitarre elettriche e senza tasti, con solamente slide, cori e armonica. Come fosse registrato al Sun Studio nei primi anni '50, prima svolta country e r'n'r con Johnny Cash ed Elvis. Aspettando il sole è stata la prima traccia che abbiamo registrato; quel mood di ricerca e sperimentazione ci ha accompagnato lungo tutto l’album. [Mauro Ermanno Giovanardi]
7 FEBBRAIO
URBINO
TEATRO
SANZIO
MASSIMO
VOLUME
LA CADUTA
DELLA CASA
USHER
[Francia 1928]
sonorizzazione dal vivo
del film diretto da Jean Epstein
in collaborazione
con Klang altri suoni, altri spazi


Massimo Volume
Emidio Clementi basso
Egle Sommacal chitarre
Vittoria Burattini percussioni

film diretto da Jean Epstein
soggetto Edgar Allan Poe
sceneggiatura Luis Bunuel e Jean Epstein
interpreti Jean Debucourt, Marguerite Gance
Charles Lamy, Fournez-Goffard
Luc Dartagnan, Pierre Hot, Pierre Kefer


I Massimo Volume presentano a TeatrOltre la sonorizzazione di La caduta della casa Usher, performance live del gruppo di Emidio Clementi sulle immagini del film di Jean Epstein tratto da Edgar Allan Poe. Nel 2008 sono state commissionate, dal Traffic di Torino, delle sonorrizzazioni del film da parte dei Massimo Volume. Proprio in quell'occasione e per questo motivo la band aveva deciso di riunirsi e tornare a suonare assieme dopo anni di inattività.

La caduta della casa Usher è una delle storie più importanti e note di Edgard Allan Poe. Inclusa nei Racconti del grottesco e dell'arabesco, è anche uno dei racconti del terrore più conosciuti nell'immaginario comune. Dalla celebre storia sono stati tratti numerosi film, il primo e più famoso è probabilmente quello del 1928 di Jean Epstein.
Il regista fonde nel film due racconti di Edgar Allan Poe (La caduta della casa degli Usher e Il ritratto ovale) con altri spunti dello scrittore americano, ma poco interessato al macabro, li rilegge in chiave animista. All'epoca godette di ampia fama anche se non ripagò i costi di produzione. In questo film compare come co-sceneggiatore e aiuto-regista il futuro maestro del cinema surrealista Luis Buñuel.

Il film, della durata di 61 minuti, racconta la storia di un ritratto capace di uccidere.
Trama: Un amico va a trovare Roderick Usher che vive nella malinconica magione con la moglie Madeline. Quest'ultima deperisce man mano che Roderick la ritrae, finché muore e viene sepolta in una cripta. Ma il suo decesso è solo apparente...

15 FEBBRAIO
PESARO
CHIESA
DELL’ANNUNZIATA
GABRIELLA MARTINELLI
ANDREA NABEL
GLOCAL SOUND
GIOVANE MUSICA
D’AUTORE IN CIRCUITO


Una generazione di artisti rende vivace lo scenario dei giovani autori e produttori di musica indipendenti: la serata presenta il lavoro di due artisti, Gabriella Martinelli e Andrea Nabel, emersi dalla vetrina GLOCAL SOUND - Giovane Musica d'Autore in Circuito iniziativa dedicata ai giovani musicisti e alle loro composizioni originali e promossa da Fondazione Piemonte dal Vivo, Fondazione Toscana Spettacolo onlus e AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, tre circuiti regionali che hanno deciso di puntare sui giovani artisti, per promuovere la musica originale e inedita in tutte le sue forme e offrire a giovani autori l’opportunità di mettere in gioco l’aspettativa di affermazione artistica, con un confronto con il pubblico.

GABRIELLA MARTINELLI Cantautrice con un forte amore per la canzone d’autore e il teatro. Nasce a Roma e cresce in Puglia dove inizia i suoi studi musicali frequentando il Conservatorio Paisiello di Taranto. Appena maggiorenne vince la borsa di studio per l’Accademia Corrado Pani dei fratelli Insegno tornando cosi nella Capitale dove prendera forma il suo percorso artistico. Gabriella fa tanta gavetta, suona nei club e gira l'Europa da busker. Partecipa nel 2009 all'Etruria Eco Festival in apertura a Paolo Belli, e vince diversi premi legati alla canzone Italiana d’autore: Premio Botteghe D'autore 2017 - Miglior Interpretazione; Premio Bindi 2015; è tra i vincitori del Festival Musicultura nel 2014; Finalista della XIV Edizione del Premio Fabrizio De Andre e Premio Bianca D’Aponte 2016. Nel 2006 ancora giovanissima, riceve un riconoscimento Speciale dal “Radio Corriere Tv” ed e finalista al Premio Mia Martini nel 2004 e al Festival di S.Vincent 2005. Nel 2012 fa parlare di se perche accompagnata da un amplificatore a batteria e una chitarra canta le sue canzoni sotto le sedi delle case discografiche e le radio Milanesi. In seguito all'iniziativa e ospite della Pina a Radio Deejay e di Alessandro Cattelan nella trasmissione radiofonica 105 all'una in onda su Radio 105. Anche “la Repubblica” s’interessa e la rende protagonista dell’articolo “Il tour di Gabriella sotto le major”. Nel 2013 e concorrente di The Voice of Italy. Nel 2015 pubblica il suo disco d'esordio, Ricordati di essere felice, per l'etichetta Toto Sound Records. Collabora con il Teatro Patologico di Dario D'Ambrosi nella rassegna Mad Music Festival ed e ospite nel disco Bertoli di Alberto Bertoli, figlio del noto cantautore Pierangelo Bertoli. Gabriella e tra le voci italiane del progetto Come to my home, realtà che unisce artisti da tutto il mondo con l'intento di mescolare le arti, le culture, le nazionalita, girando l'Europa e l'Africa. Nella primavera del 2016 e invitata a partecipare a Webnotte, programma d’intrattenimento musicale a cura dei critici musicali Ernesto Assante e Gino Castaldo, in diretta su Repubblica TV. Nello stesso periodo collabora con la compagnia Todomodo e il cantautore Eugenio Finardi nella presentazione dell'opera rock Musica Ribelle al Teatro La Pergola di Firenze. È tra gli artisti emergenti della Festa della Musica di Mantova 2016 e nel 2017 si esibisce al Teatro Parioli in apertura al concerto di Hindi Zahra. Lo stesso anno partecipa all'Indiegeno Fest in Sicilia e al Reset Festival di Torino. Frequenta l’Officina Pasolini, percorso di Alta Formazione nell'ambito del teatro, della canzone e delle arti multimediali; la cui sezione canzone e sotto la direzione artistica di Tosca. Gabriella e ora impegnata nella realizzazione del suo nuovo progetto discografico.

ANDREA NABEL Cantautore italiano, nato a Castellana Grotte, cresciuto in campagna e trapiantato a Bologna. Tra le voci e penne più interessanti del panorama in ascesa italiano. Ospite al Medimex presenta il videoclip del singolo Sono qui (il primo a 360° in Italia). Vince il PIVI al MEI di Roma 2015 e l’ultima edizione di Frequenze Mediterranee. Punto e basta! esce Il 20 marzo 2017, nove brani fatti di campagne, campi sterminati e dai miracoli della spensieratezza. “L' urlo del bambino presente in ognuno noi che non accetta compromessi e ricorda le promesse che tardiamo a mantenere”. Dopo il tour estivo, attualmente Andrea è impegnato nel continuare a portare in giro le canzoni del suo primo disco e nella scrittura del secondo.
17 E 18 FEBBRAIO
MONDAVIO
TEATRO
APOLLO
VICO QUARTO
MAZZINI
AMLETO FX
in collaborazione con
Associazione Asini Bardasci
per Anche questo è teatro


uno spettacolo di e con Gabriele Paolocà
collaborazione alla regia Michele Altamura, Gemma Carbone
scene Gemma Carbone
disegno luci Martin Emanuel Palma

selezione In-box 2015_Premio Direction under30 – Teatro Sociale Gualtieri

VQM sono Gabriele Paolocà e Michele Altamura, giovane compagnia che risiede in Puglia, e che già da parecchi anni vanta importantissimi riconoscimenti e collaborazioni nel mondo del teatro nazionale.
Ultimo importantissimo lavoro la direzione dello spettacolo I fratelli Karamazov con debutto al Teatro Petruzzelli di Bari. La compagnia è in residenza al Teatro Apollo per una nuova produzione che muove i primi passi proprio a Mondavio.

Un uomo, un principe, si è rinchiuso nella propria stanza e ha deciso di non uscirne più. Vuole farsi da parte e per farlo medita un gesto estremo, che lo liberi per sempre da tutto il marcio della Danimarca. Amleto Fx è un’indagine sulla moda del deprimersi dei nostri tempi. Uno spettacolo esilarante e sofferto che parla di castrazioni tecnologiche, della mancanza dei padri, dell’attrazione verso la dissoluzione e dell’eco assillante che tutto questo causa nelle nostre coscienze. Un racconto intimo e globale che attraverso il riso amaro vuole spingere a trovare una soluzione al solito: Essere o non Essere?

20 FEBBRAIO
URBINO
TEATRO
SANZIO
ELIO GERMANO
LA MIA
BATTAGLIA
[studio]


di Elio Germano e Chiara Lagani
con Elio Germano

Elio Germano, attore di grande maestria, si cimenta per la prima volta con la scrittura di un testo teatrale.

Un attore, o forse un comico, ipnotizzatore non dichiarato, durante uno spettacolo di intrattenimento, manipola gli spettatori in un crescendo di autocompiacimento, anche verbale, fino a giungere, al termine del suo show, a una drammatica imprevedibile svolta. Portatore di un muto volere collettivo diffuso nell’aria, l’artista da figura autorevole si farà a poco a poco sempre più autoritario, evocando lo spettro di un estremismo di ritorno travestito da semplice buon senso. Appellandosi alla necessità di resuscitare una società agonizzante, tra istanze ecologiste, nazionaliste, socialiste, planetarie e solitarie, mutuali e solidali, tra aneddoti e proclami, tra appelli appassionanti e affondi lirici deliranti, il nostro trascinerà l’uditorio, in un crescendo pirotecnico, a una straniata sospensione tragica fino a condurlo a una terribile conseguenza finale.

21 FEBBRAIO
URBANIA
TEATRO
BRAMANTE
ASCANIO CELESTINI
PUEBLO


uno spettacolo di Ascanio Celestini
con Ascanio Celestini e Gianluca Casadei
suono Andrea Pesce
produzione Fabbrica srl
co-produzione RomaEuropa Festival 2017, Teatro Stabile dell’Umbria

Pueblo è la seconda parte di una trilogia che comincia con Laika. In entrambi i casi si tratta di vicende di personaggi che vivono ai margini della narrazione alla quale siamo abituati. Personaggi che non hanno alcun potere e spesso stentano a sopravvivere, ma si aspettano continuamente che il mondo gli mostrerà qualcosa di prodigioso. Ci credono talmente tanto che alla fine il prodigio accade. Ignorano il potere di Dio o degli eserciti. La loro forza e la loro debolezza sono la stessa cosa, per questo, pur essendo ai margini della società vorrei che riuscissero a rappresentarla per intero. Questo spero di provocare: che lo spettatore professionista borghese, il giovane laureato o lo studente che ancora vive coi genitori si identifichi in un barbone o in una prostituta rumena, non perché vive la stessa condizione sociale, ma la stessa condizione umana.
[…] A me interessava raccontare la storia di un luogo che normalmente conosciamo solo quando vi accade qualcosa di scandaloso, di tremendo, di violento. Quando quello che accade, insomma, si trasforma in una notizia. E invece questo posto può essere osservato semplicemente perché esiste ogni giorno e non solo quando i fatti si trasformano in notizie. Qui abitano personaggi con un’umanità molto evidente il cui tratto principale è la debolezza. Sono deboli anche quando sono violenti, sono deboli anche quando sono cattivi, sono deboli anche quando sono colpevoli. [Ascanio Celestini]

24 FEBBRAIO
SAN LORENZO
IN CAMPO
TEATRO
TIBERINI
DON ANTONIO
IN CONCERTO
in collaborazione con
Klang altri suoni, altri spazi


Dopo il trionfale tour europeo con Alejandro Escovedo e forte dei lusinghieri riscontri sui media nazionali e internazionali (passaggi radio sulla BBC e tante ottime recensioni), Don Antonio è ora pronto a calcare i palchi italiani e a presentare la sua musica evocativa, calda e meticcia.

Don Antonio è un uomo e un disco. Una storia vera e un viaggio a Sud. Don Antonio è Don Antonio Gramentieri.
Musicista, produttore, internazionalista del suono italiano, fondatore di Sacri Cuori, autore di musiche per il cinema, il teatro, la televisione e la pubblicità. Don Antonio è il suo primo disco solista. Registrato in Sicilia (allo Zen Arcade, con la collaborazione di Cesare Basile), rifinito in Romagna con gli amici e i collaboratori di una vita, Don Antonio è un disco che si lascia il continente dietro le spalle, e suona con la faccia rivolta verso il mare, affacciato sull’ultimo lembo di Italia e di Europa. Niente world music salottiera, tuttavia. Don Antonio invita a un ballo trasversale a tutti i folklori. E intanto dipinge un'identità Mediterranea senza ammiccamenti. Dolce e amara, romantica e spietata, vicina e distante. Un'identità che oggi slitta sul suo asse, e si trova a vivere simultaneamente l’Est e l’Ovest, il Nord e il Sud, il passato e il futuro. Il suono dell’Italia contemporanea inquadrato in un fotogramma mosso. Il continuo divenire di una geografia che perde i suoi equilibri tradizionali, e intanto ne acquisisce dei nuovi: paradossali, misti e meticci.
Sul piatto ci sono melodie romantiche che profumano di Sud, strappi blues, reminiscenze ambientali, twang adriatici, balli di gruppo, paesaggi cinematici, aiuole fiorite, navi al porto, personaggi misteriosi, donne eleganti.
L’amore e il dolore del viaggio, del trovare e del lasciare.
Con l’assoluta-poesia e l’assoluto-kitsch che, esattamente come nella vita vera, danzano abbracciati al mercato del pesce di Catania.

Meraviglioso, un capolavoro.
[“Blow Up”]

Una gioiosa epica musicale.
[“D di Repubblica”]

Lampi di poesia.
[“L’Espresso”]

Ricco e appassionato.
[“Distorsioni”]

Il suono dell’Italia contemporanea.
[“Il Fatto Quotidiano”]

Orgogliosamente nomade.
[“Rockerilla”]
28 FEBBRAIO
URBINO
TEATRO
SANZIO
COMPAGNIA STALKER
DANIELE ALBANESE
VON

idea e realizzazione Daniele Albanese
danza Daniele Albanese, Marta Ciappina, Giulio Petrucci
disegno luci Alessio Guerra
musica originale Lorenzo Donadei, Luca Nasciuti [ultimo assolo]
assistenza artistica Virginia Canali
produzione Compagnia STALKER_Daniele Albanese
coproduttori Torinodanza festival / Fondazione del Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale
CDC – Les Hivernales/Avignon, Halles de Schaerbeek
con il sostegno di Garage 29/Bruxelles, Associazione Stalk/Parma
progetto sostenuto da CollaborAction#3 - azione del Network Anticorpi XL
in collaborazione con festival, rassegne e stagioni a cura di Anticorpi e Ater
Interplay, Piemonte Dal Vivo, AMAT, Arteven, Artedanzae20, Teatro Pubblico Pugliese
C.L.A.P.Spettacolodalvivo, Armunia, FTS Onlus, Centro Santa Chiara
progetto sostenuto dal Fondo per la Danza D’autore Regione Emilia-Romagna 2015/2016
residenze artistiche Halles de Schaerbeek e Garage 29 [Bruxelles]
in collaborazione con Torino Danza
Festival/Wallonie-Bruxelles International [WBI]- Wallonie Bruxelles
Thèâtre Danse [WBTD]/Città di Torino, Lavanderia a Vapore 3.0/ Piemonte dal Vivo
Teatro Petrella di Longiano /Comune di Longiano con Teatro Dimora / Arboreto Mondaino
Teatro Consorziale di Budrio - Comune di Budrio con H(abita)T /rete di spazi per la danza
Teatro delle Briciole – Solares fondazione delle Arti/Parma, Europa Teatri/Parma
Santarcangelo Festival/Santarcangelo di Romagna

L'orizzonte degli eventi delimita in un buco nero una immaginaria superficie di spazio-tempo che separa i punti da cui i segnali possono fuggire da quelli per cui ciò non è più possibile. Questa zona immaginaria di confine e di passaggio tra ciò che è chiaro e leggibile e ciò che è oscuro e misterioso è la zona di indagine di Von.
Una riflessione sulla danza intesa come continua mutazione e trasformazione in rapporto con le forze che agiscono sui corpi e sullo spazio in una coreografia di movimento, luce e suono.
Forze naturali, forze fisiche e forze politiche che mutano, distorcono e muovono i corpi e il loro incedere nel tempo, onnipresente personaggio di questo spettacolo.

3 MARZO
MONDAVIO
TEATRO
APOLLO
DEFLORIAN
TAGLIARINI
RZECZY/COSE
in collaborazione con
Associazione Asini Bardasci
per Anche questo è teatro

ideazione e performance Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
disegno luci Gianni Staropoli
collaborazione Fernanda Pessolano
in collaborazione con la casa editrice Nottetempo
produzione A.D., Festival Inequilibrio/Armunia, ZTL-Pro
con il contributo di Assessorato alle Politiche Culturali Provincia di Roma
in collaborazione con Fondazione Romaeuropa e Teatro di Roma
ringraziamenti Marzena Borejczuk

Spettacolo/performance ispirato e dedicato a Janina Turek casalinga di Cracovia e ai suoi diari privati. Una donna che per anni ha riempito interi quaderni di dettagli e particolari della sua giornata, senza commentare, senza lasciare alcuna traccia emotiva.
Mariusz Szczygiel nel suo libro parlando di Janina Turek scrive: “Nella routine quotidiana succede sempre qualcosa. Sbrighiamo un’infinità di piccole incombenze senza aspettarci che lascino traccia nella nostra memoria, e ancor meno in quella degli altri. Le nostre azioni non vengono infatti svolte per restare nel ricordo, ma per necessità. Col tempo ogni fatica intrapresa in questo nostro quotidiano affaccendarsi viene consegnata all’oblio.”

Daria Deflorian e Antonio Tagliarini sono autori, registi e performer. Dal 2008 hanno dato vita a una serie di progetti, spettacoli e site specific. Tra il 2010 e il 2011 hanno lavorato al Progetto Reality che, a partire dai diari di una casalinga di Cracovia, ha dato vita a due lavori: Rzeczy/Cose e Reality, lavoro per il quale Daria Deflorian ha vinto il Premio Ubu 2012 come miglior attrice protagonista. Inoltre con lo spettacolo: Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni, che li ha visti intraprendere una tournée internazionale, hanno vinto il Premio Ubu 2014 e nel 2016 il Premio della critica come miglior spettacolo straniero in Quebec, Canada.

17 MARZO
PESARO
TEATRO
ROSSINI
CRISTIANA
MORGANTI
A FURY TALE
idea, regia Cristiana Morganti
coreografia Cristiana Morganti
in collaborazione con Breanna O’Mara, Anna Wehsarg, Anna Fingerhuth
interpreti Breanna O’Mara, Anna Wehsarg / Anna Fingerhuth
collaborazione artistica Kenji Takagi
disegno luci Jacopo Pantani
video Connie Prantera
editing musiche Bernd Kirchhoefer
assistente Sabine Rivière
produzione Il Funaro
in coproduzione con Festival Aperto, Fondazione I Teatri Reggio Emilia
in collaborazione con AMAT & Civitanova Danza per Civitanova Casa della Danza
con il sostegno della Città di Wuppertal e Jackstädt Stiftung Wuppertal [DE]

In A fury tale Cristiana Morganti, storica collaboratrice di Pina Bausch, non danza e si riserva, nel ruolo di coreografa e regista, la possibilità di una maggiore distanza critica affidando ai corpi e alle personalità di due donne, alte, pallide, dai capelli rossi, uguali ma diverse, il compito di restituire la sua riflessione sensibile, ironica e in parte autobiografica sul femminile nelle sue molte, possibili declinazioni: competizione/amicizia, isterismo/dolcezza, imprevedibilità/quotidianità, aggressività/tenerezza.
Lo spettacolo, animato da queste potenti alternanze, rivela a momenti un universo onirico e misterioso, in bilico tra fiaba e realtà: a tratti ci troviamo di fronte a due creature fatate, selvatiche e furbesche, poi, senza preavviso, siamo testimoni di scorci di vita reale delle due danzatrici. Altro importante filo rosso nello spettacolo è la rabbia, nella sua doppia veste di potenza distruttrice o spinta vitale. Su una scena completamente bianca, quasi uno sfondo su cui far esplodere video, colori e luci stroboscopiche, le due danzatrici agiscono, danzano, si scontrano e si raccontano. L’incalzante susseguirsi delle scene avviene con tagli netti, quasi cinematografici, senza dissolvenze ed è accompagnato da un collage musicale che spazia con voracità tra stili e generi, dal punk rock a Bach. I tanti momenti di danza sono potenti e imprevedibili ma anche delicati; rivelatori di fragilità e timori, di sogni e speranze.

21 MARZO
URBINO
TEATRO
SANZIO
COMPAGNIA
ABBONDANZA
BERTONI
LA MORTE
E LA FANCIULLA

presenza di scene
di nudo integrale

regia e coreografia Michele Abbondanza e Antonella Bertoni
con Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas, Claudia Rossi Valli
musiche Franz Schubert La morte e la fanciulla titolo originale Der Tod und das Mädchen
luci Andrea Gentili
video Jump Cut
produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni
con il sostegno di MiBACT Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo
Provincia Autonoma di Trento – Servizio Attività Culturali
Comune di Rovereto - Assessorato alla Cultura, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto

In scena tre differenti "capolavori".
Uno musicale: il quartetto in re minore La morte e la fanciulla di Franz Schubert.
Uno fisico: l'essere umano nell'eccellenza delle sue dinamiche.
Uno spirituale-filosofico: il mistero della fine e il suo continuo sguardo su di noi.
Il nostro pensiero torna a posarsi sull’umano e ciò che lo definisce: la vita e la morte; l’inizio e la fine sono i miracoli della nostra esistenza, così come l'impermanenza dell’essere con le sue forme continuamente mutanti. Questo transitare da una forma all'altra, ha a che fare con l'arte coreutica: portatrice di un tale compito, è essa stessa un balenare di immagini che appaiono e scompaiono continuamente; per questo abbiamo indugiato proprio su quell'aspetto che potremmo definire "crepuscolare" della danza, colta, nelle nostre intenzioni, proprio nel suo attimo impermanente e transitorio. Un esempio di scrittura musicale che aspira all’infinito e accompagna l’ascoltatore oltre un’idea razionale, verso l’ignoto e il trascendente. Abbiamo cercato di capire, di aprire, come chirurghi, il corpo di questa scrittura per scrutarne i vuoti, gli spazi cavi e mai come questa volta comporre è assomigliato a un eterno precipitare, a un fuggire da ogni fine e da ogni senso.

23 MARZO
PESARO
CHIESA
DELL’ANNUNZIATA
JOAN THIELE
IN CONCERTO
in collaborazione con
Klang altri suoni, altri spazi

Nome (d’arte) un po’ esotico, viso latino e misterioso, Joan Thiele canta in inglese, ma è un talento emergente della musica italiana. Perché è qui che è nata, nel 1991, da madre italiana e papà svizzero-colombiano, anche se poi ha intrapreso una vita da globetrotter che l’ha portata in viaggio dai Caraibi all’Inghilterra. Emergente «vecchio stampo» (nessun talent a lanciarla, ma tanta musica dal vivo e in Internet, prima di essere notata), Joan si è fatta conoscere grazie alla cover di Drake Hotline Bling, e poi, a gennaio del 2016, ha pubblicato l’inedito Save me, che è uno dei singoli dell’Ep di esordio Joan Thiele, uscito il 10 giugno 2016 con Universal. Forte delle sue origini cosmopolite, Joan ha uno sound internazionale e variegato che trova la sua dimensione migliore dal vivo.

Partiamo proprio dal nome: il suo è Alessandra, perché ha scelto di chiamarsi Joan?
Mio nonno si chiamava Juan, lo sento più mio. Solo il caso ha voluto che le artiste più fighe che mi piacciono cominciassero pure con la J: Joan Baez, Joan As A Police Woman…
E lei ce l’ha il «J Factor»?
Speriamo!
La sua bio è un giro del mondo: mamma italiana, papà colombiano, peregrinazioni in Canada, Caraibi, Inghilterra. Quali caratteristiche di questi Paesi si riconosce?
Ho diverse influenze importanti, è vero, ma io mi sento molto italiana, pur con tutti i problemi che ha, l’Italia è un Paese che a me piace. Per me la Colombia è il ritmo, l’Italia la mamma, la mia lingua, il calore. Mentre l’Inghilterra è la musica: a Londra ho assorbito tanto, andare la prima volta a 18 anni a sentire James Blake è stato di grande ispirazione.
Perché ha deciso di tornare in Italia e tentare la carriera qui, cantando in inglese?
In realtà la mia idea era di rimanere a Londra, ma poi – lo dico sinceramente – mi son mollata col fidanzato e sono tornata a vivere a Milano. Se non ci fossimo lasciati, chissà se avrei seguito questa stessa strada. Quella botta mi ha dato la spinta per provarci qui e dare il mille percento.
Mai pentita?
Affatto. Ma il mio desiderio è farmi conoscere anche al di fuori dell’Italia: grazie a Internet oggi non ci sono limiti. E sta alle persone di cui ti circondi decidere “ok questo tour lo facciamo in Italia, questo in Francia”. Io finora sono stata fortunata.
Come si fa a farsi notare, oggi?
Grazie all’amore per quello che fai.
Suona facile, ma molti di quelli che ci provano e non riescono “amano”
Secondo me la determinazione è davvero la cosa più importante: devi essere convinto, di voler fare questo e basta. Bisogna dare il mille per mille, senza tenere il piede in due scarpe (“faccio questo, però intanto faccio quest’altro”). Vuoi suonare? Ti arrangi e ti paghi l’affitto facendo cinquanta date a settimana a 20-30€ l’una.
Trova che, talent show a parte, sia un buon periodo per i ragazzi che come lei vogliano darsi alla musica?
Io sì, sento del fermento. Avverto nei miei coetanei la voglia di fare musica, di sperimentare nuovi linguaggi. E c’è possibilità di farsi sentire, molta più di un tempo.

[Raffaella Serini, “Vanity Fair”]
24 E 25 MARZO
MONDAVIO
TEATRO
APOLLO
ANDREA
COSENTINO
PRIMI PASSI
SULLA LUNA
divagazioni provvisorie
per uno spettacolo postumo
in collaborazione con
Associazione Asini Bardasci
per Anche questo è teatro


indicazioni alla regia Andrea Virgilio Franceschi
collaborazione artistica Valentina Giacchetti
disegno luci Dario Aggioli

Il lavoro di Andrea Cosentino inquadra immagini del futuro ormai passate, prendendo spunto dal quarantennale del primo allunaggio, passando per il centenario del manifesto futurista, il cinquantenario della creazione della prima Barbie e i dieci anni dalla morte di Stanley Kubrick. Lo sbarco sulla luna dà il là a una schiera di improbabili personaggi, scimmie, tapiri e licantropi. Ma l’allunaggio della notte del 20 luglio del ’69 è anche l’evento mediatico attraverso il quale misurare l’inattingibilità del reale in un’epoca la cui verità coincide con il suo darsi in rappresentazione.

Attore, autore, comico e studioso di teatro, Andrea Cosentino è inventore, proprietario, conduttore e conduttrice unico/a di Telemomò, la televisione autarchica a filiera corta. Tra i suoi spettacoli 'La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce, il dittico del presente costituito da L'asino albino e Angelica. Antò le Momò-avanspettacolo della crudeltà, Primi passi sulla luna (il cui testo in versione narrativa è pubblicato da Tic edizioni), Not here not now e (in collaborazione con Roberto Castello) Trattato di economia. Le sue apparizioni televisive vanno dalla presenza come opinionista comico nella trasmissione AUT-AUT (Gbr-circuito Cinquestelle) nel 1993 alla partecipazione nel 2003 alla trasmissione televisiva Ciro presenta Visitors (RTI mediaset).

28 MARZO
PESARO
TEATRO
SPERIMENTALE
NUOVA DANZA
ITALIANA
ANTICORPI EXPLO

in collaborazione con Anticorpi XL

Una generazione di artisti rende vivace lo scenario della danza contemporanea italiana: la serata presenta alcune delle più interessanti e originali performance emerse dalla Vetrina della giovane danza d’autore promossa dal Network Anticorpi XL (di cui AMAT è partner per le Marche), prima rete nazionale indipendente per la promozione della danza d’autore. Una serata energica e dal sapore creativo in cui si potranno vedere vari lavori di formato breve (15/20 minuti).

Matteo Marfoglia | Crossword
Olimpia Fortuni | Fray
Davide Valrosso | Cosmopolitan Beauty

In Crossword, nato dalla collaborazione tra National Dance Company Wales e il Festival of Voice della città di Cardiff, Matteo Marfoglia esplora come una lingua straniera e incomprensibile possa trasmettere una determinata emozione o reazione. Quattro ballerini inglesi propongono degli assoli in un climax che condurrà lo spettatore in un vortice danzante in cui il movimento sarà l’unico strumento di comunicazione tra loro. Con Fray Olimpia Fortuni indaga il ritmo del caos: una vivisezione cruda del corpo che vive e che corre, oggi, più che scorrere, consumandosi ed esaurendosi. Un cimitero di ossa, fotografia del futuro, parte di quello che materialmente saremo, per ricordarci quanto non sia scontato essere qui, ora.
Cosmopolitan Beauty è una performance capace di mutare costantemente, dove i gesti appaiono come appunti di viaggio scritti disorganicamente, dove la bellezza appare come il frutto di una conquista, di uno spostamento di un viaggio dell’uomo verso un luogo indefinito. Il regno delle cose perdute che hanno lasciato una loro traccia nell’esperienza del corpo.

5 APRILE
PESARO
TEATRO
SPERIMENTALE
LUCIA CALAMARO
LA VITA FERMA
sguardi sul
dolore del ricordo
[dramma di pensiero in tre atti]

scritto e diretto da Lucia Calamaro
con Riccardo Goretti, Alice Redini, Simona Senzacqua
assistenza alla regia Camilla Brison
scene e costumi Lucia Calamaro contributi pitturali Marina Haas
produzione SardegnaTeatro, Teatro Stabile dell’Umbria
coproduzione Festival d'Automne à Paris / Odéon-Théâtre de l'Europe
in collaborazione con Teatro di Roma, La Chartreuse - Centre national des écritures du spectacle
e il sostegno di Angelo Mai e PAV

Si domandava cosa fossero i ricordi, questi brandelli di fatti notevoli che non si capiscono più. Il ricordo rimane indietro e non la smette mai di ripeter quello stesso identico spettacolo che metteva in scena al momento in cui l‘avevamo lasciato, quando non era ancora un ricordo. Thomas Bernhard, Gelo

La vita ferma è uno spazio mentale dove si inscena uno squarcio di vita di tre vivi qualunque - padre, madre, figlia - attraverso l’incidente e la perdita. Una riflessione sul problema del dolore-ricordo, sullo strappo irriducibile tra i vivi e i morti e su questo dolore è comunque il solo a colmare, mentre resiste. Un dramma di pensiero in tre atti che accoglie, sviluppa e inquadra il problema della complessa, sporadica e sempre piuttosto colpevolizzante, gestione interiore dei defunti.

LA VITA FERMA È UN DRAMMA DI PENSIERO
La sua gestazione ha avuto in me i tempi faticosi della rivelazione lenta e sommersa, abbordando quel dramma che il pensiero non sa, non vuole, non può gestire. Per arrivare a centrarne il “dramma di pensiero” ho buttato via più materiale di quello che resta. Ma il resto, quello che rimane, è per me il punto ultimo di concentrazione di un racconto che accoglie ,sviluppa e inquadra il problema della complessa, sporadica e sempre piuttosto colpevolizzante, gestione interiore dei morti. Non la morte dunque,e non il problema del morire e di chi muore, che sappiamo tutti risolversi sotto la misteriosa campana del nulla, che strangola sul nascere ogni comprensione. Ma i morti, il loro modo di esistenza in noi e fuori di noi, la loro frammentata frequentazione interiore e soprattutto il rammendo laborioso del loro ricordo sempre cosi poco all’altezza della persona morta, cosi poco fedele a lei e cosi profondamente reinventato da chi invece vive. E con i morti,una riflessione aperta sul lutto che ne deriva, la cui elaborazione non è detto sia l’unica soluzione, anzi, là dove una certa vulgata psicologizzante di malcerte origini freudiane comanda, esige, impone di assegnare il più velocemente possibile al proprio desiderio un oggetto nuovo per rimpiazzare l’oggetto perso, forse è li che interviene un racconto , anche uno piccolo come questo, pratica del singolare per antonomasia, a sdoganare il diritto di affermare la tragica e radicale insostituibilità di ogni oggetto d’amore perso, di ogni persona cara scomparsa. Il dramma di pensare o meno ai morti è comunque il dramma di pensiero di chi resta e distribuisce o ritira, senza neanche accorgersene, un esistenza. Di che tipo sia l’esistenza dei morti non saprei dire, ma come predica Etienne Soreau “non c’è un’esistenza ideale, l’ideale non è un genere d’esistenza”.
La vita ferma è dunque uno spazio mentale dove si inscena uno squarcio di vita di tre vivi qualunque, -padre, madre, figlia- attraverso l’incidente e la perdita. È occorso anche qualche inceppo temporale ad uopo, incaricato di amplificare la riflessione sul problema del dolore ricordo e sullo strappo irriducibile tra i vivi e i morti che questo dolore è comunque il solo a colmare, mentre resiste. [Lucia Calamaro]
12 APRILE
URBINO
TEATRO
SANZIO
GIORGIO MONTANINI
ELOQUIO DI UN
PERDENTE

di e con Giorgio Montanini
produzione AltraScena art management
+18

Il comedian più irriverente del panorama italiano, l'unico che ha portato la sua dissacrante comicità senza censure in tv, torna con un nuovo spettacolo. Niente orpelli scenici, nessuno specchio per le allodole. Sul palco, con il Nemico Pubblico nazionale, Giorgio Montanini rispetta rigorosamente le caratteristiche della satira e le celebra una per una. Un mix di riflessioni dalla comicità tagliente per smontare tutti i luoghi comuni e le certezze che accomunano il nostro benpensante Paese. Montanini, con la sua stand up comedy, spara sul buonismo degli italiani e lo distrugge. Una satira feroce, politicamente scorretta che caratterizza tutti gli spettacoli del comico più sagace e sferzante della nuova scena comica.

Cos’è il centro? Connotazione geografica a parte, il centro rappresenta, nell’immaginario comune, il fulcro. Il cuore. L'equilibrio. La stabilità. La sicurezza. Il giusto. Quando l’immaginario si concretizza e cresce attraverso convenzioni, luoghi comuni e sovrastrutture sociali, chi ci assicura che quello sia veramente il centro?
Nel film Matrix gli uomini vivevano una vita apparentemente reale, credevano fermamente in quello che vedevano. In realtà erano addormentati e vegetavano in uno stato comatoso indotto. Indotto dalle macchine che li sfruttavano e se ne servivano come fonte di energia e sostentamento. Noi ci siamo mai chiesti se ciò che diamo per assodato essere giusto, sia giusto veramente. Sia giusto per tutti e non solo per pochi. Ci siamo mai chiesti se, i parametri utilizzati per definire il “giusto”, non vengano redatti definiti e diffusi proprio da quei pochi? Sappiamo cosa sia la pazzia, di cosa aver paura, cosa sia l’estremismo perche’ ne siamo consapevoli o perche’ ce l’hanno detto? Se siamo consapevoli allora la nostra specie è fottuta, fottuta, già estinta. Se ce l’hanno detto e scopriamo che non è vero, come accade Matrix e iniziamo la rivoluzione.

Nel suo settimo monologo, Giorgio Montanini rispetta rigorosamente le caratteristiche della satira e le celebra una per una. Schernisce il potere moderno, mai così spietato ma allo stesso tempo quasi infantile, autolesionista-goffo-bulimico. Contemporaneamente non si esime dall’assumersi le responsabilità individuali e non risparmia nulla al pubblico. Lo ammonisce e lo esorta a prendere coscienza che, per quanto paradossale, il potere e quindi il destinatario delle invettive, siamo noi.

15 APRILE
SENIGALLIA
ROTONDA A MARE
NUOVA DANZA
ITALIANA
ANTICORPI EXPLO

in collaborazione con Anticorpi XL

Una generazione di artisti rende vivace lo scenario della danza contemporanea italiana: la serata presenta alcune delle più interessanti e originali performance emerse dalla Vetrina della giovane danza d’autore promossa dal Network Anticorpi XL (di cui AMAT è partner per le Marche), prima rete nazionale indipendente per la promozione della danza d’autore. Una serata energica e dal sapore creativo in cui si potranno vedere vari lavori di formato breve (15/20 minuti) nella meravigliosa cornice della Rotonda a mare.

Luna Cenere | Kokoro
Francesco Colaleo | Chenapan
Barbara Berti | I am shape, in a shape, doing a shape

Kokoro è una parola giapponese che si può tradurre come il nostro ‘essere interiore’ ma che letteralmente abbraccia due parole/concetti, quali ‘la mente’ e ‘il cuore’. L’assolo di Luna Cenere è la personale ricerca di un’unicità dell’essere, un percorso interiore e fisico nello spazio, durante il quale il corpo nudo, attraverso la sua esposizione e specifica architettura, si trasfigura e diviene veicolo poetico.
Chenapan è un termine francese di origine tedesca che vuol dire ‘monello’. Lo spettacolo mette in scena i giochi di una volta, generando nel pubblico un forte processo di riconoscimento: un inventario sui possibili modi di esistere al mondo in relazione all'altro attraverso una gara all'ultimo salto tra due monelli che si sfidano a colpi d'ingegno.
La danzatrice e coreografa Barbara Berti con I am shape, in a shape, doing a shape esplora tra sequenze già formate e improvvisazione, l’interazione giocata tra la danzatrice e il pubblico, un esperimento di sensibilità dove la minima variazione di energia nella stanza potrebbe essere amplificata. Una performance ricca di veloci cambi di atmosfera: lirica, umoristica, di eventi concreti fino alla filosofia.

19 APRILE
URBINO
TEATRO
SANZIO
IRENE GRANDI
& PASTIS
LUNGOVIAGGIO

Lungoviaggio è uno spettacolo in cui video, musica, fotografia e voce concorrono a creare un’opera visionaria in cui frammenti del reale costituiscono il punto di partenza per la costruzione di videocanzoni. Una simbiosi tra chitarre, pianoforte, macchina fotografica, canto. La musica prende forma dall’interazione viva con quel che accade nei video mentre sul palco Irene, accompagnata da Marco e Saverio Lanza dei Pastis, dialoga cantando con persone e personaggi filmati in un momento in cui esprimono una musicalità interiore inconsapevole, ma proprio per questo autentica rappresentazione della loro essenza e unicità. Uno spettacolo atipico in cui le immagini “si suonano e si cantano”, una sorta di “fotoconcerto” dove ogni opera messa in scena rappresenta un viaggio, concorrendo così a delineare il tema portante voluto dagli artisti e da cui nasce il titolo Lungoviaggio

IRENE GRANDI
Sin da giovanissima canta con diversi gruppi rock e blues nei locali di Firenze e in Toscana, partecipa a contest musicali e inizia a scrivere le sue prime canzoni con Telonio, con cui collaborerà per molti anni. Decisivo è l’incontro con Dado Parisini, produttore dell'album d’esordio Irene Grandi, uscito nel 1994. Da allora gli album sono pubblicati in rapida successione: In vacanza da una vita (1995) , Per fortuna purtroppo (1997), Verde rosso e blu (1999). A quegli anni risale anche l'inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione con Vasco Rossi, che scrive per lei La tua ragazza sempre, canzone con la quale si classificherà seconda al Festival di Sanremo 2000. Nel 2001 esce il greatest hits Irek, contenente gli inediti Per fare l’amore e Sconvolto così. Lo stesso anno incanta centomila persone all’Heineken Jammin’ Festival di Imola, aprendo per l’amico Vasco. La collaborazione con Vasco porta alla pubblicazione di Prima di partire per un lungo viaggio, title track dell’album successivo (2003). Il 2005 è l'anno di Indelebile e il 2007 della seconda raccolta di successi, Irenegrandi.hits, contenente Bruci la città, che diventerà presto uno dei brani di Irene più amati dal pubblico. Nel 2008 esce l’album Canzoni per Natale col quale Irene porta in Italia la tradizione internazionale dei dischi natalizi. Nello stesso anno, la Mondadori pubblica la prima autobiografia ufficiale, Diario di una cattiva ragazza. Nel 2010 Irene torna a Sanremo dopo 10 anni con La cometa di Halley, brano che anticipa il nuovo album di inediti Alle porte del sogno. Nel 2011 Irene scrive un pezzo per Tiziano Ferro, Paura non ho. Nel 2012 esce Irene Grandi & Stefano Bollani, disco nato dalla collaborazione e dall'amicizia ventennale col celebre pianista: un progetto di solo piano e voce in cui i due artisti interpretano celebri brani e standard di mondi diversi, dal Brasile all’Europa.
Oltre che con Vasco Rossi, Irene ha collaborato con moltissimi artisti italiani: Pino Daniele, con cui realizza il dolcissimo e celebre singolo Se mi vuoi già nel 1995, Jovanotti, Edoardo Bennato, Luciano Pavarotti, Alex Britti, Elio e le storie tese, Simona Bencini, Francesco Renga, Eros Ramazzotti e, in molte occasioni, con Stefano Bollani) e internazionali (Youssou N'Dour, Patti Smith, Hector Zazou, James Reid). Nel 2015 ha partecipato al 65° Festival della Canzone Italiana di Sanremo con il brano Un vento senza nome, di cui è anche autrice, title track dell'omonimo album. Alla fine del 2016 è invitata in Argentina per un concerto nel grande teatro Coliseo a Buenos Aires dove viene accolta calorosamente e canta anche in duetto con Marcela Morelo confermando la sua passione nelle collaborazioni e versatilità artistica.

PASTIS
Dietro lo pseudonimo Pastis, che ci riporta subito al nome del famoso drink francese, si muovono i fratelli Marco e Saverio Lanza di Firenze. La singolarità di questa unione artistica risiede nelle diverse discipline che i due interpretano, rispettivamente fotografia e musica, due mestieri diversi che con i Pastis si fondono in una nuova forma espressiva. Gli output Pastis sono brevi opere di videoarte musicale che attingono fortemente alla vita quotidiana. L'esibizione è una simbiosi tra gli strumenti di lavoro dei fratelli: chitarre, pianoforte, macchina fotografica e telecamera che convivono in una sorta di "fotoconcerto"; perfino gli spettatori diventano parte attiva della performance attraverso un’improvvisazione fotografico musicale. Hanno partecipato come ospiti dei loro concerti o ritratti nelle loro opere importanti personaggi e artisti che hanno amato il loro particolare linguaggio, tra gli altri :Irene Grandi, Cristina Donà, Bugo, Wayne Marshall, Max Gazzè, Fiorucci, James Bradburn. Nel 2009 vincono il Premio Ciampi nella sezione “L'Altrarte”; nel 2011 sono invitati all' Experimental Film Festival al Tribeca Cinema di New York; nel 2012 scrivono Italian Textile Sonata, concerto per macchine tessili e altri strumenti, in collaborazione con Tempo Reale (Centro di ricerca musicale fondato dal M° Luciano Berio); nel 2013 pubblicano il dvd Fotoconcerto, un'antologia delle opere del duo.

Marco Lanza è nato a Firenze il 1 dicembre del 1957, inizia da bambino a suonare la chitarra, e, ancora al liceo, comincia ad occuparsi di fotografia. Fotografo autodidatta, intraprende gli studi universitari in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo – DAMS a Bologna. Arrivano in quel periodo i primi incarichi e, a partire dagli anni Ottanta, inizia a viaggiare con regolarità per eseguire lavori fotografici, trascorre un anno con la famiglia in Australia, collabora con agenzie e redazioni internazionali. Parallelamente, l’attività artistica trova spazio in mostre in Italia e all’estero e alcuni suoi lavori sono pubblicati su The Sunday Times, Colors, Die Zeit, Harper’s. Nel 2000 viene pubblicato da Westzone Publishing il suo lavoro sulla Cripta dei Cappuccini (The Living Dead – Inside the Palermo Crypt). A gennaio 2016 inaugura a Firenze presso Villa Bardini la mostra Depositi - Viaggio nei Musei Italiani (Gli Ori 2016) costituita da 35 immagini realizzate nei depositi dei principali musei itaiani.

Saverio Lanza, nasce a Firenze dove studia Composizione al Conservatorio di Firenze, diplomandosi in Direzione d'Orchestra e Strumentazione per Banda. Ha svolto sia l'attività di chitarrista e pianista che quella di autore, ed infine quella di produttore artistico. Dal '91 al '98 è stato il cantante chitarrista dei Rockgalileo, con tre dischi all'attivo. Ha collaborato con vari artisti quali: Cristina Donà, Bugo, PGR, Sarah Jane Morris, Piero Pelù, Irene Grandi & Stefano Bollani, Vasco Rossi, Arisa. Ha pubblicato 2 dischi solisti: Ce l'hai una sigaretta? (2004) e Madrelingua (2007) costruiti il primo intorno alle parole urlate per strada dagli homeless e il secondo con le voci stonate di donne immigrate.Nel 2015 vince il Premio Tenco Migliore Canzone in veste di autore insieme a Cristina Donà.

21 APRILE
FANO
TEATRO
DELLA FORTUNA
COMPAGNIA XE
1993>2017
ERODIADE
FAME DI VENTO
JULIE ANN ANZILOTTI


ispirato a Hérodiade di Stéphane Mallarmé
coreografia Julie Ann Anzilotti
musiche Paul Hindemith, Wilhelm Killmayer
Walter Fahndrich, Wolfgang Rihm
scene Alighiero e Boetti
assistente alla scenografia Tiziana Draghi costumi Loretta Mugnai
interpreti Paola Bedoni, Giulia Ciani, Sara Paternesi
Liber Dorizzi, Sara Ladu, Laura Massetti
scrittura vocale e voce Gabriella Bartolomei
consulenza musicale Michele Porzio
progetto luci Andrea Berselli
produzione Compagnia XE
in collaborazione con AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali
TPP - Teatro Pubblico Pugliese, Fondazione Toscana Spettacolo onlus
Fondazione Milano - Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
in coproduzione con Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee
Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado”
Torinodanza festival | Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale
debutto 1993 Teatro Ponchielli di Cremona
nell'ambito del Progetto Neoclassico di Marinella Guatterini
riallestimento 2017 nell'ambito del
Progetto RIC.CI - Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni '80/’90
ideato e diretto da Marinella Guatterini
con il supporto di Silvia Coggiola
e Matteo Rinaldini/organizzazione e comunicazione e Alberto Calcina/fotografo
si ringrazia Fondazione Alighiero e Boetti

La scelta di inserire lo spettacolo Erodiade – Fame di Vento di Julie Ann Anzilotti, nell’ambito del Progetto RIC.CI - Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ‘80/’90, dedicato alla memoria della danza contemporanea italiana e alla nostra “tradizione coreutica del nuovo”, nasce da due considerazioni importanti. La prima è la forza espressiva della fonte ispiratrice, la seconda impatta con le componenti concrete che ne hanno reso possibile l’allestimento. Lo spettacolo si ispira al poema incompiuto Hérodiade di Stéphane Mallarmé di cui restano tre frammenti e una serie di appunti. La figura centrale è Erodiade (o Salomè) vista nella sua immensa solitudine e amarezza, eppure destinata, secondo la coreografa, ad aprirsi una via di salvezza dopo il martirio del Battista. La scenografia di Alighiero e Boetti è un altro segno distintivo in quell’epoca. Boetti ispirò il titolo Fame di vento, creando un recinto “sacrale” di geometriche e suggestive invenzioni visive. La narrazione coreografica si avvale anche della parola affidata alla voce fuori campo di Gabriella Bartolomei e al trasporto dell’incantevole musica, soprattutto di Paul Hindemith. [Marinella Guatterini]
28 APRILE
PESARO
CHIESA
DELL’ANNUNZIATA
AMY LEON
IN CONCERTO
in collaborazione con
Klang altri suoni, altri spazi

Amy León vive a New York, nata ad Harlem e ora residente a Brooklyn, è musicista, poeta ed educatrice. Si è esibita in moltissimi spettacoli negli States e in tutto il Regno Unito, collaborando con realtà del calibro di BBC, Roundhouse, Amnesty International e tanti altri.
Alunna della famigerata Nuyorican Slam Team ha saputo concentrare e fondere musica e poesia attraverso performance potentemente trasparenti, coraggiose e intime, concentrandosi su ineguaglianze sociali tra bianchi e neri, celebrazione dell’amore e sulla difficoltà dell’essere donna.
Autrice di due raccolte di poesie – The water under the bridge e Mouth Full of Concrete – ha pubblicato lo scorso anno il suo album d’esordio Something Melancholy.
la musica dovrebbe avere ancora questo potere, descrivere il mondo, non abbandonare la storia, avere uno sguardo sincero e profondo sulle nostre miserie. Gli occhi di questa ragazza esprimono la verità che resiste.

3 MAGGIO
PESARO
TEATRO
SPERIMENTALE
THE BABY WALK
THEATER COMPANY
Trilogia sull’Identità - Capitolo III
UN ESCHIMESE IN AMAZZONIA

ideazione e testo Liv Ferracchiati
scrittura scenica di e con Greta Cappelletti, Laura Dondi
Liv Ferracchiati, Giacomo Marettelli Priorelli, Alice Raffaelli suono Giacomo Agnifili
produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Centro Teatrale MaMiMò, Campo Teatrale, The Baby Walk
Progetto vincitore Premio Scenario 2017

Paul B. Preciado, filosofo e tra i più importanti esponenti di studi di genere e politiche sessuali, sostiene che la cosa importante sia opporsi alla standardizzazione che identifica come patologia quello che non si riconosce, tutto il resto non è che una tassonomia, un sistema di classificazioni. In altre parole dice che l’identità di genere, quindi il transgenderismo o il cisgenderismo, non sono poi così interessante.

Un eschimese in Amazzonia pone al centro il confronto tra la persona transgender1 (l’Eschimese) e la società (il Coro), fino ad arrivare al paradosso che l’Eschimese si stanca di raccontare se stesso. La società segue le sue vie strutturate e l’eschimese si trova, letteralmente, ad improvvisare, perché la sua presenza non è prevista. Il Coro parla all’unisono, attraverso una lingua musicale e ritmata, quasi versificata, utilizza una gestualità scandita, dando vita ad una società ipnotica, veloce, superficiale, a rischio di spersonalizzazione. La logica con cui si struttura il lavoro è quella del “link web”, il nonsense manovra le connessioni e la fruizione è fulminea, incoerente, non approfondita. Anche l’Eschimese è parte degli stessi stereotipi della sua contemporaneità, anzi nella sua stand up comedy è personaggio autentico proprio perché vive e rappresenta la propria inautenticità di abitante del Villaggio Globale. Si sforza di avere una visione soggettiva, ma anche la sua è, a ben guardare, infarcita di luoghi comuni e spersonalizzata. Il comico nasce anche dal mettere in rilievo quelle dinamiche che rendono l’essere umano marionetta, macchina, ovvero un essere sociale, un essere già giocato dalla cultura.

Un eschimese in Amazzonia è una citazione dell’attivista e sociologa Porpora Marcasciano che evidenzia l’incapacità della società di andare oltre il modello binario di sesso/genere, omosessuale/eterosessuale, maschio/ femmina e che quindi racconta la compromissione di uno di un percorso di vita che potrebbe essere dei più sereni e tranquilli. La ricerca dei materiali per questo progetto inizia nel 2013 e ha collezionato interviste a molti uomini transgender, studiosi, scienziati e persone qualsiasi che non ne sapevano nulla sull’argomento.

MOTIVAZIONI DELLA GIURIA Il confronto fra la persona transgender e la società fa propria la metafora dell’Eschimese in Amazzonia, alla quale lo spettacolo dà corpo e voce. Da una parte la presenza imprevista che sfida le regole e impone uno spostamento dello sguardo, raccontandosi con disarmante naturalezza. Dall’altra parte il coro ritmato e incalzante della collettività, che vuole risposte certe ed esprime nel meccanismo del link web il naufragio del pensiero. Un lavoro che colpisce per la scelta di una narrazione che rinuncia ai codici interpretativi per raccontare con ironia e delicata sfrontatezza una tematica alla quale aggiunge nuove risonanze.

TRILOGIA SULL’IDENTITÀ è il racconto di storie ordinarie in cui il transgenderismo non è l’unico centro. Trattare il tema dell’identità di genere significa interrogare la nostra natura di esseri umani e la nostra possibilità di essere liberi. La raccolta dei materiali per questo progetto inizia nel 2013 e siamo arrivati alla conclusione che la transizione è, prima di tutto, un percorso mentale verso la costruzione dell’identità di un individuo. I cambiamenti fisici, seppure fondamentali per alcune persone transgender, non sono il fulcro della questione e, a poco a poco, non sono più stati nemmeno il fulcro della nostra indagine. Andando avanti nel nostro percorso teatrale ci siamo accorti che non era poi così interessante nemmeno l’identità di genere, ma, per dirlo con le parole di Preciado, la cosa importante era opporsi alla standardizzazione che identifica come patologia quello che non riconosce. Il resto è una tassonomia, un sistema di classificazioni. Il materiale raccolto è stato ripartito in tre spettacoli, dando vita a tre differenti proposte di linguaggio: Peter Pan guarda sotto le gonne, mostra la parola come mancanza e incapacità di comunicarsi, Stabat Mater la innalza a strumento di rappresentazione e ricostruzione della propria identità, mentre in Un eschimese in Amazzonia diventa metafora della fragilità di qualsiasi forma scegliamo per noi stessi. [Liv Ferracchiati / TheBaby walk]
4 MAGGIO
CORINALDO
TEATRO GOLDONI
RITA GOBI
FEDERICA GALIMBERTI
ESPERIMENTI LIVE
ALESSANDRO SCINTU
in collaborazione con
ilGDO Gruppo Danza Oggi

coreografie Rita Gobi e Federica Galimberti
danzatori Rita Gobi Dance e E.Sperimenti Dance Company
musiche Drummer & Alessandro Scintu
luci S.S. Service Di Marco Giamminonni

Filo conduttore della serata del 4 maggio al Teatro Goldoni di Corinaldo è l’interazione tra creatori di sonorità, forse distanti ma splendidamente complementari: le creazioni di Rita Gobi, artista ungherese, e di Federica Galimberti, anima di E.sperimenti gdo Dance Company.

Il fascino della performance dal vivo, musica e danza, ma anche mondi emotivi creati dagli stessi musicisti. Per Rita Gobi Dance un batterista talentuoso che la protagonista disturba fino al suo silenzio, per gli artisti della E.sperimenti gdo dance company il musicista sperimentale Alessandro Scintu, noto per una personale alchimia tra suoni, frequenze e strumenti insoliti, che sorprende quanto il linguaggio gestuale dei danzatori tra contaminazione e improvvisazione. Il risultato è una sorta di jam session ricca ed inaspettata nella quale i danzatori danno corpo alla musica diventando essi stessi strumenti musicali come il musicista parte della scena coreografica.

È uno spettacolo ‘speciale’ Esperimenti Live, in cui condividono lo spazio scenico la giovane coreografa ungherese Rita Gobi, interessante per il linguaggio sferzante e trasversale ma anche molto ironico che ‘arriva’ al pubblico e la compagnia E.sperimenti gdo Dance Company, generosa e comunicativa realtà italiana appena rientrata da un’applaudita tournèe in Asia ed Indonesia, grazie al sostegno del MAE, del MIBACT e delle numerose sedi diplomatiche coinvolte, in Cina, Indonesia ed Asia con repliche di ‘HOPERA’ al Grand Theatre di Shanghai e di ‘Attacchi di Pane’ a Kualalumpur, Jakarta ed Hong Kong.

Il 5 maggio gli artisti offriranno laboratori e mini show per giovani studenti delle scuole della città.

E.SPERIMENTI GDO DANCE COMPANY è un’effervescente eccellenza italiana, generosa ed innovativa artisticamente dalle dinamiche più diverse e dagli stili più vari. Esprime un linguaggio contaminato, coinvolgente, geniale pronto al ‘sorriso’ in ogni sua espressione artistica. I componenti sono performers di estrazione e vissuti differenti che mantengono la propria individualità, ma sono un tutt’uno quando lavorano insieme.

E.SPERIMENTI GDO DANCE COMPANY ha debuttato in Thailandia con le sue produzioni principali: Per…Inciso (2014) e Convergenze (2015) all’Italian Dance Thailand Festival promosso dall’Ambasciata Italiana a Bangkok, HOPERA (2014) ed E.sperimenti Dance Craft (2015) all’ International Friends of the Arts Festival. Nel 2015 l’International Festival Between the Seas ha ospitato a New York un applauditissimo Per…Inciso. Uno short di Convergenze è stato molto apprezzato al 2015 Women in Dance Leadership (Baton Rouge, LA - USA) e nel 2016 al Quinzena de Danca de Almada in Portogallo. HOPERA, scelto per la NID Platform 2015, è andato in scena nel 2016 al Beijing Dance Festival, al Vantaa Gala di Helsinki e al Sziget Festival di Budapest. E.sperimenti Dance Craft è stato presentato a Shanghai nel 2016, al Minsheng Art Museum. Nel dicembre 2017 la Compagnia è stata protagonista di una applauditissima tournée che il GDO ha organizzato grazie al sostegno del MAE, del MIBACT e delle numerose sedi diplomatiche coinvolte, in Cina, Indonesia ed Asia con repliche di HOPERA al Grand Theatre di Shanghai e di ‘Attacchi di Pane’ a Kualalumpur, Jakarta ed Hong Kong.

ALESSANDRO SCINTU
Romano, di origine sarda, Scintu è un musicista di strada che incanta la comunità con la sua musica sperimentale. Da 12 anni ha fatto la scelta radicale di abbracciare il suo sentire: ha trascorso tempi di solitudine tra la natura (per Alessandro, la solitudine è “un’attitudine al sole interiore”), che gli hanno fatto scoprire il mondo dei suoni e la musica che aveva dentro di lui. La solitudine è stata per lui importante e necessaria per poter co-creare con gli altri. Tutto ha avuto inizio con gli spettacoli di fuoco: lì ha sentito l’esigenza sacrale di creare la sua propria musica per danzare con il fuoco; così ha costruito i suoi propri didgeridoo e raccolto strumenti da vari parti del mondo. La sua musica è l’espressione del potere delle vibrazioni e ci invita a prestare ascolto al nostro sentire e al ritmo che portiamo dentro: didgeridoo, handpan, tubular bells, sono alcuni degli strumenti magici che si uniscono per aprire un varco nel nostro cuore. I suoi suoni dialogano in un jam continuo, specchio di tutto ciò che sta accadendo nel momento presente, quando la vita ci trova aperti. È la musica dell’inaspettato. Azioni Sperimentali, il suo primo CD, recentemente seguito da un altro, frutto di sinergie con altri musicisti.

9 MAGGIO
PESARO
TEATRO
ROSSINI
ACCADEMIA
DI BELLE ARTI
DI URBINO
SCUOLA DI
SCENOGRAFIA
IMPREPARATI

liberamente tratto da L’affaire Moro di Leonardo Sciascia
progetto per uno spettacolo a quaranta anni dalla scomparsa di Aldo Moro
di Rossano Baronciani, Francesco Calcagnini, Davide Riboli
aderiscono al progetto Maria Paola Benedetti, Adele Cappelli
Lucia Ferrati, Matteo Giardini, Claudio Magrin
Mario Mariani, Paola Mariani, Sante Maurizi
Emiliano Pascucci, Rinaldo Rinaldi, Andrea Solomita
Michele Taurozzi, Luca Vannoni
con Fabrizio Bartolucci, Giorgio Donini
Giuseppe Esposto, Alberto Pancrazi, Claudio Tombini
cast completo in via di definizione
produzione Accademia di Belle Arti di Urbino scuola di Scenografia 2017/18

Il delitto Moro avrebbe dovuto essere un momento della nostra coscienza comune, oggi sappiamo che non lo è stato, anzi abbiamo il sospetto che si sia fatto l’impossibile perché non lo diventasse. […] Invece quella tragedia avrebbe dovuto essere una grande occasione uno di qui momenti che la storia ci offre per confronti in profondità, per ulteriori scandagli e quindi un punto di partenza per un altro tipo di navigazione.
[Carlo Bo, “Delitto di abbandono”, in “Corriere della Sera”, Milano, 9 maggio 1979]

Dentro questa occasione persa e dopo quaranta anni passati la scuola di Scenografia elabora un’inquietudine e un presagio non sulla morte di Aldo Moro, né sugli uomini della scorta, ma sul gran varietà che si sovrappone alla realtà di questa tragedia.

10 MAGGIO
URBINO
TEATRO SANZIO
FRANCESCA BENEDETTI
L’INDECENZA
E LA FORMA
Pasolini nella
stanza della tortura


di Giuseppe Manfridi
uno spettacolo di Marco Carniti
con Francesca Benedetti
e con Sebastian Gimelli Morosini
musiche David Barittoni
si ringraziano per l’assistenza Paolo Amati, Alberto Brichetto e Valentina Celentano
produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale

Un testo polifonico a più voci, tutte affidate a Francesca Benedetti, per un viaggio dal reale autobiografico a quel “romanzo mai scritto” in cui Pasolini rivive i suoi rapporti con la madre e il padre in una sorta di incubo feroce, un “caos” involontario che lo porta all’autodistruzione.

Una drammaturgia ipertrofica scomoda e respingente. Un Pasolini capovolto che esce allo scoperto mostrando la parte più fragile di se stesso. Un vero e proprio sacrificio umano che si svolge davanti agli occhi del mondo fuori da ogni tipo di giudizio o giustificazione. Ho cercato di rappresentare ciò che è stato creato per essere solo ascoltato. Unendo sacralità e perversione in un laccio inestricabile. Un cordone ombelicale che strangola senza pietà un figlio-vittima lasciando senza respiro sia l’attore che lo spettatore. Ho dato corpo e azione teatrale a un personaggio inesistente nel testo originale che rappresenta in senso fisico e metafisico il rapporto vittima-carnefice che si instaura tra madre-figlio e padre-figlio. Un testo che vuole superare tutti i limiti della decenza verbale e fisica scompigliando le carte del nostro destino e generando il caos che ci coinvolge tutti.
[Marco Carniti]

Si sa: nella vita e nell’opera di Pasolini l’indecenza e la forma coabitano, confliggono e si mischiano. […] Nel profluvio dei versi che compongono il copione, nei lacci delle rime e delle assonanze, nel rap dissennato che traversa facce, gole, miti e nervature, l’osceno ambisce a purificarsi, mostrandosi ansioso di una spietatezza che lo giustifichi, fomentando dialoghi estremi, fatali. Parla il poeta bambino e parla il poeta adulto, parla il padre delittuoso e la madre onnivora, parla il fratello caro agli Dei e parla Saturno divoratore dei propri figli. Parla la plebe e parlano gli amanti. E il loro parlare si traduce in lotta, la lotta si traduce in dramma, e il dramma tende alla sua catarsi. È il compimento di un’esistenza che, per paradosso, ha saputo domare il proprio fato accettando un’assoluta e definitiva sottomissione ad esso. [Giuseppe Manfridi]

12 MAGGIO
PESARO
TEATRO
SPERIMENTALE
MARIA ANTONIETTA
IN CONCERTO
in collaborazione con
Klang altri suoni, altri spazi

anteprima del nuovo tour

Letizia Cesarini nasce a Pesaro nel 1987. Assume lo pseudonimo Marie Antoinette e nel 2010 pubblica l'album cantato in lingua inglese Marie Antoinette wants to suck your young blood. Nel frattempo suona con gli Young Wrists, gruppo marchigiano che si scioglie nel novembre 2011. Nel 2012, diventata Maria Antonietta, realizza l'album d’esordio in lingua italiana. È intitolato semplicemente Maria Antonietta ed è prodotto di Dario Brunori (Brunori SAS). Nel 2013 esce il singolo Animali, con la cover di Non ho l'età sul retro, che anticipa l'uscita nel marzo 2014 di Sassi, cui fa seguito nel 2015 Maria Antonietta loves chewing gum, un EP contenente quattro brani dell'ultimo album Sassi, rivisitati in chiave elettronica, psycho-pop e wave insieme alla band dei Chwingum (già al suo fianco nel tour autunnale elettro-acustico), e una cover di Fotoromanza di Gianna Nannini. Nel 2018 in uscita il nuovo album: Playlist Pesaro ospita l’anteprima del tour che seguirà.

17 MAGGIO
PESARO
TEATRO
SPERIMENTALE
MASAKO MATSUSHITA
TAIKOKIAT

un progetto di Masako Matsushita
con la collaborazione di Mugen Yahiro
coreografia e danza Masako Matsushita
artista taiko Mugen Yahiro
sound design e interventi live Federico Moschetti
shoji print Valerio Veneruso
scenografia Francesco Landrini
disegno luci Andrea Margarolo
assistente di produzione Paolo Paggi
costumi ideati da Gloria Bellardi, Masako Matsushita, Mugen Yahiro
realizzati da Marisella Vitiello
in co-produzione con Ass. Cult. Teatro Insonne
con il sostegno di Regione Toscana Sistema regionale dello spettacolo dal vivo, Capotrave/Kilowatt
con il sostegno di Associazione Sosta Palmizi
con il supporto di AMAT, CSC Garage Nardini, ONEOFF Atelier di prototipazione rapida Naturalmentesana, Onlus il Crogiuolo, Indipendance
Libera Università Oki Do Mikkyo Yoga, Wabi-Sabi
un ringraziamento speciale a Stefano Pirazzoli, Omar Bartoli, Davide Mariotti, Sabina Monte
Alessandra Zanchi, Michele Giovannelli, Elena Levantini, Giorgio Rossi, Alessandra & Paolo

Taikokiat è uno spettacolo che coniuga tradizione giapponese, taiko, danza e musica elettronica; nasce da due autori italo-giapponesi, Masako Matsushita e Mugen Yahiro, lei danzatrice-coreografa e lui artista del taiko. Da questo essere al confine tra due culture prendono vita le prime sperimentazioni tra taiko, danza e tradizione giapponese, sperimentazioni che conducono i due artisti su tematiche non più solo loro, ma aprendo un vero dialogo tra creativi di diverse discipline. Lo spettacolo è composto da diversi quadri che presentano vari personaggi che accompagnano lo spettatore attraverso il mondo degli spiriti e quello degli esseri umani. Nella prima parte, introduttiva, il monaco e il narratore preparano lo spettatore a entrare in un’atmosfera mistica. La seconda presenta due figure del folklore giapponese, Kitsune, lo spirito volpe, e Tengu, creatura simile a un angelo, caratterizzata da un lungo naso rosso. Entrambi sono rappresentanti e protettori della natura. La terza e ultima parte è il mondo degli esseri umani dove i corpi dei due artisti, spinti al limite, attraverso i taiko e la danza, si fanno strumenti per la ricerca dell’illuminazione. L’arte è la strada attraverso la quale risvegliare le energie del mondo spirituale e realizzarsi in tutta la sua potenza.

24 MAGGIO
FANO
TEATRO
DELLA FORTUNA
EMMA DANTE
LA SCORTECATA

liberamente tratto da Lo cunto de li cunti
di Giambattista Basile
testo e regia Emma Dante
con Carmine Maringola, Salvatore D’Onofrio
elementi scenici e costumi Emma Dante
produzione Sud Costa Occidentale

“Oh, Valentine, un favore,” disse Maximilien “il vostro dito mignolo, che io possa baciarlo attraverso queste assi!”

Valentine salì su una panchina, e passò, non il mignolo attraverso l’apertura, ma tutta la mano al di sopra del recinto. Maximilien mandò un grido, e, arrampicandosi con un balzo sullo steccato, afferrò quella mano adorata, e vi impresse le labbra ardenti; ma subito la piccola mano sgusciò dalle sue, e il giovane sentì fuggire Valentine, spaventata forse per quella sensazione a lei sconosciuta. Il conte di Montecristo Alexandre Dumas

Lo cunto de li cunti overo lo trattenimiento de peccerille, noto anche col titolo di Pentamerone (cinque giornate), è una raccolta di cinquanta fiabe raccontate in cinque giornate. Prendendo spunto dalle fiabe popolari, Giambattista Basile crea un mondo affascinante e sofisticato partendo dal basso. Il dialetto napoletano dei suoi personaggi, nutrito di espressioni gergali, proverbi e invettive popolari, produce modi e forme espressamente teatrali tra lazzi della commedia dell’arte e dialoghi shakespeariani.
Come una partitura metrica, la lingua di Basile cerca la verità senza rinunciare ai ghirigori barocchi della scrittura. La scortecata è lo trattenimiento decemo de la iornata primma e narra la storia di un re che s’innamora della voce di una vecchia, la quale vive in una catapecchia insieme alla sorella più vecchia di lei. Il re, gabbato dal dito che la vecchia gli mostra dal buco della serratura, la invita a dormire con lui. Ma dopo l’amplesso, accorgendosi di essere stato ingannato, la butta giù dalla finestra. La vecchia non muore ma resta appesa a un albero. Da lì passa una fata che le fa un incantesimo e diventata una bellissima giovane, il re se la prende per moglie. In una scena vuota, due uomini, a cui sono affidati i ruoli femminili come nella tradizione del teatro settecentesco, drammatizzano la fiaba incarnando le due vecchie e il re. Basteranno due seggiulelle per fare il vascio, una porta per fare entra ed esci dalla catapecchia e un castello in miniatura per evocare il sogno.
Le due vecchie, sole e brutte, si sopportano a fatica ma non possono vivere l'una senza l'altra. Per far passare il tempo nella loro miseria vita inscenano la favola con umorismo e volgarità, e quando alla fine non arriva il fatidico: “e vissero felici e contenti...” la più giovane, novantenne, chiede alla sorella di scorticarla per far uscire dalla pelle vecchia la pelle nuova.

La morale: il maledetto vizio delle femmine di apparire belle le riduce a tali eccessi che, per indorare la cornice della fronte, guastano il quadro della faccia; per sbiancare le pellecchie della carne rovinano le ossa dei denti e per dare luce alle membra coprono d’ombre la vista. Ma, se merita biasimo una fanciulla che troppo vana si da a queste civetterie, quanto è più degna di castigo una vecchia che, volendo competere con le figliole, si causa l’allucco della gente e la rovina di se stessa.

1 GIUGNO
PESARO
CHIESA
DELL’ANNUNZIATA
TEATRO REBIS
IL PAPÀ DI DIO
[studio scenico _ progetto di residenza]

tratto dall’omonimo romanzo a fumetti di maicol&mirco
con Meri Bracalente, Andrea Filipponi, Sergio Licatalosi, Fermando Micucci
musiche Lili Refrain
scenografia Frediano Brandetti
progetto grafico Roberto Montani
consulenza poetica e filosofica Rubina Giorgi
scrittura scenica e regia Andrea Fazzini
produzione Teatro Rebis
in collaborazione con Festival Nottenera di Serra de’ Conti
Festival Macerata Racconta, Kilowatt Festival di Sansepolcro
Spazio Dodo di Colle Val D’Elsa, Spazio Matta di Pescara
Armunia di Castiglioncello_Festival InEquilibrio Esploso, Interno 5 e Teatro Area Nord di Napoli AMAT, L’Appartamento A.R.C.I. di Firenze, Comune di Montemarciano

Il Papà di Dio ha un diavolo per capello: suo figlio è irrecuperabile. Non ne combina mai una giusta. Non a caso suo figlio ha voluto creare il suo Universo senza prima studiare! E qual è il risultato? Questo Universo qua! Il nostro. Un Universo dove si soffre, ci si ammala e si muore. Un Universo dove si lavora e si suda. Un Universo tutto sbagliato. Non come quello del Papà di Dio. Un Universo meraviglioso. Dove non esiste morte, dolore né fame. Dove non si deve lavorare né faticare. Dove i soldi non esistono così come i poveri. Ma Dio non ha voluto ascoltarlo. Ed ecco qua con che razza di Universo ci ritroviamo! Riuscirà Dio a farsi accettare da suo Papà? E suo Papà riuscirà a comprendere e capire il nostro povero Dio?

maicol&mirco sono tra i più importanti autori del fumetto italiano, con cui il Teatro Rebis ha iniziato una collaborazione allestendo nel 2016 lo spettacolo Scarabocchi, la metamorfosi scenica delle loro vignette, caratterizzate dalla feroce comicità dei testi e dall'immediatezza folgorante del segno grafico.
Lo spettacolo, finalista del Premio In-Box 2017, non si limita a riportarne in scena gli sketch, ma entra nei silenzi che dividono i personaggi, nell’intimità scabrosa che evocano, nell’azzeramento del discorso che disperatamente denunciano.

La collaborazione sta continuando con la creazione di un nuovo spettacolo, questa volta tratto da un vero e proprio romanzo a fumetti, Il papà di Dio, pubblicato dalla Bao Publishing.
Ancora una volta le tematiche di maicol&mirco – la solitudine, la morte, la relazione con l'altro e col divino, l’esistenza e la desistenza – sono state rielaborate dal Teatro Rebis con uno stile minimale, ma in questo caso alternando scene comiche e irriverenti a momenti lirici, carichi d'astrazione linguistica e filosofica, in linea con la propria poetica, da sempre attenta alla ricerca del mistero nelle immagini e alle manifestazioni del sacro nel quotidiano. Fondamentali in questo percorso sono le collaborazioni con la poetessa e filosofa Rubina Giorgi, studiosa tra l’altro delle relazioni tra mistica e poesia, con l’artista visivo Frediano Brandetti, creatore di strutture oniriche e metamorfiche, con la musicista e compositrice Lili Refrain, artista che mescola nelle sue composizioni una vocalità lirica a sonorità distorte.

BIGLIETTERIE
CORINALDO
biglietteria Teatro Goldoni 338 6230078
due giorni precedenti lo spettacolo 10 – 12; il giorni di spettacolo dalle 19
FANO
botteghino Teatro della Fortuna 0721 800750
da mercoledì a sabato [esclusi i festivi] 17.30 – 19.30; mercoledì e sabato anche 10.30 – 12.30
nei giorni di spettacolo 10.30 – 12.30 e dalle 17.30
MONDAVIO
biglietteria Teatro Apollo 339 4518693
il giorno di spettacolo tre ore prima dell’inizio
PESARO
biglietteria Teatro Rossini 0721 387621
da mercoledì a sabato 17 - 19.30; nei giorni di spettacolo 10 - 13 e dalle 17
biglietteria Teatro Sperimentale 0721 387548
il giorno di spettacolo 10 – 13 e dalle 17
biglietteria Chiesa dell’Annunziata 334 3193717
il giorno di spettacolo dalle 20
SAN COSTANZO
biglietteria Teatro della Concordia 0721 950124 - 366 6305500
il giorno di spettacolo dalle 19
SAN LORENZO IN CAMPO
biglietteria Teatro Tiberini 366 6305500
il giorno di spettacolo dalle 19
SENIGALLIA
biglietteria Rotonda a Mare 071 60322
il giorno di spettacolo dalle 19
URBANIA
biglietteria Teatro Bramante 366 6305500
il giorno di spettacolo dalle 19
URBINO
biglietteria Teatro Sanzio 0722 2281
il giorno precedente lo spettacolo 11 - 13 e 16 - 20; il giorno di spettacolo dalle 16

VENDITA ON-LINE
www.vivaticket.it [esclusi i biglietti per Mondavio]
CALL CENTER 071 2133600

INFORMAZIONI
AMAT
071 2072439 / 2075880 | www.amatmarche.net
CORINALDO
Teatro Goldoni 338 6230078
FANO
Fondazione Teatro della Fortuna 0721 827092 / 800750 | www.teatrodellafortuna.it
MONDAVIO
Teatro Apollo 339 4518693 – 333 8996348
PESARO
Uffici Teatro 0721 387620 | www.teatridipesaro.it
SAN COSTANZO
Rete Teatrale della provincia di Pesaro e Urbino 0721 3592515
SAN LORENZO IN CAMPO
Rete Teatrale della provincia di Pesaro e Urbino 0721 3592515
SENIGALLIA
Biglietteria Teatro La Fenice 071 7930842 – 335 1776042 [lunedì – venerdì 9 - 13]
URBANIA Rete Teatrale della provincia di Pesaro e Urbino 0721 3592515
URBINO
Servizio Cultura e Turismo 0722 309602 / 309283 | www.urbinonews.it
BIGLIETTI
posto unico numerato 10 euro | 8 euro ridotto*

Fano, Teatro della Fortuna La scortecata
Urbino, Teatro Sanzio La mia battaglia e Lungoviaggio
posto unico numerato 15 euro | 12 euro ridotto*

Mondavio, Teatro Apollo
posto unico numerato 10 euro

Pesaro, Teatro Rossini La mia generazione tour
platea e palchi I, II ordine e III ordine centrale 15 euro | 12 euro ridotto*
palchi III ordine laterale e IV ordine 12 euro | 10 euro ridotto*
loggione 8 euro

Urbania, Teatro Bramante Pueblo
Settore A 15 euro | 12 euro ridotto*
Settore B 10 euro | 8 euro ridotto*

Urbino, Teatro Sanzio Eloquio di un perdente
posto unico numerato . 20 euro | 15 euro ridotto*

Urbino, Teatro Sanzio Impreparati
Corinaldo, Teatro Goldoni Esperimenti live
posto unico numerato 5 euro

* fino a 29 anni, oltre 65 anni, studenti, AMATo abbonato Card, soci Touring Club
soci FAI, iscritti scuole danza, iscritti scuole musica e convenzionati vari

INIZIO SPETTACOLI
Fano, Pesaro, Senigallia, Urbino ore 21
Corinaldo, San Costanzo, San Lorenzo in Campo, Urbania ore 21.15
Mondavio feriali ore 21.30, domenica ore 17
03/03/2018: tre repliche ore 19, 21, 22
Ufficio Stampa