Quale caso dovrà risolvere il "Grande Detective"? Lo abbiamo chiesto a Giulio d'Amicone

Intervista a Giulio d'Amicone autore della detective story Attenti al gradino (Il Grande Detective)
Francavilla al Mare, (informazione.it - comunicati stampa - editoria e media) Attenti al gradino (Il Grande detective) è una parodistica detective story ambientata a Roma, sapientemente intricata e molto divertente.
Intervistiamo l'autore, Giulio d'Amicone, critico cinematografico, e scopriamo chi è il Grande Detective e quale ingarbugliato caso si troverà a risolvere nonostante combini spesso dei guai.

D. "Attenti al gradino" si può definire un romanzo fuori dalla norma?
R. Più che altro è difficile stabilire quale sia la norma... Scherzo, ma sebbene io mi sia basato sulle detective story che oggi continuano a essere presenti in gran copia nelle librerie, il mio intento è stato piuttosto di metterle in burla.

D. In che senso?
R. Ho scelto un protagonista - la storia si svolge a Roma - che ha scelto di fare l'investigatore privato e che è soprannominato "il baccalà del Prenestino". E questo dovrebbe già far capire qualcosa… E' un bravo ragazzo, convinto di essere un'incarnazione dei duri statunitensi, ma in effetti qualsiasi iniziativa prenda finisce per combinare dei guai.

D. Quale lo spunto iniziale?
R. Una contessa di antica famiglia lo incarica di sorvegliare la figlia perché, sebbene si tratti di una ragazza irreprensibile, c'è qualcosa che secondo la madre non è chiara: telefonate sussurrate, uscite nelle ore più diverse ecc. La figlia non ha un partner, quindi non si tratta di una storia d'amore. Ovviamente, come da copione, questo non sarà che l'inizio: il nostro imbranato scoprirà quasi suo malgrado che sotto c'è molto di peggio. E di inaspettato.

D. Cioè? Senza anticipare troppo...
R. Si parte dallo spaccio di droga e si arriva fino a un ripugnante sicario chiamato dall'estero...

D. Beh ma allora ci sono anche aspetti seriosi…
R. Sì ma il registro è sempre quello ironico. Diciamo che ho colto l'occasione anche per mostrare il tasso di follia esistente in ciascuno di noi, ancor più nelle grandi città. È la stessa vita quotidiana che induce a spingere molti di noi a comportarsi in modo... diciamo caparbio: tanto caparbio da sembrare eccessivo. Chi di noi non si è sentito chiamare "fissato" se ha manifestato un forte interesse per qualsiasi cosa?

D. Ma questo tanto nel campo maschile quanto in quello femminile?
R. Non faccio discriminazioni. Si va da un'anziana signora che tiene la casa come un santuario a un direttore d'orchestra che calcola al secondo il momento di entrare per l'applauso... Certo nel romanzo le donne hanno grande importanza. Come nella vita di ogni uomo. Alla fin fine spero solo che si tratti di una lettura divertente. Ovviamente per mettere in parodia certe convenzioni bisogna seguirle: quindi il colpo di scena finale non manca, come non mancano le false piste... ma senza complicare troppo la trama, come fanno certi autori che ti costringono a tornare indietro per controllare chi era il personaggio che a pagina 100 ricompare dopo essere apparso di sfuggita a pagina 30.
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