“Citta’ Metropolitana Milanese”, lo Sviluppo sotto i campanili
Fonte: Giornale Informazione Quotidiana.
Milano,
(informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)
“Citta’ Metropolitana Milanese” Lo Sviluppo sotto i campanili. QN IL GIORNO del 19 maggio 2018
Con particolare riferimento al tema dell’ Area, anzi della Citta’ Metropolitana milanese – (che non sono sinonimi, ma attengono l’una alla realta’ fattuale, l’altra alla istituzione giuridico-amministrativa)
ormai si deve prender atto che il riferimento al territorio comunale, come parametro per l’esercizio di funzioni istituzionali quali la fiscalita’ locale e la pianificazione territoriale, nella sua configurazione storico-convenzionale, risulta obsoleto e inadatto a reggere il passo con l’esigenza della competitivita’ internazionale delle conurbazioni e dei territori. Va rilevato peraltro che latita, in questo sistema, un criterio omologativo tra i 134 Comuni che ne fanno parte. Mi chiedo allora se sia mai possibile che in due comuni contermini si possano applicare due distinti e diversi regimi fiscali ( Imu, Tasi etc ) e due diversi regimi dei suoli (la legge regionale stabilisce infatti che ciascun comune abbia la facolta’ di introdurre o meno la perequazione urbanistica nella pianificazione del proprio territorio ) ad immobili confinanti ma divisi dalla linea di confine; e che, in presenza del criterio perequativo, poi, possano traslare i diritti edificatori di aree limotrofe, il comune di Milano in piazza del Duomo e il piccolo comune adiacente, nel proprio centro, con enormi disparita’ economiche. Sono queste le condizioni su cui si dovrebbe basare la competitivita’ economica dei territori, in una prospettiva di economia globalizzata ?
La Citta’ Metropolitana non puo’ dunque ritenersi ridotta a un mero livello di organizzazione di servizi comunali. Dovrebbe viceversa esser strutturata come livello istituzionale alla cui scala configurare le funzioni-chiave della amministrazione pubblica locale, oggi rientranti nella competenza dei singoli Comuni.
Su questa premessa si è incentrato il Seminario promosso da CIAM, ARCHXMI, AIM, con il patrocinio di Assoedilizia e dell’ Ordine degli Architetti di Milano sul tema ‘Metodo e questioni operative per la città metropolitana’, secondo ciclo di quattro dal titolo ‘Osservatorio Metropolitano-Dibattiti per lo sviluppo e la promozione di una nuova qualità urbana’.
Di fronte, poi, al problema della governance, nel dibattito qualcuno ha sostenuto che l’alternativa sarebbe quella di riprendere, allargato , il ruolo prima svolto dalle Province. Con la visione di una città postmetropolitana che coinvolga l’intera Lombardia
di Achille Colombo Clerici
Con particolare riferimento al tema dell’ Area, anzi della Citta’ Metropolitana milanese – (che non sono sinonimi, ma attengono l’una alla realta’ fattuale, l’altra alla istituzione giuridico-amministrativa)
La Citta’ Metropolitana non puo’ dunque ritenersi ridotta a un mero livello di organizzazione di servizi comunali. Dovrebbe viceversa esser strutturata come livello istituzionale alla cui scala configurare le funzioni-chiave della amministrazione pubblica locale, oggi rientranti nella competenza dei singoli Comuni.
Su questa premessa si è incentrato il Seminario promosso da CIAM, ARCHXMI, AIM, con il patrocinio di Assoedilizia e dell’ Ordine degli Architetti di Milano sul tema ‘Metodo e questioni operative per la città metropolitana’, secondo ciclo di quattro dal titolo ‘Osservatorio Metropolitano-Dibattiti per lo sviluppo e la promozione di una nuova qualità urbana’.
Di fronte, poi, al problema della governance, nel dibattito qualcuno ha sostenuto che l’alternativa sarebbe quella di riprendere, allargato , il ruolo prima svolto dalle Province. Con la visione di una città postmetropolitana che coinvolga l’intera Lombardia
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