Le RoundedMinds giudicano con un ‘3’ l’innovazione del management italiano

Presso la Sala Wiki – Business Press – in Via Carducci, 17 a Milano si è tenuto, negli scorsi giorni, il primo incontro di RoundedMinds, in versione beta, organizzato da Marco Camisani Calzolari, Amministratore Delegato Speakage e Distruptive Innovator, Fabrizio Bellavista, Consulente di comunicazione e Partner dell’Istituto Psycho-Research e Diego Biasi, Presidente Business Press.
, (informazione.it - comunicati stampa - varie) Presso la Sala Wiki – Business Press – in Via Carducci, 17 a Milano si è tenuto, negli scorsi giorni, il primo incontro di RoundedMinds, in versione beta, organizzato da Marco Camisani Calzolari, Amministratore Delegato Speakage e Distruptive Innovator, Fabrizio Bellavista, Consulente di comunicazione e Partner dell’Istituto Psycho-Research e Diego Biasi, Presidente Business Press.

L’attuale iper-informazione presenta un quadro complesso in cui i diversi frammenti si moltiplicano senza un processo di metabolizzazione. RoundedMinds nasce come un ‘osservatorio’ in progress che, coinvolgendo i personaggi più autorevoli in relazione ai diversi argomenti vuole soddisfare una richiesta di maggior focalizzazione sui temi ricorrenti del mondo della comunicazione e del marketing e il mercato italiano.

L’incontro ha fotografato molto bene la situazione italiana proprio nella fatica ad esprimere dei giudizi condivisi: sembra definitivamente finita l’epoca delle certezze e dei grandi eventi sintomatici per lasciar spazio a una visione più frammentata e votata ad una dinamica forse più vicina alla rivalutazione dei piccoli numeri.

Viviamo in un’epoca di turbolenze
Dalla condivisione delle ‘menti rotonde’ sono emersi diversi input ma il dato ricorrente che ha animato l’incontro è sintetizzabile con il tratteggio fatto da Franco Giacomazzi: ‘In un’epoca di turbolenza in cui la ‘gestione del caos’ è il plus più richiesto, è sintomatico vivere situazioni contraddittorie quindi non facilmente sintetizzabili’.

Il primo argomento che ha tenuto banco? Il prodotto. Malgrado il grande movimento innovativo in atto, è stato sottolineato che ancora si parla della sua centralità, cioè di una comunicazione con poco valore aggiunto e lontana dal concetto di personalizzazione.

Di interesse è stata anche la focalizzazione su una generale carenza da parte dei reparti IT delle aziende nell’azione di supporto alle aree di Comunicazione e Marketing. Da qui la proposta di implementare due distinte aree: una, di base, per la sicurezza e la funzionalità delle reti e degli applicativi, l’altra invece, più strategica, di supporto al management in termini di comunicazione e marketing. E’ emersa comunque una tesi alternativa anche se non condivisa dalla maggioranza dei presenti: la conflittualità da parte di questi due reparti porta in sé un fattore positivo in quanto proprio dal contrasto e dalla competizione molto spesso nasce la ‘scintilla’ che scatena i meccanismi creativi necessari ad innescare un processo innovativo. Altro momento di accesa discussione e di apparente contraddizione è stata la doppia visione sul futuro dello ‘screen world’, riassumibile in un concept di ‘three screen’ (computer, tv e mobile): se da una parte la realtà italiana è ancora in mano all’egemonia della TV, dall’altra sembrano esserci elementi ottimali per uno sviluppo del mobile, contemplando una contemporanea implementazione dei social network; in apparente contraddizione, anche in questo caso, voci in minoranza tratteggiavano invece la vittoria di uno screen in grado di assicurare il massimo della definizione. In quest’ottica anche la definizione sintetica di ‘three screen’ lascia spazio ad altri media, vedi le voci cinema o digital signage. La conclusione condivisa riguardava comunque la fruizione dei mezzi in funzione delle modalità (utilizzo individuale o collettivo) o del luogo.

Vuole veramente cambiare il consumatore?
Riguardo le più ricorrenti tematiche della nuova cultura della condivisione è emerso che non solo le aziende non risultano essere pronte alla trasparenza richiesta dai nuovi mercati sull’esempio estero, ma anche gli stessi consumatori – al di là di un atteggiamento apparentemente innovativo – risultano spesso ancorati a superati paradigmi di relazione. La capacità di risposta da parte dell’azienda Italia ai nuovi paradigmi è stata messa ai voti. Risultato: due.

Un voto al management italiano e l’agenzia di comunicazione ideale
In una rapida votazione, con scala da uno a dieci, il management italiano viene classificato con un ‘cinque’ riguardo la preparazione generale e con un ‘tre’ riguardo le tematiche dell’innovazione. Alla luce di varie riflessioni, è stato infine individuato il profilo dell’agenzia di comunicazione ideale: il mercato chiede una visione ‘one stop shop’ per far fronte a una comunicazione crossmediale sempre meno frammentata, maggior ‘fedeltà’ al cliente e, come plus ulteriore, una cultura performante e orientata al risultato.

Hanno partecipato alla I edizione del ‘Roundedminds’: Gianandrea Abbate, Presidente Istituto Psycho-Research - Luisa Apollonio, Responsabile Marketing Internet e Ad Operations Mondadori Pubblicità - Paola Bonomo, Direttore marketing eBay - Pieranna Calvi, Responsabile marketing & sviluppo pubblicità interattiva SIPRA - Alessandro Cederle, Amministratore Delegato Reed Business Information - Edoardo Colombo, Esperto di Comunicazione Politica Digitale - Alessandro De Benedittis, Responsabile Progetti FORMAPER - Franco Giacomazzi, Docente Politecnico di Milano e Presidente Associazione ItalianaMarketing - Massimo Giordani, Docente al Politecnico di Torino, Ceo Time & Mind e Presidente Inter.Media - Lorenzo Marini, Presidente Lorenzo Marini & Associati - Giuseppe Mascitelli, Amministratore Delegato di Mediolanum Comunicazione - Renzo Provedel, Co-fondatore di Fareimpresa, Pointercom, SCOA The School of Coach - Maria Grazia Mattei, Responsabile programmazione culturale Mediateca Milano e A.D. MGM Digital Communication - Marco Zamperini, Chief Technology Officer Etnoteam.

http://www.roundedminds.com/
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