Carenza di organico nel SSN: Meritocrazia Italia avanza proposte di revisione normativa

Meritocrazia Italia propone di rivedere la normativa in vigore, eliminando la verifica della «assenza di personale medico convenzionato collocabile», e garantendo a tutti i medici convenzionati il diritto soggettivo di scegliere di restare in convenzione con il SSN fino al compimento di 72 anni.
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

In attesa che si preveda un aumento dei posti alla Facoltà di medicina e chirurgia, per la copertura dei posti resi vacanti dai massicci pensionamenti e dal blocco del turn over, è fondamentale aumentare la capacità erogativa dell’assistenza territoriale, partendo dai Medici di famiglia e dai Pediatri convenzionati. 

In particolare, Meritocrazia Italia chiede che i medici pensionati che hanno lavorato sul territorio possano mettersi a disposizione del SSN e dei colleghi per garantire le sostituzioni per ferie e malattia. 

Il reperimento delle risorse umane in ambito sanitario costituisce una delle principali sfide del momento.

Con la l. n. 14 dello scorso febbraio, si consente la prosecuzione dell’attività lavorativa dei medici convenzionati fino a 72 anni d’età solo in «assenza di personale medico convenzionato collocabile». Tale limitazione si proponeva di non ostacolare il turn over (evitando che un giovane medico disponibile vedesse procrastinato il suo ingresso nel mondo del lavoro). Tuttavia, la contrattazione collettiva dei medici convenzionati, nell’assegnazione delle carenze, privilegia il medico già convenzionato che chiede il trasferimento rispetto ai medici ancora in graduatoria e in attesa di essere convenzionati.

Il combinato disposto della norma e della contrattazione collettiva vigente, quindi, finisce per ridurre considerevolmente l’impatto del provvedimento adottato a febbraio. 

Infatti, a causa della infelice condizione inserita nella norma (seppur con le nobili finalità perseguite), il SSN impedisce a molti medici settantenni di continuare a lavorare fino a 72 anni, affidando il loro ambito a medici, spesso ultra-sessantenni, che vi accedono per trasferimento e che lasciano sguarniti ambiti territoriali più svantaggiati (piccoli comuni e aree rurali e montane), che oggi hanno enormi difficoltà a trovare medici disponibili.

Meritocrazia Italia propone di rivedere la normativa in vigore, eliminando la verifica della «assenza di personale medico convenzionato collocabile», e garantendo a tutti i medici convenzionati il diritto soggettivo di scegliere di restare in convenzione con il SSN fino al compimento di 72 anni. In tal modo, verrebbe aumentato il numero di medici attivi, rallentata l’emorragia dei pensionamenti e semplificata la procedura di rilevazione delle carenze in capo alle ASL le quali potrebbero semplicemente prendere atto della volontà espressa dai Pediatri.

Inoltre, al fine di ridurre il rischio burnout dei medici sul territorio e rendere più agevole la individuazione di specialisti che possano sostituire i medici di famiglia e i Pediatri nei periodi di ferie o malattia, Meritocrazia propone di consentire ai medici, iscritti all’albo dei medici e che abbiano cessato la convenzione con il SSN, ma che non abbiano compiuto 72 anni di età, di essere designati dai colleghi o dalle ASL quali sostituti dei medici di famiglia e dei Pediatri convenzionati. È coerente con la norma vigente permettere ai medici che abbiano cessato la convenzione, ma non abbiano ancora compiuto 72 anni, di sostituire i colleghi, quantomeno per periodi brevi, inferiori a 30 giorni consecutivi.

Tali soluzioni, va da sé, non basterebbero in sé a risolvere la carenza di personale sanitario, ma costituirebbero comunque un concreto aiuto in un momento difficile per un SSN che deve restare pubblico, universale e capace di garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini  

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