Antonio e Cleopatra di Shakespeare con la regia di Valter Malosti alla Arena del Sole di Bologna/ERT Con Valter Malosti e Anna Della Rosa

La trasformazione di due figure, amanti in tutta la loro fragilità, intimità e incertezza: la loro passione e l'esito di questa ridefiniranno l'ordine mondiale
Forlì, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 

Tra tutte le opere di Shakespeare, Antonio e Cleopatra è l'unica che fonde in un unico pezzo il dramma dell'amore, il dramma relativo al potere e la commedia. 

Una creazione molto ambiziosal questa di Valter Malosti e di ERT, che attraversa l'amore  antico, archeologico tra le due figure protagoniste , assieme,e anche la geo-estrategia nella fase declinante della repubblica romana e l'ascesa dell'impero, personificata nel giovane Cesare Ottaviano.

  E' certo che la scelta di Malosti abbia, qui e data la sua per la suaoggi, un significato particolare  per la sua risonanza con la caduta dei valori democratici e delle alleanze internazionali, e sia, a suo moso, provocatoria e molto opportuna.

Cleopatra (Anna della Rosa) è il personaggio psicologico più strutturato di tutte le donne shakespeariane: nel corso dell'opera vengono espresse tutte le sue straordinarie e particolari qualità uman, dal narcisismo, alla  intelligenza, capacità di seduzione ed erotismo, , coraggio, indulgenza e, in ultima istanza, vera autostima.

Tuttavia, nel suo gioco d'amore con Antonio (Valter Malosti), mostra una vera vulnerabilità umana che trascende il suo autocontrollo. Immersa in un conflitto, il suo amore per Antonio e la lotta per conservare il potere.

Quando è sopraffatta dalla sconfitta, piena di cicatrici impossibili da cancellare, sceglie il suicidio per non essere restituita a Roma come trofeo del trionfo militare di Cesare (Dario Battaglia).

Attraverso questo viaggio assistiamo alla trasformazione di due figure, simili ad altre, Cleopatra/Iside e Antonio/Ercole, in veri e propri amanti in tutta la loro fragilità, intimità e incertezza. Lui era un generale romano, lei, una regina egiziana. La loro passione e l'esito di questa ridefiniranno l'ordine mondiale.

 Antonio e Cleopatra, al ritmo misterioso e furente di un baccanale egiziano, vanno oltre la ragione e ai giochi della politica. Inimitabili e impareggiabili, neanche la morte li può contenere.

Le ultime parole di Antonio;

“E ora non muoio miserabile né vigliaccamente…”.

 

E quelle di Cleopatra, in memoria di Antonio,

“Delicato come il balsamo, leggero come l’aria, gentile...come...”

«Di Antonio e Cleopatra – racconta Valter Malosti, regista e interprete – la mia generazione ha impresso nella memoria soprattutto l’immagine, ai confini con il kitsch, della coppia hollywoodiana Richard Burton – Liz Taylor. Ma su quest’opera disincantata e misteriosa, che mescola tragico, comico, sacro e grottesco, su questo meraviglioso poema filosofico e mistico (e alchemico) che santifica l’eros, che gioca con l’alto e il basso, scritto in versi che sono tra i più alti ed evocativi di tutta l’opera shakespeariana aleggia, per più di uno studioso, a dimostrarne la profonda complessità, l’ombra del nostro grande filosofo Giordano Bruno: un teatro della mente che esige un nuovo cielo e una nuova terra».

Significativo è questo riferimento che Valter Malosti ha fatto, alla suggestione della figura di Giordano Bruno, anche dopo il suo pur breve soggiorno in Inghilterra, rimase impressa sia nelle opere di Shakespeare che in quelle di Marlowe, i due massimi esponenti del teatro elisabettiano .
 È certo, comunque, che Shakespeare, o l’autore delle opere che vanno sotto il suo nome, abbia subito una potente influenza da parte del neoplatonismo rinascimentale italiano, come è testimoniato dai significativi riflessi di tale filosofia, sparsi qua e là nel corpus delle sue opere
L’influenza esercitata da Bruno sui circoli culturali inglesi più avanzati è stata efficacemente delineata da Saverio Ricci, nel suo libro «Giordano Bruno nell’Europa del Cinquecento» (Roma, Salerno Editrice, 2000).
"Anche se davvero molte sono le cose che non sappiamo e che ci restano oscure, o quanto meno dubbie, circa la presenza di Bruno in Inghilterra e l’influsso da lui direttamente esercitato sui maggiori esponenti della cultura inglese dell’epoca elisabettiana, è ormai universalmente ammesso che un influsso indiretto vi fu e che dovette essere di notevole intensità, se Shakespeare sentì il bisogno di rappresentare il Nolano in una sua celebre commedia e se il tono generale di un’altra sua notevolissima opera, il dramma «Antonio e Cleopatra» (rappresentato per la prima volta sulle scene nel 1607 o 1608 e stampata solo nel 1623, dunque parecchi anni dopo la morte di Bruno, oltre che dopo la morte dello stesso Shakespeare), riflette chiaramente una visione del reale che può definirsi bruniana, nell’accezione più ampia del termine" (Francesco Lamendola, 2020)

.L‘onore e l’amore che, soli, superano la Ragione di Stato.

 

ANTONIO e CLEOPATRA

prima assoluta

di William Shakespeare

uno spettacolo di Valter Malosti

traduzione e adattamento Nadia Fusini e Valter Malosti

con Anna Della Rosa, Valter Malosti Danilo Nigrelli, Dario Battaglia, Massimo Verdastro, Paolo Giangrasso, Noemi Grasso, Ivan Graziano, Dario Guidi, Flavio Pieralice, Gabriele Rametta, Carla Vukmirovic

scene Margherita Palli

costumi Carlo Poggioli

disegno luci Cesare Accetta

progetto sonoro GUP Alcaro cura del movimento Marco Angelilli

maestro collaboratore Andrea Cauduro

assistenti alla regia Virginia Landi, Jacopo Squizzato

assistenti alle scene Marco Cristini, Matilde Casadei

assistenti ai costumi Simona Falanga, Riccardo Filograna

chitarra elettrica live Andrea Cauduro,  arpa celtica live Dario Guidi

coordinatore tecnico di tournée e capo elettricista Umberto Camponeschi
direttore di scena e capo macchinista Marco Giua
macchinista Davide Lago – Leandro Spadola
attrezzista Laura Franciò
fonico Angelo Longo, Pietro Tirella, Luca Martone – Fabio Romano
esecutore del progetto sonoro Andrea Cauduro
elettricista Chiara Zaffiro – Gianluca Di Meo
sarta Maria Vittoria Pelizzoni
trucco e parrucco Claudia Bastia
direttore tecnico Massimo Gianaroli
scene costruite nel Laboratorio di ERT / Teatro Nazionale
responsabile dell’allestimento e del laboratorio di costruzione Gioacchino Gramolini
costruttori Sergio Puzzo, Veronica Sbrancia, Davide Lago, Leandro Spadola
scenografe decoratrici Ludovica Sitti con Sarah Menichini, Benedetta Monetti, Martina Perrone, Bianca Passanti
costumi realizzati da Maria Vittoria Pelizzoni, Adriana Cottone per ERT /Teatro Nazionale e da Tireili Costumi

Produzione
 Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, LAC Lugano Arte e Cultura

 

 

Ufficio Stampa