L'invasione dei banner pubblicitari. L'adv nell'era del web

Sul web si assiste quotidianamente ad una vera e propria invasione dei banner pubblicitari. L'advertising online è letteralmente esplosa sui siti internet nonostante importanti interventi sulla privacy. Ma questo giova davvero? Cosa ne pensano gli utenti?
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Palermo, (informazione.it - comunicati stampa - internet)

Banner pubblicitari sui siti web, attrazioni pubblicitarie che ormai siamo abituati a vedere quotidianamente e che talvolta ci disturbano e a volte invece fanno bene il loro lavoro e ci aiutano a scegliere prodotti e servizi di cui abbiamo bisogno.

Tuttavia abbiamo assistito in questi ultimi anni ad un crescendo costante di presenza pubblicitaria sul web. E anche il tipo di pubblicità si è modernizzata e meglio strutturata per catturare più che mai l'attenzione del consumatore. Assistiamo, durante la navigazione sul web, a tipi di pubblicità nuovi che si aggiungono ai banner più o meno statici e così veniamo raggiunti da nuovi formati pubblicitari come video, slider, popunder, skin etc.... tutte pubblicità che attraggono perché hanno del "movimento", i formati sono ormai "dinamici" e attirano l'attenzione del navigatore. Ma tutto ciò, quanto è gradito?

A sentire le testimonianze del pubblico, la pubblicità sul web per molti è esageratamente invasiva e troppo "pesante" tanto che spesso molti rinunciano alla visione di una pagina web perché troppo piena di spazi adv che compromettono in modo serio la possibilità di fruizione dei contenuti. Effettivamente a tutti è capitato di incappare in pagine web davvero impossibili da vedere.

Ma a cosa è servito allora l'avvento serio e severo se vogliamo del garante della privacy e delle istituzioni sulla pubblicità on line? E' servito si a regolare la pubblicità sul web garantendo la privacy del consumatore ma fino ad un certo punto poiché quello che avviene è che se l'utente non da il consenso alla conservazione dei cookie di navigazione, le pubblicità spesso si vedono ugualmente per effetto del fatto che le stesse risultano non targhettizzate sulle abitudini dell'utente e quindi puramente illustrative, ma non per questo del tutto assenti.

Inoltre la maggior parte dei siti, soprattutto quelli di news e informazione, ormai tendono a chiedere esplicitamente di dare il consenso ai cookie per leggere gli articoli o in alternativa ad abbonarsi nel caso non si voglia vedere la pubblicità. Lasciando stare i cavilli legali, non è questo il nostro compito, di certo c'è da dire che gli editori spesso trovano sostentamento proprio con la pubblicità, e allora come salvare capre e cavoli? Cioè come fare per fruire di contenuti web senza la "pesantezza" della troppa pubblicità?

Forse la soluzione è il buonsenso, forse bisogna ricorrere a un giusto equilibrio tra presenza pubblicitaria e fruizione dei contenuti. Una raccomandazione che possiamo fare a tutti gli editori è certamente quella di evitare di affidarsi ad agenzie e concessionarie pubblicitarie online che non tengano conto per l'appunto del buon equilibrio di cui abbiamo parlato. Buona navigazione e fruizione dei consigli per gli acquisti .    :-)

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