Ai Musei San Domenico di Forlì,  Steve McCurry con la Mostra CIBO

Prima esposizione mondiale, in occasione del Festival de Buon Vivere, da sabato 21 settembre, con una presentazione nella serata di venerdì 20 settembre 2019.
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Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Torna a Forlì, ai Musei San Domenico,  Steve McCurry con la Mostra CIBO, in occasione del Festival de Buon Vivere, da sabato 21 settembre, con una presentazione nella serata di venerdì 20 settembre 2019.

Steve McCurry (Filadelfia, Pennsylvania, 23 aprile 1950) , uno dei fotografi della Magnum Photos, che ha spaziato con i suoi reportage in più generi, dalla street photography[ alla fotografia di guerra e dalla fotografia urbana al ritratto.

 Dopo aver lavorato al Today's Post presso il King of Prussia per due anni, inizia il suo percorso di artista nel mondo dei conflitti e delle contarddizioni sociali, dall' India al Pakistan e all'Afghanistan.

Le sue immagini, pubblicate in tutto il mondo, sono state tra le prime a mostrare il conflitto al mondo intero. premiate con la Robert Capa Gold Medal for Best Photographic Reporting from Abroad, un premio assegnato a fotografi che si sono distinti per eccezionale coraggio e per le loro imprese.

McCurry ha poi continuato a fotografare i conflitti internazionali, tra cui le guerre in Iran-Iraq, a Beirut, in Cambogia, nelle Filippine, in Afghanistan e la Guerra del Golfo. Il lavoro di McCurry è stato descritto nelle riviste di tutto il mondo e contribuisce sovente al National Geographic Magazine. McCurry è membro della Magnum Photos dal 1986.

Numerosi i premi, tra cui il Magazine Photographer of the Year, assegnato dalla National Press Photographers' Association. Lo stesso anno ha vinto per il quarto anno consecutivo il primo premio al concorso World Press Photo Contest. Ha vinto inoltre l'Olivier Rebbot Memorial Award per due volte.

McCurry si concentra sulle conseguenze umane della guerra, mostrando non solo quello che la guerra imprime al paesaggio ma, piuttosto, sul volto umano. Egli è guidato da una curiosità innata e dal senso di meraviglia circa il mondo e tutti coloro che lo abitano, ed ha una straordinaria capacità di attraversare i confini della lingua e della cultura per catturare storie di esperienza umana. "La maggior parte delle mie foto è radicata nella gente. Cerco il momento in cui si affaccia l'anima più genuina, in cui l'esperienza s'imprime sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che può essere una persona colta in un contesto più ampio che potremmo chiamare la condizione umana. Voglio trasmettere il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell'essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità".

Steve McCurry è ritratto in un documentario televisivo dal titolo Il volto della condizione umana (2003) prodotto dal pluripremiato regista francese Denis Delestrac.

Ha realizzato nel 2013 il calendario Pirelli fotografando 11 donne impegnate nel sostegno di Fondazioni, organizzazioni non governative e progetti umanitari.

Il ritratto più famoso di McCurry, Ragazza afgana, presente nella mostra di Forlì e di Ancona di alcuni anni fa, è stato scattato in un campo profughi vicino a Peshawar, in Pakistan. L'immagine è stata nominata come "la fotografia più riconosciuta" nella storia della rivista National Geographic; il suo volto è diventato famoso ed è ora ricordato come "la foto di copertina di giugno 1985". La foto è stata anche ampiamente utilizzata sulle brochure di Amnesty International, oltre che su poster e calendari.

Innumerevoli mostre antologiche sono state dedicate alle opere di Steve McCurry in varie città del mondo. L'autore iniziò ad esporre in Svizzera, a Losanna nel 2001 con una mostra a cura dell'agenzia pubblicitaria Leo Burnett insieme con lo storico pittore italiano Umberto Pettinicchio]. Gli sono state dedicate mostre a Venezia], Forlì, Ancona,, Torino, Otranto, Pordenone..

Nel 2017, la città di Bruxelles gli ha dedicato una mostra retrospettiva con oltre 200 tra i suoi più celebri scatti, dal periodo afghano ai giorni nostri, riprodotti in grandi dimensioni ed esposte nel salone del Palais de la Bourse, e varie video-installazioni con interviste da lui rilasciate nel corso degli anni.

Una fra le più importanti mostre tematiche del fotografo statunitense è stata la mostra Animals a Museo delle culture (MUDEC) di Milano. Tenutasi nel «nuovo spazio espositivo del Museo delle Culture dedicato alla fotografia d’autore»[15] inaugurato nel 2018, il "Mudec Photo", il fotografo ha esposto 60 foto di animali, diverse di queste realizzate per denunciare «il disastroso impatto ambientale e faunistico» in alcuni luoghi di conflitto del mondo.

A Settembre 2019, di nuovo a Forlì, si tiene la prima esposizione mondiale della mostra Cibo, per riflettere sul valore del cibo, sui suoi aspetti culturali, ma anche sull'uso e sullo spreco che se fa.

La mostra comprende cinque sezioni: il ciclo della vita del cibo, il pane come alimento primario, la produzione, la trasformazione e la condivisione del cibo.

Ufficio Stampa
Giancarlo Garoia
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