‘Terra dei fuochi’: con la sentenza Cedu, Meritocrazia Italia chiede verità e interventi urgenti

Meritocrazia Italia chiede con forza che sia fatta piena luce sui danni subiti dalla popolazione, costretta a vivere una tragedia immane per la condotta illegale di malviventi senza scrupoli, perfettamente consci delle malattie che la stessa avrebbero causato
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Roma, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

Secondo la Corte Europea dei Diritti Umani, nell'area a nord di Napoli e sud di Caserta c'è un «rischio grave, reale e accertabile», oltre che «imminente», per la vita di chi vi abita, affrontato troppo «lentamente» dalle autorità italiane.

Il nome "Terra dei Fuochi" nasce dagli esili pennacchi di fumo che si alzavano lentamente al cielo in alcuni punti della pianura campana, visibili a chi percorreva il raccordo tra il Centro Direzionale di Napoli e l'autostrada A1. Non si trattava del fumo leggero prodotto dalla combustione delle sterpaglie raccolte dai contadini per ripulire i campi, ma di un fumo più scuro e denso, proveniente da incendi appiccati a rifiuti di ben altra natura. Questi incendi, sempre negli stessi luoghi e protratti per settimane o mesi, erano il risultato della combustione del rivestimento isolante di enormi matasse di fili elettrici rubati, scaricati abusivamente dai camion e incendiati per estrarre il rame contenuto all'interno. Spesso i contadini proprietari dei terreni venivano costretti con minacce a tollerare questa pratica illegale.

Il risultato di tali roghi era la diffusione di composti tossici nell'aria, trasportati dal vento attraverso la pianura, e l'accumulo di ceneri ricche di diossina in concentrazioni migliaia di volte superiori ai limiti di legge.

Significative le immagini di pecore smagrite che cadevano a terra senza vita: una conseguenza diretta della diossina ingerita con l'erba cresciuta intorno a quei cumuli di rifiuti.

Già 25 anni fa, le indagini commissionate dal Commissario Straordinario ai rifiuti della Campania all'inizio degli anni 2000 avevano evidenziato, con dati inoppugnabili, la gravità della situazione. Gli esperti della Sogin, ex Enel, coadiuvati dai laboratori del CESI di Milano e dell'ARPA Campania, individuarono queste "fabbriche di diossina" seguendo i sottili fili di fumo perenne.

Fu così che il nome "Terra dei Fuochi" entrò nel linguaggio comune.

Determinante fu il contributo di un vigile urbano esemplare, Michele Liguori, ucciso nel 2014 dalla camorra per le sue denunce contro lo sversamento illegale di rifiuti. I camorristi lo soprannominavano sprezzantemente "'O vigile chiatto co à barb" proprio per il suo rifiuto di chiudere un occhio su questo traffico criminale.

Ma la Campania Felix non ha subito solo questo scempio: sono stati rinvenuti interi campi di rifiuti solidi di diversa natura, provenienti da tutta Italia, oltre a pozzi colmi di rifiuti pericolosi e difficili da rimuovere, il cui contenuto liquido ha inquinato la falda acquifera per decine di chilometri, fino al mare. Per anni, questa stessa falda è stata utilizzata dall'ARIN per distribuire acqua potabile alla città di Napoli nei periodi di maggiore necessità estiva.

Finalmente, dopo decenni di attesa, è arrivata la sentenza della Corte Europea.

Meritocrazia Italia apprezza l’impegno mostrato dal Governo con l’istituzione di una commissione speciale e chiede con forza

- che sia fatta piena luce sui danni subiti dalla popolazione, costretta a vivere una tragedia immane per la condotta illegale di malviventi senza scrupoli, perfettamente consci delle malattie che la stessa avrebbero causato;

- che siano verificati attentamente gli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree inquinate, comprese l'aria, i terreni e le falde acquifere;

- che sia resa nota la data di installazione delle reti di monitoraggio, come quella progettata per valutare l'impatto dei fumi sui centri abitati circostanti il termovalorizzatore di Acerra;

- che si proceda con urgenza all'avvio dei lavori di bonifica delle acque di falda, compromesse dall'inquinamento causato da solventi di vernici e altre sostanze nocive, provenienti dall'area industriale di Pomigliano d'Arco;

- che sia effettuata una diagnosi della qualità dell'aria dei territori interessati per pianificare interventi di bonifica e biofiltrazione. Questo processo, soprattutto in un'area altamente compromessa come la Terra dei Fuochi, deve essere condotto con metodologie avanzate e strumenti di monitoraggio all’avanguardia.

Non c'è più tempo: giustizia e risanamento devono essere priorità assolute.

Stop war.

Roma, lì  12 Marzo 2025                 

Meritocrazia Italia 

Il Presidente Walter Mauriell

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