ITALIA ELIMINATA AI MONDIALI DI CALCIO A 5 DALL'EGITTO: E' LA FINE DI UN CICLO

Il movimento del futsal italiano è in subbuglio sui social: "Ridiamo la nazionale ai giocatori italiani!"
ROMA, (informazione.it - comunicati stampa - sport) L'eliminazione della nazionale italiana dai mondiali di calcio a cinque per mano dell'Egitto rappresenta uno dei punti più bassi della storia del futsal del nostro Paese. Paragonabile forse soltanto alla "Corea" del calcio, la disfatta vissuta dagli azzurri ai mondiali di futsal in corso di svolgimento in Colombia. E dopo l'eliminazione dagli Europei per mano del Kazakistan, è arrivata una beffa ancora più cocente e difficile da mandare giù.
Che succede all'Italia del calcio a cinque, come nazionale e come movimento? Purtroppo già da tempo abbiamo lo specchio di uno sport alla deriva che invece in tutti gli altri paesi del mondo inizia sempre di più a decollare con forza. Se crediamo che i risultati di una nazionale sono lo specchio del movimento, e che quindi non vengono mai per caso, una cosa va sottolineata: se già era stata deludente l'eliminazione dagli Europei per mano del modesto Kazakistan, ancor più cocente è l'uscita di scena contro l'Egitto ai mondiali avvenuta la notte scorsa (gli azzurri hanno perso 4-3 ai supplementari, andando sempre in svantaggio) .
Il risultato fa rumore e sensazione, è ovvio, ma è il frutto di una programmazione della divisione chiaramente inesistente e che si è fermata a tanti anni fa, cosa che ormai non porta da nessuna parte. Il futsal italiano continua ad avere in nazionale oriundi e giocatori brasiliani naturalizzati lasciando fuori tanti italiani che meriterebbero di indossare la maglia azzurra esattamente come accade nelle sfere più alte del campionato. Rimettere in campo gli italiani, oggi più che un'opportunità deve essere un dovere per consentire a tutto il movimento di crescere e di spiccare il volo , valorizzando i nostri vivai. Oggi più che mai il monito appare chiaro: facciamo emergere i nostri talenti e i nostri tecnici.

Il forte rammarico per l'eliminazione è ancora più cocente se si pensa al fatto che proprio la settimana prima di partire per il mondiale colombiano, il commissario tecnico Menichelli (che ad oggi allena due nazionali, sia la maschile che la femminile ) veniva anzitempo confermato alla guida della nazionale per i prossimi due anni, cosa più unica che rara, considerando anche la precedente e clamorosa eliminazione subìta agli Europei.

Oggi il calcio a cinque si è giocato davvero la faccia e questo risultato non aiuterà certamente ad attrarre verso questa disciplina né visibilità televisiva (che è quella che veramente manca) né tanto meno sponsor (al momento quasi inesistenti). Che questo splendido sport sia giunto alla deriva lo dicono da tempo i numeri e i fatti: a partire dalle numerose società che ogni anno decidono di non iscriversi (compresa quella campione d'Italia), passando per gli scandali del passato sui passaporti e tesseramenti finiti sotto inchiesta, doping e addirittura palloni venduti sottobanco alle bancarelle dei mercati rionali. Adesso siamo davvero giunti alla conclusione di questa triste vicenda, con un ciclo che sembra davvero finito e che forse dovrebbe consentire alle società di esprimere il loro parere in sede elettorale e magari di contare finalmente un pochino di più nelle decisioni prese dall'alto. La conclusione è a dir poco amara: le parole non servono a dare nessun risultato pertanto eccoci qui a piangere su una sconfitta che fa male all'intero sistema. A questo punto viene da chiedersi solo una domanda ultima e definitiva: che forse non ci sia una precisa regìa, una volontà che voglia davvero nascondere e far morire questo sport per non renderlo troppo importante e troppo visibile a discapito di altre discipline?
Ufficio Stampa
Valerio Ciardi
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