Maggiori possibilità di cura per le pazienti affette da tumore al seno HER2 positivo in fase precoce

Due studi pivotal confermano i vantaggi di trastuzumab in termini di sopravvivenza a lungo termine e di sicurezza
, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Roche ha annunciato oggi nuovi dati di follow-up a lungo termine di due studi pivotal su larga scala che hanno valutato l’utilizzo di trastuzumab in adiuvante per il trattamento del tumore al seno HER2 positivo in fase iniziale, presentati al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS).
Entrambi gli studi – l'N9831 condotto dal North Central Cancer Treatment Group (NCCTG), e il BCIRG006 effettuato dal Breast Cancer International Research Group – hanno dimostrato che trastuzumab ha ridotto di circa un terzo il rischio di recidiva del tumore in donne con carcinoma mammario HER2 positivo in fase precoce, rispetto alle pazienti che hanno ricevuto la sola chemioterapia. Entrambi gli studi hanno inoltre dimostrato la sopravvivenza libera da malattia a 5 anni in almeno l'80 per cento delle donne che hanno ricevuto trastuzumab per un anno.
“Il decorso di questa malattia estremamente aggressiva è cambiato grazie a trastuzumab, che offre alle donne affette da carcinoma mammario HER2 positivo maggiori possibilità di cura” – ha dichiarato William M. Burns, CEO della Divisione Farmaceutica di Roche. “I risultati del follow-up a lungo termine degli studi pivotal hanno confermato in modo assoluto che un anno di trastuzumab è elemento fondamentale della cura”.
I trial hanno anche confermato il profilo favorevole di sicurezza cardiaca di trastuzumab con il follow-up a lungo termine. Inoltre, entrambi gli studi hanno dato risposta alle domande della comunità medica circa la migliore modalità di somministrazione del farmaco.
Lo studio N983 è l’unico trial che ha valutato l'impatto della somministrazione di trastuzumab in concomitanza o successivamente a un trattamento chemioterapico. Lo studio ha chiaramente dimostrato il beneficio a lungo termine di un anno di trattamento con trastuzumab in entrambi i regimi, e ha evidenziato che il regime di somministrazione concomitante ha portato maggiori benefici per le pazienti.
Lo studio BCIRG006 ha invece valutato trastuzumab in associazione con chemioterapia a base di antracicline versus un regime privo di antracicline. Lo studio ha dimostrato che entrambi questi approcci hanno esteso la sopravvivenza libera da malattia e la sopravvivenza globale rispetto al trattamento con sola chemioterapia.
“È davvero gratificante” – ha dichiarato Dennis Slamon, Direttore della ricerca clinica/traslazionale presso il Jonsson Comprehensive Cancer Center dell'UCLA – “osservare i benefici offerti da trastuzumab in associazione con chemioterapia priva di antracicline e il migliore profilo di sicurezza cardiaca che questo trattamento offre rispetto all'associazione con una terapia con antracicline”.

Informazioni sullo studio N9831
L'N9831 è un trial in aperto, multicentrico, randomizzato, di Fase III effettuato negli Stati Uniti su trastuzumab come trattamento adiuvante per un anno. Alle pazienti affette da carcinoma mammario HER2 positivo in fase precoce sono stati somministrati la sola chemioterapia, trastuzumab successivamente alla chemioterapia (sequenziale) o trastuzumab in concomitanza con la chemioterapia (concomitante). Lo studio è stato diretto dal North Central Cancer Treatment Group (NCCTG) con l'aiuto di centinaia di centri negli Stati Uniti, inclusa la Mayo Clinic di Jacksonville (Florida). Il trial è stato finanziato da NCI, da Genentech e dalla BCRF (Breast Cancer Research Foundation) e ha avuto come coordinatore la Dr.ssa Perez.
L'endpoint primario dello studio era dimostrare la superiorità della sopravvivenza libera da malattia dei gruppi trattati anche con trastuzumab rispetto a quello trattato con la sola chemioterapia. L'endpoint secondario dello studio includeva anche la sopravvivenza globale.
I risultati dello studio hanno dimostrato che la sopravvivenza libera da malattia è notevolmente aumentata con l'aggiunta di un anno di trattamento con trastuzumab (sequenziale o concomitante) rispetto alla sola chemioterapia. Le pazienti trattate con trastuzumab hanno dimostrato una riduzione del rischio di recidiva del 30 per cento rispetto alle pazienti che hanno ricevuto la sola chemioterapia. Oltre l'80 per cento delle pazienti che hanno ricevuto il trattamento di un anno di trastuzumab erano ancora vive e libere da malattia a 5 anni di follow-up. Il follow-up a lungo termine del trial ha confermato il profilo di sicurezza cardiaca favorevole di trastuzumab.
Lo studio N9831 ha esaminato la somministrazione di trastuzumab in concomitanza con e successivamente alla somministrazione della chemioterapia. Entrambi i regimi hanno dimostrato i benefici a lungo termine del trattamento di un anno con trastuzumab. I dati del gruppo sottoposto al regime concomitante hanno dimostrato che questo regime tende ad essere di maggiore beneficio per le pazienti.

Informazioni sullo studio BCIRG006
Il BCIRG006 è uno studio indipendente randomizzato di Fase III mirato a valutare l'uso di due trattamenti chemioterapici (docetaxel e carboplatino) associati con trastuzumab successivamente al trattamento adiuvante iniziale con chemioterapia a base di doxorubicina e ciclofosfamide per la cura del carcinoma mammario HER2 positivo in fase precoce. Lo studio è stato condotto dal Breast Cancer International Research Group (BCIRG).
L'endpoint primario dello studio era la sopravvivenza libera da malattia, mentre quelli secondari erano la sopravvivenza globale, la tossicità e i marker patologici e molecolari predittivi dell'efficacia.
Lo studio ha dimostrato che trastuzumab somministrato in associazione con un regime a base di antracicline riduce il rischio di recidiva del 36 per cento nelle donne trattate per un anno con trastuzumab rispetto a quelle trattate con la sola chemioterapia, mentre il rischio di decesso è stato ridotto del 37 per cento. I risultati dello studio hanno dimostrato anche che trastuzumab somministrato in associazione con regimi liberi da antracicline ha ridotto il rischio di recidiva del 25 per cento nelle donne trattate per un anno con trastuzumab rispetto a quelle trattate con la sola chemioterapia, mentre il rischio di decesso è stato ridotto del 23 per cento. In entrambi i casi, i risultati erano statisticamente significativi. Indipendentemente dal regime impiegato, almeno l'80 per cento delle donne che hanno ricevuto trastuzumab per un anno erano vive e libere da malattia a 5 anni di follow-up. Il follow-up a lungo termine del trial ha confermato il profilo di sicurezza cardiaca favorevole di trastuzumab.
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