Da domani, 22 maggio al cinema, Ridatemi le mie ossa, documentario di Patrizio La Bella

Anteprima al Nuovo Cinema Aquila di Roma introdotta da Mimmo Calopresti, dal regista e del cast Distribuisce 102 Distribution
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Uscirà in sala il 22 maggio il documentario, opera prima di Patrizio La Bella, Ridatemi le mie ossa, una storia vera e unica di tre donne di generazioni diverse, legate da un destino comune. Monica, morta subito dopo la nascita prematura senza che i genitori potessero salutarla, diventa il fulcro intorno al quale ruota la vita di sua madre Elvira e di sua nipote Ilaria. Cresciuta con la nonna Elvira, Ilaria si immerge in un'indagine per scoprire la verità su quanto accaduto, svelando segreti e intrecciando le vite di queste donne con una determinazione incrollabile.

 

Il docu prodotto dalla Zut Film Production e in collaborazione con l’Istituto Luce di Cinecittà sceneggiato da Dino Centonze e Patrizio La Bella, con le musiche di Roberto Angelini, verrà presentato in anteprima il 22 maggio al Nuovo Cinema Aquila con due spettacoli delle 19.00 e 21.00. Sarà introdotto da Mimmo Calopresti alla presenza di regista e cast. Avrà successivamente un percorso sul territorio nazionale.

 

È la storia vera di Leondina Giacca, rapita 2 ore dopo il parto all’Ospedale San Giovanni di Roma e venduta all’Orfanotrofio Villa Pamphili, entrambi nel 1970 di proprietà del Vaticano.  All’età di 3 anni Leondina viene data in adozione con un altro nome e data di nascita: Monica Somma, nata il 22 Dicembre del 1970.

Questo non è un caso isolato ma un sistema criminale che, secondo gli autori, si è arricchito con l’alibi religioso. Nel 1970 c’erano 250 mila bambini che vivevano in orfanotrofi gestiti dal Vaticano e da “Opere Pie". Per tale assistenza benefattrice, lo stato erogava l’equivalente di 150€ al giorno per ogni bambino. Esperti, legali, medici e giornalisti hanno guidato gli autori nel labirinto degli eventi.

 

 

Elvira Giacca, la mamma biologica.

18 Settembre, 1970, Ospedale San Giovanni di Roma, sala parto: Elvira partorisce Leondina al settimo mese di gravidanza. “Aveva una montagna di capelli neri e strillava come un’aquila. “Elvira non ricorda altro e quel pianto mai più sentito le ha condizionato l’intera esistenza. Purtroppo Leondina muore 2 ore dopo il parto e Elvira viene dimessa con tanto di cartella clinica, certificato di morte, tomba e lapide a terra.

Ilaria, la nipote.

Ilaria è la figlia di Aristide, primogenito di Elvira. Vivono tutti in un unico edificio. Una porta divide i due appartamenti. Ilaria è cresciuta con la nonna e come la maggior parte di quelli di Guidonia ha sentito mille volte la strana storia della figlia scomparsa di nonna Elvira. Nel 2017, con l’espansione dei social, Ilaria inizia una ricerca impossibile. Come si può trovare una bambina ufficialmente morta negli anni 70? Da dove partire, cosa cercare, chi cercare? Troppo difficile. Tra l’altro non ha neanche un nome da cui partire. Quello di Leondina è registrato come defunta. Ilaria non si arrende, ma non sa dove sbattere la testa.

Nell’estate del 2021 Ilaria trova Monica.

Elvira e Monica si sono incontrate nei primi mesi del 2022. Il DNA ha decretato che Elvira e Monica sono geneticamente identiche al 100%.

Monica a 17 anni scopre di essere stata adottata e scappa di casa finendo nelle mani del ragazzo sbagliato. Diventa una criminale: anni di eroina, cocaina, crack, rapine, scippi, anni di carcere e molti aborti.

 Il percorso di certe storie è impossibile da prevedere.

Nella finzione comanda la logica, nella realtà, non c’è logica.

 

 

  
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