Teatro A. Bonci - Cesena. Tito/Giulio Cesare: riscritture originali da Shakespeare sulle conseguenze del potere. Regia di Gabriele Russo

Tito/Giulio Cesare, lavoro di riscrittura di due importanti opere shakespeariane, ideato da Gabriele Russo, nell’ambito del progetto Glob(e) al Shakespeare, vincitore del Premio ANCT 2017 dell’Associazione Nazionale Critici, arriva sul palcoscenico del Teatro Bonci di Cesena, da giovedì 11 a domenica 14 aprile. I due atti, presentati in forma di dittico, rispettivamente scritti da Michele Santeremo e Fabrizio Sinisi e diretti da Gabriele Russo e Andrea De Rosa, condividono identità, spazio scenico e un linguaggio fortemente contemporaneo per sviluppare una riflessione unitaria sul concetto di potere e sulle conseguenze del suo esercizio.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE

Teatro A. Bonci - Cesena.
Stagione 2018-19.




Tito/Giulio Cesare: una riflessione sul potere
e sulle conseguenze del suo esercizio.


Da giovedì 11 a sabato 13 aprile ore 21 - domenica 14 aprile ore 15.30 (abbonamento teatro 8)
TITO/GIULIO CESARE
2 riscritture originali da Shakespeare sulle conseguenze del potere

Atto primo Tito.

Riscrittura Michele Santeramo.

Regia Gabriele Russo.

Con Antimo Casertano, Nicola Ciaffoni, Rosario Tedesco, Ernesto Lama, Daniele Russo, Martina Galletta, Fabrizio Ferracane, Daniele Marino, Francesca Piroi, Jona Capello, Filippo Scotti, Andrea Sorrentino.

Atto secondo Giulio Cesare (Uccidere il Tiranno).
riscrittura Fabrizio Sinisi..


Regia Andrea De Rosa.

Con Nicola Ciaffoni, Daniele Russo, Rosario Tedesco, Andrea Sorrentino.

Una produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini.

Durata 2 ore 15’-

Tito/Giulio Cesare, lavoro di riscrittura di due importanti opere shakespeariane, ideato da Gabriele Russo, nell’ambito del progetto Glob(e) al Shakespeare, vincitore del Premio ANCT 2017 dell’Associazione Nazionale Critici, arriva sul palcoscenico del Teatro Bonci di Cesena, da giovedì 11 a domenica 14 aprile.
I due atti, presentati in forma di dittico, rispettivamente scritti da Michele Santeremo e Fabrizio Sinisi e diretti da Gabriele Russo e Andrea De Rosa, condividono identità, spazio scenico e un linguaggio fortemente contemporaneo per sviluppare una riflessione unitaria sul concetto di potere e sulle conseguenze del suo esercizio.

Tito Andronico, la prima tragedia scritta da Shakespeare e anche la sua opera più cruenta, sanguinaria e violenta, nella riscrittura di Michele Santeramo perde il carattere epico e il registro tragico a favore di quello drammatico: così Tito Andronico diventa Tito, un eroe stanco, un padre di famiglia che ha dei figli immaturi e acerbi, oberato dal peso di una vita passata in guerra e dalle responsabilità che ne sono conseguite.

Tito è un uomo alla ricerca della normalità, vorrebbe ascoltare musica, leggere un libro e starsene in pantofole, perché ne ha viste troppe e ora vuole solo trovare la sua pace. Ma neppure fra le mura della sua stessa casa può esserci pace: il sangue, che continua a scorrere, denuncia un destino tragico che si compie nella ineluttabile vendetta.

Gli attori sono alle prese con un gioco di ruoli tragici, che li fa continuamente passare dal “dentro” al “fuori” della messinscena, rendendo sottile il confine tra il piano della realtà e quello della finzione e svelando l'insensatezza della guerra e della violenza.


Nel Giulio Cesare Andrea De Rosa, insieme al drammaturgo Fabrizio Sinisi, cerca una risposta a uno dei quesiti che ha scosso il Novecento, “si vuole, si può, si deve uccidere il Tiranno?” (che diventa anche il sottotitolo dichiarato della riscrittura, Uccidere il Tiranno). Questo tipo di lettura privilegia l'aspetto politico e filosofico dell'opera originale: il regista realizza un allestimento dall'atmosfera metallica in cui i congiurati Bruto, Cassio e Casca cercano le ragioni profonde del loro omicidio, le interrogano e ne sono, al tempo stesso, travolti. Nel frattempo Antonio cerca di ricomporre un ordine dando sepoltura a Cesare e cercando di immaginare il cambiamento: chi, o cosa può venire dopo Cesare? Tornare alle antiche forme o assecondare il nuovo corso dell’epoca?

I congiurati saranno infine sopraffatti dalla certezza che quell’omicidio non basterà - come avevano creduto - a salvare la res publica, perché ormai l’identificazione tra Cesare e Roma è profonda e irreversibile: il potere del Tiranno risiede proprio nella comunità che lo subisce e che arriva talvolta a proteggerne e tutelarne il dominio.



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Informazioni: Teatro A. Bonci, Piazza Guidazzi - Cesena
biglietteria 0547 355959 fax 0547 355910 [email protected] | cesena.emiliaromagnateatro.com
orari di apertura martedì-sabato dalle 10 alle 12,30 e dalle 16,30 alle ore 19

prezzi: intero € 25, ridotto € 18, speciale Giovani e loggione € 15
speciale Scuola € 10
prevendita €1

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