I dati presentati al 15o Congresso Internazionale sulla Tiroide forniscono ulteriori conferme sull'impiego di Lenvatinib nei Pazienti affetti da cancro avanzato della Tiroide

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NON PUBBLICARE FINO A: LUNEDÌ 21 OTTOBRE 2015 ALLE 00:01 BST 

I dati indicano che Lenvima® (lenvatinib) migliora la sopravvivenza libera da progressione di soggetti con carcinoma differenziato della tiroide refrattario allo iodio radioattivo (RR-DTC) indipendentemente dalla sede metastatica, fatta eccezione per il cervello.[1] Le sottoanalisi della sperimentazione di Fase III su lenvatinib SELECT sono state presentate al 15º Convegno internazionale sulla tiroide (ITC) in una sessione orale lunedì 19 ottobre.

Le sottoanalisi hanno evidenziato tassi di risposta superiori al 50% e un beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione nei soggetti trattati con lenvatinib con sedi comuni delle metastasi (ossa, fegato, polmoni, linfonodi).[1] Lo studio ha esaminato 392 pazienti trattati con lenvatinib rispetto al placebo e ha identificato i sottogruppi metastatici come un importante fattore determinante di sopravvivenza libera da progressione per i soggetti trattati con lenvatinib.

Lenvatinib è attualmente indicato in Europa per il trattamento di pazienti adulti affetti da carcinoma differenziato (papillare, follicolare, a cellule di Hürthle) della tiroide (DTC) refrattario allo iodio radioattivo (RAI), progressivo, localmente avanzato o metastatico[2].

"Questi dati incoraggianti sulla sopravvivenza confermano il profilo di efficacia di lenvatinib in sottopopolazioni di pazienti e sedi metastatiche diverse. I dati suggeriscono inoltre che, per ottenere un beneficio significativo in termini di sopravvivenza libera da progressione, i soggetti affetti da forme avanzate di carcinoma della tiroide devono essere trattati con lenvatinib il prima possibile dopo lo sviluppo di metastasi", ha commentato il Professor Martin Schlumberger, medico presso l'Institut Gustave Roussy, Università Paris-Sud, Parigi, Francia.  

Un'altra analisi dello studio di Fase III  SELECT presentato all'ITC 2015 dimostra che lenvatinib mantiene la sopravvivenza libera da progressione indipendentemente dall'indice di massa corporea, come osservato in una sottoanalisi di tre gruppi di pazienti: sotto- e normopeso (<25 kg/m2), sovrappeso (25-29,99 kg/m2) e obesi (≥30 kg/m2).[3] I pazienti obesi trattati con lenvatinib hanno evidenziato la sopravvivenza libera da progressione massima rispetto al placebo (PFS mediana 16,7 mesi; HR 0,13; IC 95% 0,07-0,24; p<0,0001), ma è stato osservato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da progressione in tutti i sottogruppi. Analogamente, lenvatinib presentava tossicità paragonabili in tutti i gruppi.[3]

I dati di una terza sottoanalisi indicano che lenvatinib migliora la sopravvivenza complessiva dei pazienti con RR-DTC di età avanzata, indipendentemente dall'intensità della dose.[4] L'analisi mostra una correlazione significativa tra sopravvivenza libera da progressione e sopravvivenza complessiva nei pazienti di età superiore a 65 anni.[4] Tale analisi è particolarmente importante, in quanto il carcinoma differenziato della tiroide refrattario allo iodio radioattivo in progressione è più comune nei pazienti più anziani.[5]

Un quarto studio I risultati di un'analisi indiretta, che saranno presentati all'ITC 2015 suggeriscono che lenvatinib è all'incirca quattro volte più efficace di sorafenib in termini sia di sopravvivenza libera da progressione sia di sopravvivenza complessiva per i soggetti con RR-DTC.[6] È stato necessario trattare con lenvatinib all'incirca 2,5 pazienti affinché uno di essi raggiungesse la PFS rispetto a 10,9 nel caso di sorafenib. Analogamente, è stato necessario trattare con lenvatinib 11,5 pazienti affinché uno di essi raggiungesse la sopravvivenza complessiva, rispetto ai 41,7 necessari nel caso di sorafenib.[6]

"Questi dati suggeriscono che il trattamento con lenvatinib offre un vantaggio rispetto a sorafenib nell'ottenimento della sopravvivenza complessiva e libera da progressione nei pazienti con questa forma di tumore difficile da trattare. La nostra valutazione della sopravvivenza nei soggetti con RAI-R DTC e il continuo aumento delle conoscenze su lenvatinib dimostrano il nostro grande impegno nei confronti della comunità oncologica", ha concluso il Dr Alton Kremer, Deputy President, Oncology PCU and Chief Medical Officer, Global Oncology Business Unit, Eisai Inc.

Altre sottoanalisi dello studio SELECT presentate all'ITC 2015 esaminano la relazione tra gli eventi avversi correlati al trattamento di lenvatinib, come l'ipertensione e la diarrea. Un'analisi dimostra che gli eventi avversi comuni per i soggetti trattati con lenvatinib in genere compaiono nelle fasi iniziali del trattamento e possono essere gestiti principalmente con una modifica della dose.[7],[8] Una seconda analisi ha riscontrato che il sesso femminile, l'insufficienza epatica al basale e un numero inferiore di sedi metastatiche possono essere associati a una maggiore probabilità di sviluppare ipertensione correlata al trattamento (TE-HTN) nei pazienti trattati con lenvatinib.[7],[8]

Il carcinoma differenziato della tiroide è la forma più comune di carcinoma della tiroide e rappresenta all'incirca il 90% di tutti i tumori della tiroide.[9] Lenvatinib è un inibitore orale di vari recettori della tirosin-chinasi (RTK) con un'innovativa modalità di legame che inibisce selettivamente le attività chinasiche dei recettori del fattore di crescita dell'endotelio vascolare (VEGF), oltre ad altri RTK correlati alla via proangiogenica e oncogenica.[10]    

Lo sviluppo di lenvatinib conferma la mission di Eisai nel settore della salute umana (human health care, hhc), l'impegno dell'Azienda a sviluppare soluzioni innovative per la prevenzione e la cura delle malattie e per l'assistenza sanitaria e il benessere delle persone in tutto il mondo. Eisai opera nel settore terapeutico oncologico, dedicandosi a soddisfare le esigenze insoddisfatte dei pazienti e delle loro famiglie.

Note per gli editori  

Lenvatinib (E7080) 

Attualmente Eisai sta conducendo studi clinici con Lenvima per diversi tipi di tumori, come il carcinoma epatocellulare (Fase III), il carcinoma a cellule renali (Fase II), il carcinoma polmonare non a piccole cellule (Fase II) e il carcinoma dell'endometrio (Fase II).

Informazioni sulla nuova modalità di legame (Tipo V) di Lenvatinib[10],[11]

Gli inibitori chinasici sono classificati in vari tipi (dal Tipo I al Tipo V), a seconda del sito di legame e della conformazione assunta dalla chinasi bersaglio in complesso con l'inibitore stesso. La maggior parte degli inibitori tirosin-chinasici attualmente approvati è di Tipo I o Tipo II, tuttavia l'analisi strutturale cristallografica ai raggi x di lenvatinib ha dimostrato un nuovo modo di inibizione della chinasi, Tipo V, diverso rispetto ai composti esistenti. L'analisi cinetica di lenvatinib ha inoltre confermato la sua rapida e potente inibizione dell'attività chinasica, suggerendo che possa essere attribuita alla sua nuova modalità di legame.

Informazioni sullo studioSELECT[12]

Lo studio SELECT (Study of (E7080) LEnvatinib in Differentiated Cancer of the Thyroid) era una sperimentazione di Fase III multicentrica, randomizzata, in doppio cieco, controllata con placebo, volta a confrontare la PFS di pazienti affetti da carcinoma differenziato della tiroide refrattario allo iodio radioattivo ed evidenze radiologiche di progressione della malattia nei 13 mesi precedenti, trattati con una dose orale un volta al giorno di lenvatinib (24 mg) rispetto al placebo. Nello studio, condotto da Eisai in collaborazione con il gruppo SFJ Pharmaceuticals, sono stati arruolati 392 pazienti in oltre 100 centri in Europa, Nord America e Asia.

I partecipanti sono stati stratificati in base all'età (≤65 o >65 anni), la regione e il numero (≤1) di terapie mirate al VEGFR e sono stati randomizzati con un rapporto 2:1 a lenvatinib o placebo (24 mg/die, ciclo di 28 giorni). L'endpoint primario era la PFS, valutata mediante revisione radiologica indipendente. Gli endpoint secondari dello studio includevano il tasso di risposta globale (ORR), la sopravvivenza globale (OS) e la sicurezza.

I sei eventi avversi correlati al trattamento (TRAE) più comuni di lenvatinib, di qualsiasi grado, erano ipertensione (67,8%), diarrea (59,4%), stanchezza (59,0%), inappetenza (50,2%), calo ponderale (46,4%) e nausea (41,0%). I TRAE di grado 3 o superiore (Criteri terminologici comuni per gli eventi avversi) includevano ipertensione (41,8%), proteinuria (10,0%), calo ponderale (9,6%), diarrea (8,0%) e inappetenza (5,4%).

Informazioni sul cancro tiroideo 

Per cancro tiroideo si intende un tumore che si forma nei tessuti della ghiandola tiroide, situata alla base della gola, accanto alla trachea.[13] Presenta un'incidenza maggiore nelle donne rispetto agli uomini, di solito in una fascia d'età compresa tra 40 e 50 anni al momento della diagnosi.[14]

Ogni anno in Europa più di 52.000 persone si ammalano di carcinoma della tiroide.[15] L'incidenza di questo tumore è aumentata considerevolmente negli ultimi dieci anni, rispettivamente del 69% fra gli uomini e del 65% fra le donne. Le tipologie più diffuse di cancro alla tiroide, il carcinoma papillare e il carcinoma follicolare (che comprende anche quello a cellule di Hürthle) sono classificate come carcinomi tiroidei differenziati (DTC) e rappresentano circa il 90% del totale.[9] I casi rimanenti rientrano nelle tipologie midollari (5-7%) o anaplastiche (1-2%).[16]

Anche se molti di questi tumori sono curabili con interventi chirurgici e trattamenti di radioterapia allo iodio, la prognosi per i pazienti che non rispondono alla terapia è infausta.[15] Inoltre, il trattamento per questa forma di cancro tiroideo difficile da curare, potenzialmente letale e refrattaria alle cure presenta alternative limitate.[16]

Informazioni su EisaiCo., Ltd. 

Eisai Co., Ltd è una casa farmaceutica leader a livello mondiale nel settore Ricerca e Sviluppo con sede centrale in Giappone e delinea come missione aziendale l'impegno di "dare priorità ai pazienti e alle famiglie e incrementare i benefici per la salute" definita da Eisai stessa la filosofia della "human health care" (hhc). Con oltre 10.000 dipendenti operativi nella rete mondiale di siti di R&S, siti di produzione e consociate addette alla commercializzazione, ci impegniamo a mettere in pratica la nostra filosofia hhc offrendo prodotti innovativi in diverse aree terapeutiche in cui esistono molteplici esigenze non soddisfatte, tra cui l'oncologia e la neurologia. 

In qualità di casa farmaceutica mondiale, la nostra missione si estende ai pazienti di tutto il mondo, attraverso i nostri investimenti e iniziative basate su partenariati al fine di migliorare l'accesso ai farmaci nel paesi in via di sviluppo e nei paesi emergenti.

Per ulteriori informazioni su Eisai Co., Ltd., visitare il sito web http://www.eisai.it

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