FIBRILLAZIONE ATRIALE, CUORE E CERVELLO A RISCHIO. UNA PATOLOGIA SILENZIOSA E INESORABILE CHE COLPISCE 70 MILIONI DI PERSONE IN TUTTO IL MONDO

“Ictus e fibrillazione atriale: aspetti clinici, economici e sociali”: Istituzioni, mondo accademico e scientifico dibattono oggi sul tema con l’obiettivo di individuare strategia ed interventi finalizzati ad affrontare la pericolosa combinazione delle due patologie
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) – 70 milioni di individui al mondo, 9 milioni tra Europa e Stati Uniti e 850 mila in Italia. Il numero di persone colpite da fibrillazione atriale delinea un vero e proprio fenomeno a livello globale, sempre più diffuso e preoccupante.

La fibrillazione atriale rappresenta una patologia complessa: tra le disfunzioni che possono minacciare il cuore, infatti, essa si distingue come il più comune tra i disturbi del ritmo cardiaco. I diversi sintomi tramite cui si manifesta sono provocati da alcuni disordini della propagazione dei segnali elettrici che regolano la contrazione cardiaca e che impediscono al sangue di essere pompato correttamente in tutto il corpo causando così palpitazioni, vertigini, dolore al torace, affanno, accelerazioni e rallentamenti improvvisi delle pulsazioni cardiache.

Nonostante la gravità del fenomeno e la consapevolezza che se ne ha a livello scientifico, secondo quanto emerso da alcuni recenti studi il numero complessivo delle persone affette da fibrillazione atriale raddoppierà entro il 2050 con gravi ripercussioni sia sulle condizioni di salute dell’intera collettività, sia sulla spesa sanitaria legata alla patologia. Già oggi, solo in Italia, i costi diretti connessi alla malattia sono di oltre 3 miliardi di Euro all’anno, mentre negli Usa si attestano intorno ai 7 miliardi di dollari ogni anno.

Una situazione ancora più preoccupante se si considerano le gravi complicanze che la patologia comporta, tra le quali la più pericolosa è l’ictus, che colpisce fino a 3 milioni di persone in tutto il mondo – circa 40 mila in Italia – la metà delle quali perdono la vita entro 12 mesi. L’anomalia cardiaca, infatti, aumenta la probabilità della formazione di un trombo, che a sua volta, aumenta di ben cinque volte il rischio di ictus, con un impatto letteralmente devastante: la probabilità di morte è infatti del 20%, mentre quello di invalidità è del 60%.

Una correlazione allarmante, quella tra fibrillazione atriale e ictus, come testimoniano alcune evidenze: la fibrillazione atriale è infatti responsabile dell’85% degli ictus dovuti ad aritmie cardiache e di oltre il 50% delle forme cardiogene in senso lato, mentre circa il 20% degli ictus risultano associati alla presenza di FA. Una percentuale da considerarsi sottostimata - la fibrillazione atriale è infatti per sua natura silente a causa di sintomi spesso poco conosciuti o sottovalutati - può non essere stata ancora diagnostica al momento del ricovero per ictus, ma identificata successivamente.

Per cercare di definire al meglio il quadro della situazione e proporre soluzioni efficaci in termini di prevenzione e trattamento, l’Associazione Parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione, con il patrocinio del Senato della Repubblica, ha promosso il dibattito sul tema “Ictus e fibrillazione atriale: aspetti clinici, economici e sociali”.

Nel corso dell’incontro – realizzato con il contributo incondizionato di Boehringer Ingelheim, società sensibile sul tema della fibrillazione atriale e sulle sue possibili conseguenze – Istituzioni, mondo scientifico e accademico hanno dato vita ad un confronto su tutti gli aspetti psicologici, sociali e medici relativi alla fibrillazione atriale: dalle ricadute negative della patologia sulla quotidianità delle persone, fino all’efficacia delle attuali terapie previste per il trattamento farmacologico della fibrillazione atriale e per la prevenzione dell’ictus.

“La fibrillazione atriale è una patologia complessa, che necessita di una mobilitazione concreta da parte delle Istituzioni e del Mondo Scientifico per analizzare e proporre soluzioni efficaci nella lotta a questa grave problematica”, dichiara il Sen. Antonio Tomassini, Presidente della XII Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e Presidente dell’Associazione Parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione. “Secondo i dati in nostro possesso, la diffusione di questo disturbo cardiaco presso la popolazione italiana è dell’1% circa, che aumenta al 4% dopo i 60 anni e al 9% dopo gli 80. Cifre che rendono necessario innalzare il livello di attenzione da parte delle Istituzioni per far sì che vengano sempre più sostenuti la ricerca e l’operato degli esperti del mondo accademico e scientifico, già oggi seriamente impegnati a combattere questa grande priorità sociale”.

Gli ictus causati da fibrillazione atriale, oltre a essere caratterizzati da un tasso di morte più elevato rispetto agli altri casi, pesano fortemente sia sulla qualità della vita di pazienti e famiglie, sia sulle casse del Sistema Sanitario Nazionale, come dimostrano ad esempio i circa 11 miliardi di Euro che ogni anno pesano sui bilanci statali dei Paesi Europei e degli Stati Uniti.

“L’elevato numero di italiani colpiti da fibrillazione atriale rende questa patologia una vera e propria emergenza sanitaria nazionale”, illustra il Prof. Gianfranco Gensini, Preside di Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Firenze. “Per facilitare la creazione di un efficace percorso diagnostico-terapeutico, è stato costituito un Advisory Board composto da autorevolissimi clinici esperti in varie discipline, il cui operato è confluito nel documento presentato oggi in Senato che raccoglie le principali raccomandazioni destinate a tutti i professionisti che operano nella medicina specialistica e in quella generalista”.

Il testo realizzato e intitolato “Icuts e Fibrillazione Atriale: aspetti clinici, economici, sociali e strategie d’intervento” riassume le raccomandazioni destinate a tutti i professionisti operanti nel campo della medicina specialistica e in quello della medicina generalista che sono coinvolti nel processo di presa in carico dei pazienti affetti da questa patologia, dalla fase di diagnosi a quella del trattamento, per arrivare alla tempestiva somministrazione della terapia adeguata.

“La fibrillazione atriale rappresenta dunque un fenomeno medico, psicologico e fisico dalla portata rilevante che va affrontato con urgenza e risolutezza, per poter prevenire, individuare e curare tutti coloro che sono maggiormente esposti alle possibili complicanze che essa determina”, conclude il Sen. Prof. Raffaele Calabrò, XII Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e Consigliere per la Sanità della Regione Campania.

“L’obiettivo del progetto presentato oggi in Senato è quello di favorire la condivisione dei contenuti del testo tra tutti i gli esperti che sono coinvolti nella prevenzione e nella cura della fibrillazione atriale”, sostiene il Prof. Roberto Ferrari Past-President, European Society of Cardiology (ESC), Professore Ordinario di Cardiologia dell’Università degli Studi di Ferrara. “Il documento prodotto e da tutti condiviso e le cui indicazioni sono rivolte non solo ai medici italiani, oltre che alla Comunità scientifica internazionale, riflette l’approccio sinergico che ha caratterizzato il lavoro di quanti hanno partecipato alla stesura di questo manuale: garantire un futuro migliore alle persone affette da questa patologia debilitante, futuro che appare più roseo anche grazie alle terapie in arrivo”.

La fibrillazione atriale spesso incide negativamente sulla qualità di vita dei pazienti, compromettendone il benessere psicofisico a causa degli stati d’ansia che tendono a peggiorare nel tempo e delle problematiche di natura fisica che ostacolano anche le più semplici attività quotidiane. Ad aggravare ulteriormente la complessità di questo quadro va considerata la natura quasi asintomatica della patologia, aspetto che contribuisce a tardare un adeguato trattamento clinico.

“La somministrazione di una corretta terapia farmacologica riduce notevolmente il rischio di essere colpiti dall’ictus da fibrillazione atriale”, aggiunge il Dott. Giuseppe Di Pasquale, Past-President, Federazione Italiana Cardiologia (FIC). Coordinatore, Area Dipartimentale Cardiopolmonare, ASL di Bologna. Direttore, Unità Operativa di Cardiologia, Ospedale Maggiore, Bologna. “Da oltre cinquant’anni la medicina moderna prevede la prescrizione di farmaci anticoagulanti in grado di rallentare il processo di coagulazione del sangue e diminuire il rischio di ictus. Questi trattamenti, tuttavia, richiedono un costante monitoraggio degli esami della coagulazione con la necessità di frequenti aggiustamenti della dose. In tempi più recenti, inoltre, la Commissione Europea ha approvato una nuova generazione di anticoagulante orale più efficace e sicuro, capace di assicurare notevoli vantaggi in termini di qualità della vita per i pazienti”.

Uno scenario complesso, rispetto al quale è necessaria un’azione comune basata su un efficace sistema di alleanze e collaborazioni tra Istituzioni, mondo scientifico e accademico. Con questo spirito è stato affrontato il dibattito di oggi che rappresenta un importante segnale di come tutte le componenti sociali siano pronte a fronteggiare questa patologia tanto silenziosa quanto devastante.

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