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COMUNICATO STAMPA: BIANCO FINAS DIRITTO ALLO STUDIO tolte le province arriva la beffa sulla detrazione dei canoni di locazione

"Questo comunicato ha la finalità di porre all’attenzione dei lettori le possibili conseguenze dannose di politiche disomogenee e la scarsa attenzione riposta dagli amministratori verso la comunità che loro stessi amministrano. Oramai tutti noi cittadini abbiamo constatato in prima persona come le province siano l’emblema dello spreco dei soldi pubblici e che quindi proprio per questo, in certi casi, la loro soppressione è stata ineluttabile. Questo è accaduto in Sardegna.
Sassari, (informazione.it - comunicati stampa - istruzione e formazione) "Questo comunicato ha la finalità di porre all’attenzione dei lettori le possibili conseguenze dannose di politiche disomogenee e la scarsa attenzione riposta dagli amministratori verso la comunità che loro stessi amministrano. Oramai tutti noi cittadini abbiamo constatato in prima persona come le province siano l’emblema dello spreco dei soldi pubblici e che quindi proprio per questo, in certi casi, la loro soppressione è stata ineluttabile.

Questo è accaduto in Sardegna. Nella regione, infatti, prima vennero istituite quattro nuove province con la legge regionale n°9, del 12 luglio 2001, e successivamente, in seguito ad un referendum abrogativo tenutosi nel maggio del 2012, le stesse vennero abrogate formalmente, dando cosi avvio all'iter di dismissione degli enti. Con l'approvazione della legge regionale n°2, del 4 febbraio 2016 veniva ufficialmente stabilita la fine delle neo province sarde. Questo breve excursus storico, necessario per poter circoscrivere e inquadrare l’oggetto della richiesta, permette di capire come il tempo trascorso sia stato sufficiente per permettere agli amministratori delle comunità suddette di evitare che tali soppressioni causassero disagi ai cittadini. Nel nostro caso ciò non è avvenuto.

Il caso in oggetto riguarda, nello specifico, gli studenti universitari della vecchia provincia gallurese (Olbia-Tempio), i quali se decidono di frequentare l’Università degli studi di Sassari sono tenuti molto spesso a prendere in affitto una camera. Fino a qui niente di nuovo, se non fosse che da quest’anno i canoni di locazione non sono più detraibili dalla dichiarazione dei redditi. Perché? Semplice, uno dei requisiti previsti dal TUIR -Testo Unico delle Imposte sui Redditi (DPR 22 dicembre 1986, n. 917)- per poter usufruire della detrazione è quello di essere residenti in una provincia diversa."

A scoprire questa violazione del diritto allo studio è stato lo studente Stefano Bianco, 25 anni all'ultimo anno di Giurisprudenza all’università di Sassari, che si è accorto del problema vivendolo in prima persona che prosegue:

"Il testo unico delle imposte sui redditi all’art 15 dice chiaramente:” 1. Dall'imposta lorda si detrae un importo pari al 19 per cento dei seguenti oneri sostenuti dal contribuente, se non deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo: -lett.i-sexies “i canoni di locazione derivanti dai contratti di locazione stipulati o rinnovati ai sensi della legge 9 dicembre 1998, n. 431, e successive modificazioni, i canoni relativi ai contratti di ospitalita', nonche' agli atti di assegnazione in godimento o locazione, stipulati con enti per il diritto allo studio, universita', collegi universitari legalmente riconosciuti, enti senza fine di lucro e cooperative, dagli studenti iscritti ad un corso di laurea presso una universita' ubicata in un comune diverso da quello di residenza, distante da quest'ultimo almeno 100 chilometri e comunque in una provincia diversa, per unita' immobiliari situate nello stesso comune in cui ha sede 1' universita' o in comuni limitrofi, per un importo non superiore a 2.633 euro.”

L’articolo non lascia spazio ad interpretazioni, è molto chiaro: la Provincia è uno dei requisiti su cui si fonda la detrazione. Proprio per questo ci si pone il quesito: ma se il Legislatore era pronto ad eliminare con un colpo di spugna ogni riferimento dal testo Costituzionale delle suddette Province (ricordiamo cosa sarebbe successo se fosse stata approvata la riforma Renzi-Boschi), perché le mantiene come requisito per poter accedere a delle detrazioni?

Si tratta forse di una svista del Legislatore?

"Queste sono le domande alle quali noi studenti, genitori o semplici cittadini vorremmo ricevere delle risposte dalle istituzioni. Come affermato sin dall’inizio, l’intento non è quello di fare apologia delle Province soppresse ma anzi quello di aiutare il Legislatore a superare questo paradosso nella maniera meno dolorosa possibile per i contribuenti."

Così conclude la nota dello Studente Sardo Stefano Bianco
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