L’artista pittore Daniel Mannini commenta il simbolico anniversario dedicato ad Antoine de Saint-Exupéry

Ho voluto coinvolgere l’artista pittore Daniel Mannini in una breve intervista per scandagliare e analizzare le dinamiche sostanziali presenti all’interno di questo libro, tenendo così viva la memoria del suo autore magister.
Firenze, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Nel 2024 non bisogna assolutamente dimenticare il simbolico anniversario dedicato al celebre scrittore e aviatore francese Antoine de Saint-Exupéry. Ricorrono infatti gli 80 anni dalla sua morte avvenuta nel 1944. Di conseguenza, va ricordato con speciale menzione ad onore anche il suo intramontabile capolavoro letterario, sempre attualissimo e senza età, ovvero “Il Piccolo Principe” che è una lettura di significativa pregnanza di contenuti davvero eccellenti. Rileggere da adulti questo libro speciale significa ricordarsi, che gli uomini sono soli, perché si sentono tali, quando invece in realtà sono sempre attorniati e circondati da qualcuno o qualcosa, che potrebbe renderli felici. Il problema focale e nevralgico è che non se ne accorgono, proprio perché “l’essenziale è invisibile agli occhi” e quindi crescendo non hanno più tempo, fantasia, coraggio ed entusiasmo per vedere e osservare il mondo circostante con il cuore e con l’anima, perdendo la giusta capacità di percezione e la giusta propensione reattiva e recettiva. La parola simbolo per disegnare il focus portante è dunque “sentimenti” dei bambini, ma di rimando e di riflesso anche degli adulti, ovviamente e soprattutto. Perché è da adulti che si ha più difficoltà a dialogare e comunicare con loro, cioè con i sentimenti incalzanti e pulsanti, ad accettarli senza filtri e senza barriere, a dialogare con loro sviscerandoli senza riserve e senza inibizioni. Non a caso infatti, la voce narrante del celeberrimo romanzo non è un bambino, bensì un aviatore associabile all’autore stesso e cioè un uomo presumibilmente di mezza età. È proprio lui, l’adulto in questione a essersi perso nel deserto. Il piccolo principe invece sta viaggiando e si sposta di pianeta in pianeta, facendo affiorare in modo palese e manifesto l’obiettivo e il traguardo di ogni sua tappa. Ho dunque voluto coinvolgere l’artista pittore Daniel Mannini in una breve intervista per scandagliare e analizzare le dinamiche sostanziali presenti all’interno di questo libro, tenendo così viva la memoria del suo autore magister.

D: Quali sono i sentimenti cardine che suscita la lettura del Piccolo Principe?
R: I sentimenti provati in questa lettura sono molteplici e possono essere racchiusi nell’importanza di quello che abbiamo e sentiamo dentro, togliendo dalle priorità tutto ciò che è eccessivo e apparente. Quello che dobbiamo fare è sentire e analizzare le emozioni della nostra anima, dare credito a quello che è veramente rilevante, lasciando la superficialità da parte. È un tema molto attuale, perché con l’avvento dei social si percepisce l’esatto opposto: l’apparire è più importante del sentire, a discapito del sentimento umano. Questo modo di vedere, nel dare fondamenta a quello che è essenziale, viene ripreso anche nella mia pittura, la quale cerca di avere un suo equilibro compositivo, ma quello che davvero ha bisogno di fare è trasmettere un messaggio e un’emozione alla vista di tale immagine.

D: Applicate al mondo dell’arte le simbologie metaforiche e le allusioni concettuali del Piccolo Principe cosa possono alimentare?
R: Come detto precedentemente, l’arte è quella forma di espressione che non potrà mai basarsi sul concetto di apparenza se non è seguita da un suo significato o da una sua identità, sennò parleremo semplicemente di un arredo che fa da contorno a un contesto. Essa non deve essere la cornice, ma la protagonista, anche al di sopra di chi la realizza. Quanto detto è l’esempio perfetto di come bisogna mettere più il cuore che la testa, un’opera non deve essere apprezzata per un semplice blasone dell’artista o di chi la supporta, ma per il contenuto presente e del messaggio che vuole trasmettere. L’arte è quella forma espressiva dove è sempre presente una piccola forma di anima pura e incontaminata contenuta all’interno di un artista.

D: Quali rimandi e richiami di accostamento si possono individuare con il concetto altrettanto saliente e famoso di “fanciullino pascoliano”?
R: Il richiamo maggiore percepito con l’opera di Pascoli è lo stupore delle piccole cose che ci circondano, che poi non sono così piccole se hanno una grande importanza. Delle volte, durante la vita frenetica dei giorni d’oggi, è possibile dimenticarsi di questo per dare valore a cose più futili che in realtà non sono così essenziali, rendendo così le emozioni piatte e prive di contenuto. Credo che da questi personaggi dobbiamo apprendere e ricordarci che ognuno di noi ha un proprio animo e un proprio vissuto, non bisogna avere giudizio dell’azione che una persona compie ma comprendere il motivo per cui è stato fatta. Dobbiamo essere comprensivi e non fermarci all’apparenza, perché possiamo scoprire un mondo simile al nostro anche se proveniente da realtà diverse, condividendo un momento semplice e umano rendendolo indelebile. Bisogna essere grati di far parte di quello che chiamiamo esistenza e bisognerebbe cogliere e vivere al massimo tutte le cose positive che sono contenute al suo interno, come il relazionarsi con il prossimo o con un qualcosa che contiene un suo significato.

Il sito web personale di Daniel Mannini è www.danielmanniniart.it .

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