Nanoparticelle e dieta mediterranea: il tumore al seno si affronta anche a tavola

Nelle Marche sono poco più di 1.000 ogni anno le diagnosi di tumore al seno, ma il numero delle donne che vincono la sfida è in costante aumento, e sono sempre di più le pazienti che migliorano la qualità della loro vita anche durante i trattamenti e in fase avanzata di malattia.
Ancona, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Il tasso d’incidenza di tumori al seno nelle Marche è leggermente più alto della media nazionale, 96 casi l’anno ogni 100.000 abitanti, contro i 93 nella Penisola e, attualmente, sono più di 13.000 le donne marchigiane che hanno ricevuto una diagnosi di carcinoma mammario nel corso della vita. Tuttavia, la buona notizia è che la Regione vanta il primato del tasso di mortalità più basso, insieme a Umbria e Toscana, grazie soprattutto all’aumento delle diagnosi precoci derivante dalla progressiva estensione dei programmi di screening mammografico.
Agli effetti positivi della diagnosi precoce si associa inoltre una Qualità di Vita sempre migliore per le donne con tumore al seno in fase avanzata, raggiungibile in virtù di terapie sempre più mirate, perché basate su innovazioni tecnologiche in grado di coniugare al massimo efficacia e tollerabilità.
Parliamo di nabTM paclitaxel, la prima nano-chemioterapia target per le donne con carcinoma mammario avanzato: grazie a una sofisticatissima piattaforma tecnologica, il principio attivo paclitaxel, di comprovata efficacia, è inserito in nanoparticelle, più piccole di un globulo rosso; per mezzo dell’albumina utilizzata come carrier naturale, le nanoparticelle depositano il paclitaxel direttamente all'interno delle cellule tumorali, senza l’uso di solventi tossici, responsabili di effetti collaterali così gravi da mettere spesso a rischio la possibilità di continuare il trattamento. «Per le pazienti nella fase avanzata, nella quale l’obiettivo primario è prevalentemente il controllo della malattia» – dichiara Stefano Cascinu, Direttore Clinica di Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Ancona, Università Politecnica delle Marche – «ora possiamo disporre d’innovazioni tecnologiche come quella costituita dalle nanoparticelle, che permettono a farmaci di provata efficacia come i taxani una migliore penetrazione nelle cellule tumorali e dunque una maggiore attività a fronte di una riduzione della tossicità».
Questa innovativa terapia consente dunque di assumere una concentrazione di farmaco più alta, senza temere le reazioni d’ipersensibilità alle sostanze solventi utilizzate dai trattamenti chemioterapici tradizionali: ciò si traduce in un sensibile aumento della sopravvivenza globale e della tollerabilità della terapia.
NabTM paclitaxel vince dunque la nuova sfida della lotta al tumore al seno, che è quella di coniugare efficacia terapeutica e buona Qualità di Vita, un obiettivo terapeutico primario, specie per le donne che hanno un tumore in fase avanzata e alle quali le cure puntano a offrire non solo “anni per vivere” ma “anni da vivere”.
Insieme al controllo della malattia, un obiettivo da perseguire nella fase avanzata è infatti quello di non sovraccaricare le donne di effetti indesiderati. Come spiega Nicola Battelli, Dirigente Medico Clinica di Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Ancona, Università Politecnica delle Marche, «con nabTM paclitaxel possiamo aumentare le dosi del farmaco fino al 59% rispetto alla terapia classica fino a ieri utilizzata perché, agendo poco sulle cellule sane, è gravato da tossicità ridotta. Ciò consente di ottenere un notevole vantaggio in termini di sopravvivenza generale e, in fase avanzata di malattia, questo è un risultato davvero importante, che quasi mai si riesce a conseguire».
Accanto alle terapie innovative, numerosi studi confermano che un’alimentazione sana ed equilibrata, come quella offerta dalla dieta mediterranea, accompagnata da una adeguata attività fisica, è un prezioso alleato per le donne con tumore al seno: un approccio corretto al cibo riduce il rischio di ricadute e aiuta la paziente ad affrontare meglio i trattamenti, fisicamente e psicologicamente.
Massimiliano Petrelli, Dirigente Medico S.O.D. Dietetica e Nutrizione Clinica, Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Ancona, Università Politecnica delle Marche, rileva infatti che «una corretta alimentazione è importantissima, perché tutte le terapie che la paziente assumerà sono totalmente inefficaci se il corpo non ha energie e proteine per utilizzare al meglio i farmaci e sopportare lo stress psico-fisico che i trattamenti comportano. Se la donna è malnutrita, dunque, il farmaco perde d’efficacia, perché la paziente non è in grado di sfruttarlo al massimo. Le parole chiave per una prevenzione alimentare sono quindi equilibrio e varietà, scegliendo gli alimenti dai 7 gruppi nutritivi».
Su queste premesse si consolida la “buona” alleanza tra Oncologia e tradizione gastronomica italiana: nutrizionisti, oncologi e chef hanno messo a punto un modello alimentare che applica i principi della dieta mediterranea alle esigenze delle pazienti in terapia e che è illustrato alle pazienti nel corso della Campagna nazionale itinerante Assapora la Vita in questi giorni ospitata ad Ancona. Attraverso corsi di cucina aperti al pubblico, la Campagna si pone l’obiettivo di aiutare le donne colpite da tumore al seno che affrontano le terapie, invitandole a riscoprire l’importanza di prendersi cura di se stesse, anche attraverso la buona cucina.
Una star dei fornelli, lo chef Alessandro Circiello, uno dei più apprezzati cuochi italiani dell’ultima generazione, presenterà le ricette e ne illustrerà la preparazione, mentre oncologi e nutrizionisti spiegheranno i principi di una sana alimentazione, suggerendo gli alimenti raccomandati per le donne in terapia e ritenuti efficaci nella prevenzione dei tumori. Assapora la Vita è anche il titolo del ricettario messo a punto dallo chef, con 30 ricette pensate per aiutare le donne con tumore al seno e approvate dagli specialisti.
La campagna Assapora la Vita è promossa dalle Associazioni pazienti che operano sul territorio nazionale: ALTS di Napoli, ANDOS di Ancona, Arlenika di Palermo, Incontra Donna onlus di Roma, Salute Donna Onlus di Milano. Per le donne che affrontano la fase più difficile della loro battaglia contro le neoplasie mammarie una buona alimentazione, l’aggiustamento personalizzato della terapia, tempi brevi d’infusione ed effetti collaterali mitigati sono vantaggi significativi in specie per le pazienti con tumore in fase avanzata, spesso costrette a fronteggiare non solo la patologia, ma anche la pesantezza delle terapie e i loro effetti.
Grazie al costante impegno nella ricerca che caratterizza l’attività di Celgene e ai suoi risultati, le pazienti possono oggi contare su trattamenti sempre più efficaci e rispettosi del loro delicato equilibrio e delle loro esigenze. «Celgene fa tesoro delle esperienze del passato di ognuno per realizzare il sogno di tutti: occuparsi con passione di una grande causa realizzando il maggior beneficio possibile per la collettività, i pazienti e le loro famiglie, i medici, tutti i professionisti e i decisori che lavorano per migliorare ogni giorno la salute delle persone in tutto il mondo» – afferma Stefano Portolano, Amministratore Delegato di Celgene Italia – «questo è un obiettivo straordinariamente ambizioso, considerata la complessità nella quale operiamo».
Con un impatto contenuto degli effetti collaterali, durante la chemioterapia la paziente ha la possibilità di mantenere e riscoprire come “assaporare la vita”, disponendo di tempo da dedicare ai piccoli piaceri quotidiani, allentando così lo stress psicologico causato dalla malattia.


Una selezione delle ricette contenute nel volume “Assapora la Vita” e alcuni video
che ne illustrano le fasi della preparazione sono disponibili online su: www.assaporalavita.it
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