8° Forum One Lavoro 2020 di Wolters Kluwer “2021, anno zero per il lavoro: come ripartire”

Sostegno alle imprese e smart working, gli elementi da cui ripartire per la nuova normalità del lavoro. I riflessi dell’emergenza sanitaria e la nuova normalità del lavoro al centro dell’ottavo Forum One Lavoro sul tema “2021, anno zero per il lavoro: come ripartire”, organizzato da Wolters Kluwer con la collaborazione di Dottrina Per il Lavoro, e il supporto di FonARCom, Generazione Vincente e FORMart, che si sta svolgendo oggi in modalità virtuale.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - fiere ed eventi)

I riflessi dell’emergenza sanitaria e la nuova normalità del lavoro al centro dell’ottavo Forum One Lavoro sul tema “2021, anno zero per il lavoro: come ripartire”, organizzato da Wolters Kluwer con la collaborazione di Dottrina Per il Lavoro, e il supporto di FonARCom, Generazione Vincente e FORMart, che si sta svolgendo oggi in modalità virtuale.

Tra le tematiche di maggiore attualità dell’incontro, il valore della formazione, la riduzione del costo del lavoro e le modifiche dell’organizzazione aziendale attraverso una maggiore flessibilità nella gestione dei lavoratori.

“Il periodo di lockdown ha costretto ad una pausa forzata molti settori e, spesso, la formazione è stata un punto di svolta e di crescita per la propria professione. Nell’ultimo anno la formazione si è dimostrata indispensabile: mai come in questi mesi, infatti, la possibilità di accedere in tempo reale a forme di aggiornamento su normative e procedure è diventata così necessaria”, sottolinea Andrea Salmaso, VP Sales e Customer Engagement di Wolters Kluwer Legal & Regulatory Italia.

Seppure supportato dalla formazione, il mondo del lavoro sta però subendo un duro contraccolpo. In questo scenario si inseriscono le misure a sostegno delle imprese per scongiurare la pesante perdita di posti di lavoro. “L’esonero contributivo e l’utilizzo della cassa integrazione, oltre al prolungamento del divieto di licenziamento hanno in questi mesi, in qualche modo, frenato il rischio di emorragia occupazionale creata dalla crisi economica in atto. Le misure, estremamente necessarie, hanno però creato anche molti dubbi interpretativi e di applicazione, creando ulteriori difficoltà che i consulenti del lavoro e gli imprenditori hanno dovuto affrontare in un momento di già grande confusione. Emblematico, in tal senso, il caso del decreto Rilancio in cui si aprivano degli spiragli alle rigidità del Decreto Dignità sui contratti a termine, disattese poi però in fase di conversione in legge. Fortunatamente a quello che considero un errore si è posto rimedio con il D.L.  n. 104 e, soprattutto, con i chiarimenti amministrativi dell’INL”, ricorda Eufranio Massi, esperto di diritto del lavoro e direttore del sito dottrinalavoro.it.

Un punto fermo dell’emergenza è stata l’accelerazione e, per molti, la scoperta dello smart working. “Il lavoro agile da un lato ha aiutato le aziende a non interrompere completamente le proprie attività, mentre dall’altro ha creato alcuni scompensi in termini di gestione del personale. Compito oggi dei datori di lavoro e dei consulenti è quello di traghettare lo smart working emergenziale in smart working ordinario, facendolo rientrare nelle normali esigenze e modalità di fruizione – dichiara Roberto Camera, esperto di diritto del lavoro e curatore del sito dottrinalavoro.it. - Il lavoro agile non potrà sostituire completamente la prestazione in azienda ma potrà affiancarsi ad essa, diventando un completamento coerente con gli obiettivi dell'azienda e del lavoratore: da una parte continuare in una produttività efficiente, riducendo il costo del lavoro; dall'altra arrivare a quella conciliazione vita-lavoro tanto auspicata, in questi anni, per i lavoratori.”

Nel dibattito di questa mattina sono intervenuti, inoltre, Vitantonio Lippolis, Responsabile del processo vigilanza presso l'ITL di Modena, Barbara Maiani, Consulente del Lavoro, Arturo Maresca, Professore di Diritto del Lavoro presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università "Sapienza" e Massimo Brisciani, Consulente del Lavoro.

Andrea Cafà, presidente di Fonarcom, che prenderà parte alla tavola rotonda pomeridiana intitolata “Quali strategie per affrontare correttamente i momenti di crisi in azienda. L’importanza della formazione”, sottolinea che "La formazione è sicuramente un elemento che aiuta l’impresa a uscire dalla crisi. Oltre a questo, le aziende hanno però bisogno di leggere segnali chiari dalle Istituzioni. Serve uno Stato che si preoccupi di abilitare strategie e disegni che puntino alla semplificazione, con l’obbiettivo di generare fiducia e nuovi investimenti".

La tavola rotonda vede, inoltre, la partecipazione di Paolo Stern, Consulente del lavoro, Presidente Nexumstp, Alfredo Amoroso, Amministratore Delegato Generazione Vincente S.p.A. e Amministratore Delegato Generazione Vincente Academy, Elisabetta Pistocchi, Direttore FORMart, Isabella Covili Faggioli, Presidente Nazionale AIDP, Gianna Fracassi, Vice Segretaria Generale CGIL, nonché dell’ex ministro Cesare Damiano, Presidente Associazione Lavoro&Welfare.  Proprio in un articolo per Ipsoa, Damiano ha commentato: “In Italia i provvedimenti presi con i decreti Ristori e Ristori bis hanno l’obiettivo principale della coesione sociale, grazie agli aiuti economici alle imprese in perdita, alla cassa integrazione, al reddito di emergenza, alle indennità per i lavoratori e non solo. Perché di fronte a una crisi così spaventosa nessuno deve restare indietro. Ci troviamo, oggi, in un tempo nel quale il decision making politico deve confrontarsi con una complessità e una velocità dei tempi inedita nella storia umana e l’intrico delle decisioni politiche è, oggi, a un livello di complessità mai sperimentato neanche nella ormai pluridecennale epoca della globalizzazione.”

Tra le misure adottate dal Governo, anche lo slittamento del divieto di licenziamento al 31 gennaio 2021. “Il divieto muove soprattutto da considerazioni di ordine sociale e spesso è percepito in antitesi alla libertà d’impresa – sottolinea Paolo Stern. – Il provvedimento prevede, come contraltare, un ulteriore periodo di 6 settimane di ammortizzatore sociale emergenziale. Ma ci si chiede se così il nostro sistema economico-produttivo costituito prevalentemente di PMI possa reggere davvero o se non sarebbe più opportuno potenziare i sistemi di ristoro del reddito come la NASPI facendo recuperare agli stessi la loro funzione di assicurazione per l’impiego e lavorare sulla occupabilità dei lavoratori ripartendo dalle politiche attive.”