Teatro Alighieri Ravenna. Otello con Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli approfondiscono la ricerca sul testo shakespeariano con una lettura tutta contemporanea

Repliche sabato 14 aprile, ore 21 - domenica 15 aprile ore 15.30 e 21.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Teatro Alighieri, Ravenna.
Otello
di William Shakespeare.
Traduzione Ferdinando Bruni.

Regia di Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli.

Assistente alla regia Sofia Sironi.
Scene e costumi Carlo Sala.
Assistente scene e costumi Roberta Monopoli.
Musiche originali di Silvia Colasanti.

Con:
Elio De Capitani (Otello), Federico Vanni (Iago), Emilia Scarpati Fanetti (Desdemona), Cristina Crippa (Emilia), Angelo Di Genio (Cassio), Alessandro Averone (Roderigo/Buffone), Carolina Cametti (Bianca), Gabriele Calindri (Brabanzio/Graziano), Massimo Somaglino (Doge/Montano), Michele Costabile (Ufficiale/Lodovico).
Luci di Michele Ceglia.
Suono di Giuseppe Marzoli

Una produzione Teatro dell’Elfo.

Repliche sabato 14 aprile, ore 21 - domenica 15 aprile ore 15.30 e 21




Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli approfondiscono la ricerca sul testo shakespeariano con una lettura tutta contemporanea (la nuova traduzione di Ferdinando Bruni), attenta all'alternanza di lingua alta e bassa, in un continuum che supera il tempo pur rilevante (oltre tre ore) della performance.
Con una scenografia pure tutta giocata sulla alternanza tra chiari e scuri, di luci e ombre (le scene ed i grandi sipari di Carlo Sala).
Una opera integrale, con il preciso e sensibile contributo musicale di Silvia Colasanti.


Otello, tragedia della gelosia e del sesso, ma anche dei rapporti inter-razziali e culturali, del potere delle parole.
«Mettere in scena Otello oggi – dicono i registi – è un modo per fare i conti con la singolare attrazione che la vicenda del Moro esercita in tutti noi, come un congegno misterioso messo lì per innescare una risposta emotiva sui presupposti ideologici e i fantasmi dell'inconscio collettivo con cui una società costruisce i propri parametri proiettando fuori di sé, sullo straniero, tutto ciò che ha di inconfessabile: moralismo puritano, voyerismo sessuale e sessuofobia, per dare fondamento e giustificazione alla propria xenofobia, alla misoginia e alle tante forme d'intolleranza sociale e privata di cui si compone».
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