Scarti di libertà: costruzione e decostruzione dell'umano
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Gran parte della nostra vita è predeterminata. Nasciamo in un paese, in uno spazio sociale, in una famiglia, in un tempo e in un corpo che nessuno di noi ha scelto.

Quanto e in che maniera i condizionamenti che derivano da queste forme di predeterminazione contribuiscono a plasmare il nostro modo di pensare e di agire nel mondo? Quali margini di libertà abbiamo rispetto a tali predeterminazioni e condizionamenti? È possibile parlare di autodeterminazione e cosa significa autodeterminarsi?
Più in generale, in che misura è possibile scartare, smarcarsi dalla presa di potere delle nostre condizioni di produzione? E come poter pensare e agire questi scarti dal momento che tali condizioni sono ciò che ci consente di diventare e di essere quello che siamo?
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