Renato Marengo a Poggio Bustone per raccontare il suo Parole di Lucio

Sabato 15 ottobre Poggio Bustone, città Natale di Lucio Battisti, ospita (Sala Consigliare, ore 16,30) Renato Marengo per raccontare i retroscena e il contesto del suo Parole di Lucio.
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Sabato 15 ottobre Poggio Bustone, città Natale di Lucio Battisti, ospita (Sala Consigliare, ore 16,30) Renato Marengo per raccontare i retroscena e il contesto del suo Parole di Lucio, il libro uscito di recente per Chinaski che racconta l’unica intervista rilasciata da Lucio Battisti in tutta la sua vita, uscita nel 1974 per Ciao 2001. L’incontro è organizzato dal Premio Poggio Bustone che da anni da voce alla canzone emergente di qualità e porta sul palco dei Giardini di Marzo prima, del Teatro Flavio Vespasiano di Rieti dall’ultima edizione, il grande Battisti nell’interpretazione di giovani artisti che, proprio grazie al Premio, imparano a conoscere questo grande artista. Al fianco di Renato Marengo ci saranno Paolo Zefferi, giornalista esperto di musica e conduttore di ClassicRockOnAir. Saranno presenti anche due cantautori amici del Premio: Anonimo Italiano e Nico Maraja.

Parole di Lucio è di fatto la storia di uno scoop che ebbe sensazionali conseguenze sul popolo del rock perché fece riscoprire agli occhi dei rigorosi cultori del rock, che non lo amavano, Battisti nella sua completezza e complessità di musicista, come Anima Latina avrebbe di lì a poco rivelato.

L’intervista, già presentata con grande successo al #NuovoMei2016 sabato 24 scorso, viene riproposta in questo libro con una nuova chiave di lettura, con tutti i suoi risvolti, le sue testimonianze, le trame collegate alla sua pubblicazione, alla guerra tra le riviste concorrenti, a intrighi , notiziari e strategie internazionali.
Lucio, in quei 5 giorni passati con l’autore, si lasciò veramente andare, si liberò per la prima volta dei luoghi comuni e dell’immagine che di lui il sistema discografico aveva prodotto e commercializzato. Si espresse finalmente da musicista, parlando della musica che ascoltava, dei suoi gusti, dei suoi viaggi, dei concerti che vedeva, degli artisti internazionali che amava e delle sue fonti di ispirazione, ma pure della sua stanchezza e del suo non sopportare più quel ruolo di divo. Di essere insomma noto nel suo ruolo di divo: cantante famoso, con “un bel faccino”. E non piuttosto, come era sua intenzione e sua aspirazione, come un valido, validissimo compositore. Un grande compositore di musica rock.
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