"Il castello di Vogelod - Viaggio musicale nella pellicola di Murnau tra parole e immagini" con Claudio Santamaria e i Marlene Kuntz insieme sul palco del Teatro Duse di Bologna

Lunedi 17 dicembre 2018.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Sold out per ‘Il castello di Vogelod’ che lunedì 17 dicembre alle 21 vedrà insieme, sul palco del Teatro Duse di Bologna, l’attore Claudio Santamaria e i Marlene Kuntz. Lo spettacolo è un Viaggio musicale nella pellicola di Murnau tra parole e immagini, come recita il sottotitolo. Al centro del progetto, infatti, c’è il film muto diretto nel 1921 dal regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau.

Tratto dall’omonimo romanzo di Rudolf Stratz, ‘Il castello di Vogelod’ ha il potere di far credere allo spettatore che il confine fra sospetto e sicurezza non sia mai netto e che qualcosa o qualcuno sia sempre in grado di confonderli. Si tratta di un capolavoro del cinema muto che ammalia per il rigore delle immagini e per la capacità di investigare sguardi e azioni. La pellicola, inoltre, è estremamente teatrale per l'intreccio e per la claustrofobia che riesce a creare al chiuso di quattro pareti. Il tutto con una regia, occhio onnisciente, che contrappone i paesaggi naturali alle inquadrature claustrofobiche degli interni. Mettendo a fuoco le espressioni dei volti, Murnau sfrutta al massimo l’uso dello spazio a livello psicologico, teso a delineare significati su ciò che sta succedendo ai personaggi dentro al maniero dove si svolge la storia. È così che l’orrore penetra dall’esterno e dall’interno, ma anche dal presente e dal passato grazie al largo uso dei flashback.

Nello spettacolo, alla regia del film si sovrappone una regia teatrale che aumenta e potenzia la tensione, grazie alla colonna sonora dei Marlene Kuntz, gruppo rock italiano noto per la sensibilità e la ricercatezza delle sonorità ruvide e al tempo stesso melodiche; ad una scenografia semovente fatta di oggetti concreti e di schermi, che porta il film in uno spazio tridimensionale ed, infine, grazie alla voce e all'interpretazione di Claudio Santamaria, narratore della vicenda e attore agente sulla scena.

In questo modo, il film a tratti prende corpo reale per tornare a perdersi nella virtualità delle immagini in un contrappunto costante di verità e finzione, in un gioco di specchi all'infinito volto a potenziare al massimo la vocazione thriller di una pellicola che diede il via a quei filoni cinematografici che poi imbastiranno un vero e proprio genere: il ‘giallo’.



Trama del film ‘Il castello di Vogelod’



Riuniti in un castello per partecipare ad una battuta di caccia, alcuni uomini di società sono costretti a passare al chiuso il loro tempo a causa delle pessime condizioni atmosferiche. Al gruppo si aggiunge anche il conte Johann Oetsch, che non fa parte degli invitati e che è evitato da tutti perché corre voce sia il responsabile della morte del fratello. Una voce alimentata da un giudice in pensione. Al castello giunge la baronessa Safferstätt, la vedova del morto che si è risposata. La contemporanea presenza di Oetsch e della baronessa imbarazza gli ospiti, ma la baronessa decide di restare in attesa dell'arrivo di padre Faramund, il consigliere spirituale del suo ex marito, al quale vuole confessarsi. Nei giorni seguenti, Oetsch, la baronessa e suo marito, Safferstätt, si accusano a vicenda dell'omicidio. Fino a quando la baronessa confessa che il suo precedente matrimonio si stava rivelando un fallimento, con il marito sempre più interessato ad argomenti spirituali che non a lei. Una sera, in presenza di Safferstätt, amico di lunga data del marito, la donna aveva espresso il bisogno di qualcosa di trasgressivo che la allontanasse dai buoni sentimenti. Il suo desiderio era stato interpretato da Safferstätt come una volontà di liberarsi del marito, per questo il barone aveva ucciso l'amico. Finalmente libera, la donna si era risposata con Safferstätt, per poi scoprire che ciò che la legava al nuovo marito non era nient'altro che il vuoto dei sentimenti.

Alla fine della sua confessione, padre Faramund si toglie la finta barba e la parrucca, rivelando di essere in verità il conte Oetsch, che può così ribadire la sua innocenza. Al barone Safferstätt non resta che il suicidio, mentre al castello giunge il vero padre Faramund.



NUOVO TEATRO DIRETTO DA MARCO BALSAMO

IL CASTELLO DI VOGELOD
Viaggio musicale nella pellicola di Murnau tra parole e immagini

Claudio Santamaria + Marlene Kuntz
voce e live electronics CLAUDIO SANTAMARIA
colonna sonora e sonorizzazione live MARLENE KUNTZ
regia FABRIZIO ARCURI

Ufficio Stampa
Giancarlo Garoia
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