Al Teatro Bonci di Cesena: LA TARTARUGA di LUIGI PIRANDELLO

Il regista georgiano Levan Tsuladze rilegge la novella di Pirandello dirigendo un cast italiano, da giovedì 1 a sabato 3 dicembre 2016
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Al Teatro Bonci di Cesena
LA TARTARUGA

DI LUIGI PIRANDELLO.

REGIA LEVAN TSULADZE.
SCENE E LUCI LEVAN TSULADZE.
ASSISTENTE ALLA REGIA MARTINA AGOSTINI.

CON GIULIA CAILOTTO, GIUSTO CUCCHIARINI, ROBERTA DE STEFANO, GIOVANNI FRANZONI, MICHELE MARINIELLO, MASSIMO SCOLA.

PRODUZIONE EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE IN COLLABORAZIONE CON KOTE MARJANISHVILI STATE DRAMA THEATRE.


Ironia e dramma in questa novella del 1936, dove la tartaruga rappresenta la .superstizione nell’alta borghesia, così come il pipistrello la raffigurerà nel mondo artistico,

Pirandello “assomiglia” a Cechov:

il regista georgiano Levan Tsuladze rilegge LA TARTARUGA

dirigendo un cast italiano.
Da giovedì 1 a sabato 3 dicembre 2016.


Levan Tsuladze è una delle personalità più carismatiche del teatro georgiano, dal 2006 direttore artistico del centro di produzione internazionale di Tbilisi, il Kote Marjanishvili State Drama Theatre. Con Memorie di un pazzo di Gogol’, prodotto da ERT, lo scorso autunno, è stato una vera e propria rivelazione della stagione 2015-2016. A distanza di un anno, il regista accetta, ancora una volta con ERT, la sfida di confrontarsi con il genio di Pirandello, dirigendo un cast tutto italiano.

Da giovedì 1 a sabato 3 dicembre la sua rilettura de LA TARTARUGA è in programma al Teatro Bonci di Cesena (ore 21).

La tartaruga, novella pubblicata nel 1936, è incentrata sulle vicende di Mister Myshkow, che riceve in regalo il piccolo animale, si dice, “portafortuna”: parte da qui un vortice di accadimenti in cui il protagonista si troverà immerso. Tsuladze ne trae una rilettura brillante e dagli accenti umoristici, forte della propria capacità di guidare gli attori in una espressività prevalentemente fisica.

“Potrà sembrare strano - ha dichiarato - ma ho letto questo racconto da bambino quando andavo a scuola. Devo averci fantasticato sopra perché mi è rimasto più impresso di altri. (…) È interessante vedere come all’inizio il racconto è umoristico ma a leggerlo in profondità è drammatico per le sofferenze vissute dai protagonisti. In questo senso assomiglia molto a certi racconti di Anton Cechov in cui con tenera e leggera ironia l’autore raccontava storie molto drammatiche.”



Nella messa in scena rimane l’ambientazione newyorkese, negli anni Trenta, e tutto accade nell’atrio della casa dei signori Myshkow. Oltre all’amico di Myshkow, transitano in questo luogo altri personaggi: due domestici e una persona che viene da fuori, un macellaio. Questo trio eccentrico, dichiarato omaggio ai servi goldoniani, ama la vita, è pieno di allegria e fa da contrappunto ai personaggi principali della storia, mettendo in luce, per contrasto, la triste storia del signore e della signora Myshkow, il loro rapporto vuoto, senza intensità e privo di senso.

Ufficio Stampa