A Cortona il " Ritratto di gentiluomo (Pietro da Cortona)" di Gian Lorenzo Bernini dal 27 agosto al 11 settembre 2011

Esposto eccezionalmente a Cortona, a Palazzo Vagnotti nell’ambito della mostra Cortonantiquaria
Forlì, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Ritratto di gentiluomo (Pietro da Cortona)
Gian Lorenzo Bernini – (Napoli 1598 – Roma 1680)

Olio su tela, cm 35 x 35
Provenienza: Roma, Collezione Privata
--------------------------------------------------------------------------------

Uno straordinario Bernini inedito sarà esposto eccezionalmente a Cortona, a Palazzo Vagnotti nell’ambito della mostra Cortonantiquaria dal 27 agosto all’11 di settembre. L’opera, di raffinata bellezza e notevole interesse storico e artistico, raffigura secondo l’identificazione data dal Prof. Claudio Strinati, Pietro da Cortona.

Cortona, dunque, accoglierà il ritratto berniniano del più illustre fra i suoi cittadini.

Gianlorenzo Bernini e Pietro da Cortona rappresentano l’apoteosi del barocco in Italia, fra Roma e Firenze realizzano in architettura e in pittura le opere di maggiore rilievo e bellezza artistica.

Pietro da Cortona, genio del barocco, il cui ritratto a opera del Bernini viene restituito solo ora a distanza di centinaia di anni, nel ritornare attraverso il ritratto berniniano proprio nella sua città ci invita a ricordare come in Toscana, nella Firenze dei Medici, celebrò la grandezza del casato nel fastoso contesto della Galleria palatina di Palazzo Pitti. Qui Pietro realizza il ciclo pittorico e di decorazioni in stucco delle Sale dei Pianeti, di sicuro il più importante evento del suo genio nella Firenze barocca, ove cogliere le sue vorticose passioni pittoriche.

Fucina di idee e iniziative di alto valore culturale e vetrina prestigiosa e privilegiata dell’offerta antiquariale nazionale e internazionale, la Mostra Antiquaria di Cortona prosegue il felice cammino iniziato nel 2008 con “Cortonaospita”: uno spazio espositivo dedicato ogni anno a esporre a Palazzo Vagnotti un’opera dell’arte italiana di notevole interesse storico e inestimabile valore che vedrà nell’edizione 2011 la straordinaria opera inedita del Bernini.

Genio del Barocco romano, insuperabile nell'arte della scultura e dell'architettura, ha plasmato le piazze, le chiese e le fontane della Roma moderna con le sue sculture e ambiziose architetture. Ma Gian Lorenzo Bernini, il demiurgo dell’arte barocca al servizio di papi e re, è stato capace di usare con maestria non solo scalpello e filo a piombo, ma anche tavolozza e pennello.

Con il Ritratto presentatoCortonantiquaria il maestro seicentesco svela l’altra sua natura, quella di pittore.

Bernini pittore è un Bernini privato, che dipinge per sé, ritraendo i suoi amici, i colleghi e se stesso; che rifiuta di vendere i suoi quadri, preferendo conservarli nel suo studio o tutt'al più regalarli. E nella pittura, libero dai condizionamenti della committenza, Bernini trova una “valvola di sfogo” all’essere artista di papi e potenti, recuperando un'autonomia intellettuale e artistica, mai raggiunta nelle opere scultoree più note e celebrate. Nella pittura, quindi, si scopre un Bernini completamente diverso, a cominciare dal formato delle opere. Piccoli quadri che spesso nascono per puro godimento privato: oggi una scelta normale, ma nel Seicento assolutamente eccezionale che potevano permettersi solo i grandi artisti di successo privi di preoccupazioni economiche. In conseguenza di ciò, tra alcuni storici dell’arte ha finito così per prendere piede una convinzione, quella di un Bernini che, essendo un pittore libero, potesse fare cose di più scarso livello rinunciando alla qualità… dipingendo “con la mano sinistra” .

Nell’ambito della pittura tema ricorrente è quello del ritratto, che si tratti del proprio volto o quello di altri. Esso diventa una sorta di “journal in time” in cui l'artista fissa i volti e le emozioni degli amici, dei colleghi, della gente qualunque con cui vive, facendo tesoro del verismo di Caravaggio e della capacità di penetrazione psicologica di Velasquez che conobbe e ammirò.

--------------------------------------------------------------------------------

In riferimento all’expertise di Francesco Petrucci del 2004, si può dire che l’opera presentata proviene da una collezione privata romana e prima ancora dalla collezione Barberini. L’attribuzione a Bernini è sostanziata da motivi stilistici, oltre che da un importante riscontro inventariale.

Tipici del Bernini sono in conduzione pittorica veloce di stampo “neoveneziano” in voga a Roma negli anni 1620-30, il gusto per l’incompiuto (vedi il colletto), la materia pittorica corposa che si sgrana in alcuni tratti sulla preparazione, la vivacità espressiva e la forza introspettiva; caratteristico di Bernini pittore è anche il fondo verdastro, certo di matrice toscana, comune a tante altre sue opere come l’autoritratto giovanile e il ritratto di ragazzo della Galleria Borghese, il ritratto detto di Poussin oggi nella York City Art Gallery (Yorkshire), l’autoritratto del Museo del Prado e vari altri ritratti.

L’abbozzo del colletto con un ripensamento accomuna il dipinto al ritratto di Virginio Cesarini della Collezione Koelliker ove tale motivo è ancora più accentuato, a testimoniare il carattere estemporaneo della pittura berniniana e un gusto per l’abbozzo di tradizione carraccesca. Ricorrente è anche la tendenza a lumeggiare il fondo scuro a lato della figura, per farne emergere e risaltare i contorni, come nell’autoritratto del Prado o in quello del Musée de Fabre di Montpellier.

Rimane incerta l’identità del ritratto, oltre a una certa generica somiglianza, più tipologica che fisiognomica, con alcuni disegni, come il ritratto di Ottaviano Castelli (già Londra, C. R. Rudolf collection) o quello di uomo di Windsor Castele (inv. 5540).

Claudio Strinati ha proposto un’identificazione del personaggio con Pietro da Cortona, dal confronto con suoi ritratti e per l’età dimostrata dal personaggio in rapporto all’esecuzione dell’opera attorno al 1630. Si tratta di un’ipotesi senz’altro interessante e possibile.

Lo stesso Strinati sostiene la provenienza del dipinto dalla collezione Barberini e la sua identificazione con la tela descritta nell’inventario di Maffeo Barberini del 1686 al numero 351: “Un ritratto in forma quadrata di p. 1 in circa d’un Homo con collaro attaccato alla Camiscia con cornice color di noce filettata d’oro, mano del Cav. Bernini. Tale proposta è sostanziata sia dalle misure e dalla particolare forma quadrata della tela, che dalla descrizione del ritratto.

La perdita di memoria sull’uomo raffigurato è in ogni caso frequente negli inventari seicenteschi. D’altronde le stesse fonti documentarie rimangono spesso generiche sull’identità dei personaggi ritratti dal Bernini: “… Quadri sopra 150 – cioè teste, o due figure, o tre per quadri, molti de quali sono in Casa Chigi, e Bernina” “Per lo spazio di due anni continovi attese alla pittura… In questo tempo… fece egli gran quantità di Quadri grandi, e piccoli, i quali oggi nelle più celebri Gallerie di roma, ed in altri degnissimi luoghi fanno pomposa mostra…” (Baldinucci, 1682, p. 11); “… si vedono di sua mano, oltre quelli, che sono in pubblico, sopra 150 quadri, molti de’ quali sono posseduti dall’Eccellentissime Case Barberin, e Ghigi, e da quella de’ suoi figliuoli, ed un bellissimo e vivo ritratto di sua persona si conserva nella tanto rinomata stanza de’ Ritratti di proprie mani de’ gran Maestri nel Palazzo del Sereniss. Granduca” (Baldinucci, 1682, p. 67); “… più di centocinquanta pezzi di Quadri… parte e parte abbozzati…” (Bernini, 1713, p. 26); “… più di duecento quadri da lui dipinti” (Bernini, 1713, p. 178); “Ritratti e teste di parenti ed amici del Bernini, di pontefici e di membri della famiglia Barberini (Inventario beni, 1706; Fraschetti pp. 430-432)”; “Moltissimi [quadri] in casa Bernini” (Bernini, 1713, p. 26).

Per la datazione del dipinto, tenuto conto delle affinità stilistiche con l’autoritratto giovanile della Borghese e i disegni citati, è plausibile una collocazione nella prima produzione del Bernini pittore, agli inizi del pontificato Barberini, attorno al 1625 - 30.

In tal senso, la ritrattistica berniniana si pone come una premessa a quella del Velàsquez, che fu a Roma nel 1630, subendo certamente l’influsso del Bernini e modificando la sua pittura, fino ad allora più compatta nella materia e statica nelle pose, a contatto con il “neovenezianismo” allora in voga nella città papale.


SCHEDA TECNICA

Inaugurazione: venerdì 26 agosto 2011 ore 17,30
Apertura al pubblico: da sabato 27 agosto sino a domenica 11 settembre

Orari: Feriali: 10-13 15-20; Sabato e Domenica 10-20

Costo del biglietto: Intero, euro 8; Ridotto, euro 6; Biglietto congiunto Mostra + MAEC (Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona): 12 euro


Numero telefonico della mostra: (attivo da sabato 27 agosto) tel. 0575/630610
E-mail: [email protected] ; Web: http://www.cortonantiquaria.it
------------------
Comitato promotore; Provincia di Arezzo; Comune di Cortona; Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Arezzo
Ente Promotore: Cortona Sviluppo srl, Via Guelfa 40, Cortona (AR)

Comitato Direttivo: Fabrizio Raffaelli (Presidente); Claudio Bucaletti; Liletta Fornasari; Susanna Milani; Sergio Tamburi; Furio Velona

Direttore della Mostra: Susanna Milani

Organizzazione tecnica: De Plano Consulting, Borgo degli Albizi 68/r, Firenze, Tel. +39 055 2638571
Per maggiori informazioni
Contatto
Giancarlo Garoia
RETERICERCA
Forlì Italia
[email protected]
Allegati
Slide ShowSlide Show
Non disponibili